Non era difficile prevederlo. Il sito internet www.payolibre.com riporta la notizia (a firma Juan Carlos González Leiva) che il giovane universitario Eliécer Ávila Cicilia è stato arrestato, alle otto del mattino del 9 febbraio, da agenti della Sicurezza di Stato. Ávila Cicilia vive a Puerto Padre, provincia di Las Tunas, ed è uno dei giovani studenti della facoltà di informatica che ha rivolto domande imbarazzanti a Ricardo Alarcón de Quesada, presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare. Il giovane studente è stato trasferito in un carcere della capitale cubana, ai familiari è stato proibito di accompagnarlo e adesso si teme per le sue condizioni di salute e per il suo futuro.
Eliécer Ávila Cicilia è soltanto un ragazzo di 21 anni che ha esposto alcuni problemi concreti sentiti da tutta la popolazione cubana. Adesso lo scopo principale della polizia politica sarà quello di ottenere una pubblica ritrattazione, metodo usuale della dittatura. Il destino di Ávila Cicilia è segnato: ritrattare oppure finire come Armando Valladares (si legga Contro ogni speranza edito in Italia da Spirali) e molti altri dissidenti che hanno passato anni nelle prigioni castriste. Lo studente aveva chiesto ad Alarcón de Quesada come mai esista il doppio cambio, perché la popolazione è tenuta in miseria, visto che riscuote salari in pesos nazionali e la maggior parte delle merci si vendono in pesos convertibili (parificati al dollaro). Ávila Cicilia aveva chiesto come mai esista la proibizione di uscire dal paese, perché non poteva viaggiare, per esempio, per andare a vedere la Bolivia dove era morto il Che. Un’altra domanda riguardava il divieto imposto ai cubani di entrare negli alberghi nazionali, riservati ai turisti stranieri. Alarcón ha risposto alle domande con visibile imbarazzo, affermando che non era la sede per affrontare certi problemi e che non aveva intenzione di scatenare una discussione. Non solo. Ha aggiunto che non è un esperto di economia e che non si occupa di questioni inerenti il cambio monetario. Considerazione risibile e arrogante. Cosa ci fa al governo un uomo che non conosce la differenza tra peso nazionale e peso convertibile? Possibile non sappia che la moneta nazionale cubana vale 25 volte meno del dollaro e che a Cuba il commercio è impostato a uso e consumo degli stranieri? Alarcón ha concluso dicendo che pure lui da giovane non poteva viaggiare, non andava al Tropicana, non conosceva Varadero e soprattutto che non è pensabile un mondo dove tutti prendono un aereo e viaggiano.
Incredibile sentire assurdità simili dalla bocca di un funzionario di Stato. Gli studenti hanno chiesto spiegazioni anche sulla limitazione di accesso a internet, ma su questo punto Alarcón non ha aperto bocca. In occasioni come queste si rimpiange Fidel Castro, che almeno aveva il dono dell’oratoria e sapeva raccontare migliori menzogne.
Alejandro Hernandez, un altro studente, ha chiesto: «Per chi abbiamo votato? Dei vostri candidati conosciamo solo la biografia, ma non so chi siano. Cosa significa il voto unito?» Alejandro, per il momento, è a piede libero. Non è dato sapere per quanto.
Ávila Cicilia e Alejandro Hernandez non avrebbero detto niente di strano se Cuba fosse un paese democratico, ma in un regime dittatoriale le loro affermazioni sono pericolose. In questo momento è importante che la comunità internazionale vegli sulla loro incolumità. Rocco Cotroneo sul Corriere della Sera scrive che l’accaduto può far pensare a un’apertura del governo verso il dibattito e questa cosa potrebbe essere interpretata sia come un segno di debolezza che di forza. Niente di tutto questo. L’accaduto rientra nell’imponderabile. Alarcón non avrebbe mai immaginato una contestazione da parte di studenti della Gioventù Comunista e non era preparato ad affrontare un dibattito. Si vede in maniera lampante dalla stupidità delle risposte. L’incontro è stato ripreso delle telecamere, divulgato dalla BBC e, come già segnalato, è visibile su YouTube.
Gordiano Lupi