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Annagloria Del Piano. Auguri per Sondrio 
“Obiettivo su Sondrio”. 5 - Che la Città riscopra se stessa!
01 Febbraio 2008
 

Una città immaginaria. La stessa in cui si vive, magari da anni, migliorata dai sogni, dalle idee di chi vorrebbe viverci più in sintonia con le proprie aspettative. È un esercizio mentale che in tanti abbiamo fatto, credo dovunque, anche nelle città d’arte, nelle metropoli che all’occhio esterno sembrano già offrire tutto. È il desiderio connaturato all’essere umano che abbia a cuore la propria relazione con ciò che lo circonda, sia in termini di relazioni umane, culturali e più ampiamente sociali, sia in termini ambientali (paesaggistici, urbanistici ecc.).

Una Sondrio immaginaria: come potrebbe essere?

A sentire le voci più frequentemente colte nella piazza, nei crocicchi, fra la gente, un punto cui tutti teniamo è il ripristino del Cinema “Pedretti”, lo storico cinema e prima ancora Teatro che un capoluogo di Provincia ha il dovere di avere e di tener caro e che, non lo si scordi, noi cittadini abbiamo il corrispondente dovere di pretendere. Sembra un verbo troppo perentorio, forse, ma mi piace il concetto che raccoglie: furono proprio gli attori di una compagnia teatrale – costretta ad esibirsi nella sala del Centro Policampus – a perorare con emozione la causa. Per attori e pubblico, l’alchimia scatta anche grazie agli ambienti giusti, che diano spessore e decoro artistico allo spettacolo che si va proponendo. La seria considerazione del “problema Perdetti” è stata troppo spesso rimandata, slitta sempre a nuovi ordini del giorno, comprensibilmente vista l’evoluzione politico-amministrativa del nostro Comune, ad oggi sotto commissariamento.

Però… immaginare una piazza degna di questo nome è un bisogno, una piazza Garibaldi che è stata decantata tante volte nella letteratura, citata come una delle più caratteristiche, circondata com’è dalle Alpi e, com’era, da edifici storici e sontuosi: lo storico Albergo della Posta, chiuso per ristrutturazioni che ne cambieranno ogni peculiarità (prima fra tutte quella di essere un luogo del ricordo della Sondrio antica e che sempre, grazie all’amabile professionalità della famiglia Sozzani, aveva mantenuto alto il suo vero e proprio ruolo cittadino), il Teatro, come detto, con l’annesso bar d’altri tempi. Chi non lo ricorda? Interamente tappezzato e dall’assetto retrò, perfetto per essere il foyer del Pedretti.

Ora, passando dalla piazza, ci accoglie una distesa di transenne che circondano gli scavi per effettuare il famoso parcheggio sotterraneo, scavi che han portato in luce muretti risalenti alla Sondrio più antica, probabilmente per arginare i malleretti che confluivano nel torrente cittadino. Ma questo pare non importare, e il parcheggio si farà. A Verona esiste un intero percorso realizzato con vetri e grate su cui si cammina attraverso la città, scorgendo sotto gli scavi che hanno rivelato mura storiche subito riadattati per allestire nei corridoi formatisi mostre fotografiche e pittoriche...

L’immaginazione, si sa, vola alto e così può trasferirsi ad un altro luogo mitico per i Sondriesi, ma mitico non perché sia assurto a “luogo del cuore” ma perché è tanto bello quanto è stato lontano per anni dalla fruibilità. A onor del vero durante l’anno di qualifica di Sondrio a città alpina (qualifica che, supponendosi meritata grazie a specifici parametri, ci si augura venga mantenuta con orgoglio e iniziativa dalle amministrazioni che si avvicenderanno) il Castello ha offerto possibilità di visite e in qualche bella occasione è stato scenario di rappresentazioni culturali (danza, letture, musica…). Ora è visitabile il sabato e la domenica e speriamo continui ad esserlo anche decorso l’anno di nomina. Proprio questo riavvicinamento al castello ha fatto risolleticare il palato ai Sondriesi che amano scoprire, partecipare, vedersi proporre occasioni culturali, e anche ai molti che si chiedono perché non potenziare il ruolo di questa costruzione che davvero è così riconoscibile con Sondrio, visibile dalla Piazza –di cui sopra– e da molti altri scorci, inaspettatamente, che sicuramente sorprende il turista, lassù con la sua delicata presenza, illuminato nelle ore serali che è una meraviglia. Potervicisi recare liberamente per una sosta, ad ammirare il panorama dal bel piazzale interno, magari fermarsi su una panchina in lettura, al sole invernale: è un’idea che in fondo si realizza con poco dispendio. Un Parc Guell, una piccola Barcellona in quel di Sondrio! La nostra realtà è piccola, ma perché buttare a mare le risorse di cui dispone? All’interno il Castel Masegra offre locali ristrutturati da anni! due belle sale su due livelli in cui (sempre in occasione di quella nomina di cui sopra) sono state allestite delle mostre. Si tratta di locali da cui sprigiona l’energia tipica di ciò che ha un vissuto, calda, avvolgente: continuiamo il nostro viaggio nell’immaginazione. Un concerto lì, come sarebbe? Un quartetto d’archi, un trio jazz, uno spettacolo di danza: non sarebbe un luogo ideale? E si potrebbe, così, cominciare ad avvalersi delle tante offerte artistiche locali, cui l’amministrazione finora ha dato poche, troppo poche, occasioni di proporsi. Penso ad autori che si sono fatti conoscere a livello extra-provinciale e nazionale nella poesia, nel cinema, nella danza, nella musica e ai giovani con tante potenzialità, che vorrebbero avere spazi di crescita e invece trovano il nulla in una cittadina che si dimentica degli adolescenti, in buona compagnia di un andazzo sociale diffuso…

Penso possa bastare. La prossima volta potremmo avventurarci alla ricerca di un po’ più di verde cittadino, un parco che dia respiro a una città che si è trovata diverse volte nell’emergenza inquinamento. Ma ora sospendiamo, anche i sogni sanno auto-limitarsi, così forse la notte dopo possono riprendere da dove li abbiam lasciati.

 

Annagloria Del Piano

(da 'l Gazetin, gennaio 2008)


Foto allegate

Piccoli attori al Castel Masegra. Michele e Andrea
Spettacolo di danza contemporanea di Federica Esposito al Castel Masegra
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