Dispiace leggere e commentare dichiarazioni politiche di un cardinale come quelle di Camillo Ruini. Mai mi sognerei dibattere con lui di teologia e di regole interne alla Chiesa vaticana, ma mi sento di replicare quando il cardinale decide, attraverso una trasmissione televisiva di attualità politica come “Otto e mezzo”, ancora una volta di intromettersi subdolamente nelle leggi di uno Stato provvisoriamente laico.
Quando il cardinale spiega che la libertà di una donna non è quella di abortire ma di non farlo, dice una ovvietà. Per raggiungere questa libertà, per il cardinale i mezzi sono quelli di starle vicino, dicendole che sta commettendo un omicidio, sperando nel suo ripensamento e portare quindi a termine una gravidanza non desiderata. Ma siamo sicuri che la criminalizzazione morale, e poi anche penale, sia la strategia migliore per avere meno aborti?
Ciò che il cardinale volutamente omette è che per ridurre il ricorso all'aborto, è fondamentale promuovere la contraccezione e i metodi per la procreazione responsabile. Metodi che per il nostro cardinale sono non solo inesistenti ma che vanno osteggiati ovunque (l'ostilità, anche in sede Onu, del Vaticano per l'uso del preservativo contro il dilagare dell'Aids, è solo l'esempio più tragico).
Inoltre occorre rimuovere gli ostacoli alla contraccezione d'emergenza, la cosiddetta “pillola del giorno dopo”: un indiscusso beneficio potrà derivarne dall’abolizione dell'obbligo di ricetta, non ripetibile, come è avvenuto negli Usa e in gran parte dei Paesi Ue (Francia, Gran Bretagna, Belgio, Grecia, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Svezia). In molti Paesi, tra cui la Francia, è addirittura disponibile gratuitamente nell’ambito di progetti specifici per le ragazze minorenni e a scuola.
E proprio sulla procreazione cosciente e responsabile ho già depositato con altri parlamentari una mozione parlamentare.
Donatella Poretti
Qui puoi sottoscrivere la petizione
“pillola del giorno dopo senza ricetta”
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