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Paola Arminio-Gianmario Bonfadini: Viaggio in Lapponia per sculture di neve.
Gianmario e Paola
Gianmario e Paola 
08 Febbraio 2008
 

Idea. Sondrio, fine novembre 2007, interno, giorno. Tavolo con due tazze di tè e dei biscotti. Normale conversazione. Gianmario Bonfadini: “Che ne diresti di andare insieme in Lapponia a fare una scultura di neve?” Paola Arminio (breve pausa riflessiva, occhi fissi pensanti): “Perché no?”

 

Antefatto

La pianificazione per la partecipazione ad un concorso di sculture di neve inizia mesi prima, di solito lo stimolo giusto arriva durante il soffocante periodo estivo, quando si ha voglia di fresco e sembra che pensare alla neve possa far passare la sgradevole sensazione dei vestiti appiccicati addosso. Si tratta di capire bene le richieste e le proposte degli organizzatori, le eventuali spese da affrontare e la logistica. Una volta deciso dove andare – in tutto il mondo i principali eventi di questo tipo sono concentrati nel periodo di un mese e mezzo e quindi la scelta deve necessariamente cadere su uno di essi o al massimo due – occorre presentare un progetto in base alle dimensioni del blocco decise dall’organizzazione. In seguito una giuria specializzata si occupa della scelta dei progetti da premiare con un invito. Birgitta Isaksson è il grande capo dello Snowfestival di Kiruna e si occupa direttamente dei contatti preliminari con le squadre e dei chiarimenti necessari. La fortuna dei voli Ryanair su Stoccolma ha fatto sì che questo sia diventato un festival praticamente a costo zero, visto che da lì in poi l’organizzazione provvede a tutti i costi di trasporto, alloggio e cibo fino al ritorno nella capitale svedese, senza spendere nemmeno una corona.

 

Ikea

C’è chi se lo chiede da anni e, anche se non c’entra nulla, forse qualcuno apprezzerà il chiarimento: il nome IKEA non ha nessuno degli innumerevoli significati che in molti gli hanno attribuito, è semplicemente l'acronimo delle iniziali del fondatore, Ingvar Kamprad, e di Elmtaryd e Agunnaryd, la fattoria e il villaggio dove Kamprad crebbe.

 

Incontro

Stazione Centrale di Stoccolma, 21 gennaio 2008, pomeriggio.

A Stoccolma niente neve. In mezzo all’affollata hall c’è il ritrovo delle 10 squadre che parteciperanno al festival di sculture di neve di Kiruna, nella Lapponia svedese. Agneta e Lena di Koncentrat, l’associazione che si occupa dell’organizzazione, fanno l’appello. Partenza per il Grande Nord dove troveremo anche Victoria, la sorella di Agneta. In uno scompartimento ci sono: una russa, una ceca, due italiani e due svedesi. Non è una barzelletta.

 

Confine

Treno Stoccolma-Kiruna, 23 gennaio, giorno.

Il giorno si accorcia, le ore di buio prendono il sopravvento tutto diventa più limpido e coperto da un manto di neve sempre più spessa. Passaggio oltre il Circolo Polare. Sguardo verso l’esterno a cercare chissà che. Il Circolo? Arrivo in poco più di un’ora.

 

Kiruna

Finalmente molta neve, non molto freddo. In cammino per dare subito un’occhiata ai cubi già pronti. Dimensioni: 3m×3m×3m, perfetti! Consistenza ottima. Qui ci sanno fare. 27 metri cubi di neve pressata che aspettano solo la squadra italiana. Rispetto a come appare sulla cartina, la città è più (banalmente) “in discesa” ed è infatti, ma non per questo, una città che si dovrà muovere. Le miniere di ferro sono la principale risorsa della città, nonché la ragione principale per cui essa è sorta. Alcuni cunicoli, procedendo obliquamente nel terreno, hanno causato degli squilibri nel sottosuolo che in futuro potrebbero provocare dissesti in superficie, sarà perciò presto necessario spostare una buona parte della città, compreso il municipio, la chiesa e la stazione dei vigili del fuoco.

 

Sami

Jukkasjärvi, 23 gennaio, pomeriggio buio, interno della chiesa.

Per molti la chiesa di Jukkasjärvi è la cappella di ghiaccio adiacente all’Ice Hotel dove centinaia di persone ogni anno si uniscono in un gelido matrimonio. Ce n’è una ben più importante, risalente al 1608. La signora che accompagna il gruppo nella visita guidata dice di essere molto stanca per via delle lunghe giornate senza sole. Nel breve tempo a disposizione riesce però a trasmettere l’identità e l’orgoglio della popolazione Sami, lasciando trasparire solo in minima parte la sofferenza di vedersi costretta all’interno di confini nazionali. Con un finto lapsus si sbaglia a proposito della propria nazionalità e poi si corregge dicendo di essere svedese e non norvegese, ma per lei questi sono dettagli... Mostra con orgoglio l’organo di questa piccola chiesa, un vero gioiello che, come tutto qui, ha un sapore vero e antico.

 

Ice Hotel

Jukkasjärvi è un villaggio a 15 km da Kiruna. Molto spesso ad ogni chilometro di questa distanza corrisponde un grado in meno di temperatura grazie al fatto che Kiruna sorge in una zona protetta dalle gelide correnti polari. Persone lungimiranti hanno pensato bene che a queste latitudini avrebbe potuto essere molto redditizio costruire un hotel utilizzando esclusivamente ghiaccio e neve. Le acque del fiume Torn che scorre liberamente attraverso la natura incontaminata del luogo, producono nella stagione fredda un grosso strato di ghiaccio limpidissimo che viene utilizzato per la costruzione dell’hotel. La temperatura all’interno delle stanze – alcune delle quali sono progettate e decorate da artisti provenienti da tutto il mondo – può variare da -5 a -8°C anche nel caso in cui all’esterno ci siano -30°C. Il costo del pernottamento varia da 300 euro per una stanza normale a 550 dell’Art Suite!

La ragazza che si occupa delle visite guidate, ogni tanto ha come un fremito nel respiro; l’ipotesi è che stando tutto il giorno qui dentro è inevitabile... Però a pensarci bene anche altre persone quassù lo fanno. Dev’essere per il fatto che vivono quasi tutto l'anno al freddo. La teoria crolla miseramente ascoltando Barbro, che vive nel sud della Svezia. In realtà si tratta di un’espressione quasi gutturale, una sorta di intercalare, una contrazione gergale di "sì". Segue risata corale all’ingenuità italica.

 

Sole

In un territorio così severo e aggressivo che non lascia spazio e sopravvivenza a grandi varietà di animali e vegetali, un posto preponderante nell’iconografia e nell’immaginario popolare è riservato agli elementi naturali. I Sami sono il popolo del sole e del vento, in una loro leggenda il cielo e la terra sarebbero nati da Luonnotar, figlia dell’aria, che si sarebbe unita a un uccello: dalle uova deposte sarebbero nati i due elementi e i tuorli avrebbero dato origine al Sole e alle stelle. Il Sole, considerato un dio femmina, ha sempre attirato l’attenzione dei Sami per il suo continuo cambiare “aspetto”: secondo la loro mitologia il Sole s’incarnerebbe al mattino in un orso, a mezzogiorno in una pernice e a sera in una renna.

 

Luce, arte e persone

Durante le ultime due settimane di dicembre a Kiruna non sorge il sole. La luna, le stelle e l’aurora boreale erano le uniche guide nella notte polare per il popolo nomade Sami. Nelle città si accendono le luci e ogni casa ha delle lampade all’interno dei vetri multipli delle finestre. Rivolte verso l’esterno, un chiaro segno di tepore rivolto al passante infreddolito, quasi un invito ad una sosta rigenerante. Ognuna fatta in modo particolare, per creare decoro, come se la cura della casa, l’estetica, provocando un positivo effetto emotivo, contribuisca ad alleviare i lunghi inverni trascorsi all’interno. Anche per questo il concetto di arte qui assume una connotazione del tutto particolare, una manifestazione che ognuno è messo in condizione di poter esercitare, proprio come ognuno ha il diritto di vivere e respirare. L’arte qui è ovunque, nei locali, nelle vie, nei luoghi pubblici, la si respira ad ogni angolo e ancora di più la si nota nella partecipazione della gente ad ogni evento.

La gente poi, quella bella gente che solo all’estremo nord riesci a trovare, decisa, seria, autoritaria, affabile, rispettosa, grata e sensibile.

 

Apertura del festival

Järnaväsparken, 23 gennaio, sera, esterno.

Sul palco dello Järnaväsparken c’è un gruppo musicale con un violinista che saluta in italiano confidando nel fatto che tanto un italiano prima o poi si trova in tutto il mondo. Non sapeva che al concorso partecipa una squadra italiana e per di più di Sondrio, la città di un suo vecchio compagno di alloggio quando era studente. Anche l’esecuzione di “O sole mio” non è un omaggio agli italiani presenti, ma forse un richiamo al dio Sole che infatti nei giorni successivi si manifesta per ben due volte dopo mesi di attesa. Vedendolo di spalle appare come una specie di regina delle nevi, con un mantello bianco e una corona. Ma quando si rivolge al pubblico mostra un sorriso che spunta da una maestosa barba... esegue il taglio del nastro. Molti applausi ovattati: con i guanti.

 

Järnaväsparken

Parco delle sculture, 24 gennaio, esterno.

Di solito chi prima arriva può scegliere la migliore attrezzatura. Non è questo il caso visto che il materiale è abbondante e anche di qualità eccezionale. La temperatura è vicina a -20° e anche il vento è “apprezzabile”, ma c’è molto da lavorare e la giornata scorre via liscia tra italiani finiti lì per caso e richieste di fotografie. Gli italiani all’estero sono sempre ben voluti, anche se non sempre si hanno opinioni positive sul popolo del Bel Paese. La bandiera sistemata su un cavo elettrico attira qualche turista che si fa fotografare lì a fianco; qualcun’altro l’ha apprezzata così tanto da volersela portare a casa, nottetempo. Il pendio del parco è rivolto verso nord e da qui si vede il Titanic, la collina dove ci sono le miniere; di notte sono illuminate da tre file di lampioni che le fanno sembrare un transatlantico. All’orizzonte le montagne che ci separano dalla Norvegia, Narvik, le isole Lofoten e l’oceano.

All’interno del parco c’è una casupola di legno con un camino al centro: il rifugio degli scultori, fornito di bevande calde. L’esecuzione della scultura procede velocemente insieme al processo di affumicamento dovuto ai fuochi disseminati lungo il parco. Divertente, simpatica, autoironica...

 

Ritorno

Aeroporto Skavsta di Stoccolma, 29 gennaio, sera.

Paola (rivolgendosi a Gianmario prima di prendere i sedativi per combattere la paura del viaggio aereo di ritorno): sai una cosa? Abbiamo proprio fatto bene ad andare in Lapponia! E l’anno prossimo dove  si va?

 

  

 

 

                                                 Paola Arminio e Gianmario Bonfadini

                                                                  www.snowmade.it

 


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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