La coltre d’aria pesante dopo poco impone
[il ritmo al respiro
appena varcata la soglia d’una bocciofila,
[dei suoi miraggi sociali.
Le carte convogliano le voci per dirsi una
[rabbia lavorata e appiattita
tutto inizia a fine partita, che sia la briscola,
[la marianna o la scopa;
si spolvera un frasario e del fumo
[per tenerlo in aria.
Di là nel lungo rettangolo asciugato di voci
gli uomini sognano di racchiudere nel gioco tra l’occhio e la mano
tutte le distanze della terra, sognano senza saperlo,
chi boccia e chi tira a punto, che tutto sia guaribile
nel tratto di fiato immobile prima che la boccia si fermi.
Così loro sanno quanto dista il campo da una nuvola.
Proprio come il Gufo e il Falco due signori mimano le loro vite,
in uno scontro a quattro, e noi le vediamo trasudare dalle camicie a quadri
infilarci così nelle loro traiettorie era inimmaginabile questo pomeriggio.
Massimo Bevilacqua
Si arriva per porte di legno grigio, dentro stanze che sono un cielo d’umore fermo. Qualcuno ha abbassato per me le maniglie, anni prima e senza pretesa che non sia riunire nel dopolavoro, ai tavoli delle carte come a spiare nello specchio di un’acquasantiera. Nell’ora che mi trascina fuori dal frastuono del turno e della giornata, qua solamente un tempo tira dritto lungo la corsa del campo da bocce; e mi trovo a tremare insieme al pallino rimasto nascosto, oppure perduto, in un angolo di storie e foglie secche…
Francesco Osti
Materiali per la manutenzione. Calexico, brano “Sunken Waltz” dall’album Feast of wire. Italo Calvino, La speculazione edilizia, Mondadori 1994. Damien Rice, brano “Older Chests” dall’album O.
(da 'l Gazetin, aprile 2006)