Riconosciamolo, compagne e compagni: Walter Veltroni, Francesco Rutelli e tutti quelli che non ne vogliono sapere di una qualsiasi intesa con Marco Pannella, Emma Bonino e i radicali, hanno ragione; come possono fidarsi di noi? Bisognerà pure ammetterlo una buona volta. Per esempio: nelle periodiche inchieste pubblicate sull’Espresso a proposito di “casopoli”, le lussuose abitazioni di enti concesse a politici e “caste” a prezzi irrisori di affitto e di acquisto, ci sono tutti, meno i radicali. E nei quotidiani mattinali che riferiscono di politici e amministratori arrestati, denunciati, processati, condannati per reati come corruzione, concussione, voto di scambio, ecc., mai un radicale, neppure un semplice avviso di garanzia. Ora ditemi un po’, ci si può fidare di gente così? Certo che no.
Gente, per dire, come Marco Cappato o Mina Welby o gli altri militanti dell’associazione Luca Coscioni, che sono impegnati in una digiuno di dialogo con Livia Turco perché finalmente faccia quelle semplici cose che, da titolare del ministero della Salute, da svariati mesi doveva e poteva fare e non ha fatto; impegnata, chissà, a inseguire ogni balzana iniziativa dei cinici-devoti.
Dite un po’: come si fa a non capire che è di gran lunga più affidabile Antonio Di Pietro con la sua Italia dei Valori, che nella passata legislatura ci ha regalato al Senato quel Sergio Di Gregorio di cui tutti sappiamo quel che ha fatto e come? E dite un po’: avete mai visto Emma Bonino comportarsi, che so, come un Pecoraro Scanio, un Clemente Mastella, un Di Pietro? C’è stato un giorno che non sia stata leale, che si sia abbandonata a ricatti politici, che abbia strepitato a mezzo stampa promettendo fuoco e fiamme se non veniva accontentata in qualche pretesa di potere? La risposta è negativa, e dunque si capisce bene come sia inaffidabile.
Arturo Parisi riassume perfettamente le ragioni che rendono incompatibili i radicali: «Sono stati alleati preziosi e come pochi altri cooperativi nei venti mesi del governo Prodi. Non riesco proprio ad arrendermi all’idea che ci si debba privare del loro contributo… I radicali sono stati difensori leali e appassionati fino all’ultimo della azione del governo Prodi. Inoltre la collaborazione con Emma Bonino è stata in questi due anni sul piano umano, politico e di governo ricca e fruttuosa per tutti. Grazie al loro stimolo per la moratoria della pena di morte abbiamo intestato all’Italia una battaglia e una vittoria storica per l’umanità».
Già alle passate elezioni politiche, con la Rosa nel Pugno, radicali e socialisti guadagnarono al centro-sinistra la vittoria; fosse mai che anche questa volta l’impresa – che certo appare molto più disperata – possa riuscire? Meglio non correre rischi, hanno ragione Veltroni e Rutelli. Il centro-sinistra corre per perdere, e nulla e nessuno deve pregiudicare questa raffinata strategia politica: si corre da soli, si perde; e poi si fa, in posizione subordinata, quello che non si è saputo, potuto e voluto fare quando si era maggioranza. Roba che indubbiamente entusiasmerà militanti ed elettori.
Come sia, compagni, riconosciamolo: hanno ragione Veltroni e Rutelli; e hanno torto Pannella, Bonino e quanti mostrano di condividerne analisi e opinioni. Coi radicali si può vincere. Meglio non correre rischi. Restino fuori, come a suo tempo Luca Coscioni e le sue liste, o lo stesso Pannella, al tempo delle primarie del Partito democratico. Meglio le Binetti e i Bobba, i Pezzotta e i Di Pietro, i Diliberto e i Fisichella…
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 7 febbraio 2008)