Dunque gli sfascisti hanno vinto almeno il primo round. E qui, si assiste a un qualcosa di paradossale. Il centro-destra, festante per aver ottenuto le elezioni anticipate, già pregusta una straordinaria vittoria; promette abbattimento di tasse, miracolistiche soluzioni per quel che riguarda l’ordine pubblico; moralità pubblica. Durante tutto il governo Prodi dal centro-destra non è giunta una che sia una idea alternativa a quello che, bene o male, il governo Prodi ha fatto o cercato di fare. I leader del centro-destra perché oggi dovrebbero risultare credibili? È un mistero.
Un altro mistero riguarda il centro-sinistra. Che Walter Veltroni voglia smarcarsi rispetto Rifondazione Comunista, i Comunisti italiani e i Verdi di Pecoraro Scanio, è comprensibile; che voglia “correre” da solo, lo si può ben capire: vuole essere lui il leader nel e del Partito Democratico; e vuol essere lui a gestire, in prima persona, la trattativa, l’intesa, con Berlusconi, dopo le elezioni. Che si lavori per perdere, questo però supera ogni fantasia e ogni calcolo politico, anche in un paese come questo che della fantasia e del calcolo politico ha fatto un’arte.
Chi mangia pane e politica tutti i giorni, spiega che il centro-sinistra è rassegnato a perdere; “corre” sfiduciato; e si propone solo di limitare il danno. C’è solo un “piccolo” particolare: ove mai Berlusconi e il suo schieramento dovessero conquistare sia alla Camera che al Senato una consistente maggioranza, per quale ragione il centro-destra dovrebbe successivamente concertare con il centro-sinistra le auspicate riforme? Perché mai Berlusconi, Fini, Casini, Bossi, dovrebbero porre mano a una nuova legge elettorale che non sia un aggiustamento per evitare il referendum? E naturalmente tanti saluti alle leggi sul conflitto di interessi, la riforma radio-televisiva, i provvedimenti per la giustizia… Al di là dei costi concreti che queste anticipate elezioni comportano, c’è un costo, superiore, dovuto all’inevitabile stasi che la crisi di governo e le elezioni comportano.
C’è una partita, impegnativa, da giocare. Una delle squadre in campo sembra più impegnata a mettere in difficoltà il proprio portiere, che quello della squadra avversaria. In questo scenario, la serie di “niet” nei confronti dei radicali e di Marco Pannella in particolare. Cronache di un suicidio annunciato, si potrebbe dire: i radicali sono accusati senza timor d’apparire ridicoli, di essere i responsabili della quasi-sconfitta del centro-sinistra, perché avrebbero fatto perdere voti al centro. I radicali, con Emma Bonino, sono stati la componente più leale e sincera nei confronti del Governo; ma continuano a essere dipinti come inaffidabili. Marco Pannella è stato il più irriducibile sostenitore del governo Prodi; ma lo si continua a rappresentare come un pericoloso eversore; i radicali in questi venti mesi hanno ingoiato una quantità di rospi, ma si continua a descriverli come una forza naïf, priva di mentalità e proposte di governo, loro che sono l’unica forza politica organizzata riformatrice.
È evidente che si obbedisce a un diktat; un diktat che viene da oltretevere, l’ordine impartito è: far fuori i radicali. Possono riuscirci, è bene esserne consapevoli.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 6 febbraio 2008)