Anche se molti sono i Filistei, non sarà per questo che si cederà alla tentazione di Sansone; in tanti, in modo palese alcuni, più occulti molti altri, in queste ore e giorni hanno giocato e giocano la carta dello sfascio. Troveranno, come hanno trovato, nei radicali i più irriducibili avversari a questo disegno irresponsabile. Al “tanto peggio tanto meglio” abbiamo sempre contrapposto un rigoroso, puntuale lavoro fatto di cose fatte e da fare; alla demagogia abbiamo sempre contrapposto la cultura riformatrice e di intransigente difesa delle istituzioni e delle “regole”. Abbiamo puntualmente denunciato le forze della conservazione e della vera e propria reazione, che sono di casa sia nel centro-destra che nel centro-sinistra; abbiamo indicato soluzioni praticabili e che in altri paesi sono già praticate; siamo stati pazienti e non abbiamo mai risposto alle discriminazioni e agli insulti che ci sono stati scagliati; non abbiamo mai fatto o tentato ricatti. Nessun radicale, mai, ha detto: o si fa come diciamo noi, oppure ce ne andiamo. Abbiamo sempre cercato e offerto confronto, dialogo, dibattito. Da forza riformatrice siamo stati responsabili, e responsabilmente i radicali che hanno ricoperto incarichi di governo e istituzionali hanno operato con senso di responsabilità, anche quando si trattava di scelte non immediatamente paganti. Nulla abbiamo concesso alla demagogia, non abbiamo rivendicato posti di potere, non ne abbiamo occupati. Accade spesso di sentir dire che tutti i politici sono uguali, che sono animati dalla logica “Francia o Spagna, purché si mangia”. Ebbene: non un solo radicale figura in quanto tale, e per meriti politici, alla guida di un ente di stato, di una ASL, di una municipalizzata. Di più: non un radicale, da quando questo partito vive (e sono cinquant’anni), è stato mai condannato, arrestato, inquisito, raggiunto da avviso di garanzia, processato, per concussione, tangenti o reati simili. Non un radicale vive in appartamenti di proprietà di enti di Stato e acquistati a prezzi di favore. Non uno. Dunque, non è vero che siamo tutti uguali…
Il presidente del Consiglio Prodi ha voluto affrontare la crisi nelle sue sedi più proprie, il Parlamento; e ha chiesto un voto di fiducia alla Camera prima, al Senato poi. È andata come sappiamo: per uno scarto di tre voti, a palazzo Madama è andato “sotto”. Tre voti: tre senatori che illegittimamente siedono negli scranni del Senato, in luogo di altri che ne sono stati esclusi grazie a un’interpretazione della legge che il meglio della scienza giuridica ritiene arbitraria. Questi i fatti nudi e crudi. Si potrebbe dire, a questo punto: ben gli sta. Ma non è la logica di Sansone, quella che ci anima; non siamo preda di un cupio dissolvi. Più che mai ora ci impegneremo per assicurare quella politica e quelle riforme liberali, liberiste e libertarie, laiche e socialiste di cui questo paese ha grande necessità. Più che mai ora, per contrastare il probabile, perché si affermi il possibile. Perché non prevalga il gioco al massacro.
Le posizioni sono chiare, sotto gli occhi di tutti. C’è però una questione che ci dovrà vedere più che mai impegnati: è il nodo “informazione”. Quello che accade, che è accaduto, non è tollerabile. Fin da subito occorrerà trovare i modi per reagire a questa situazione di incancrenita illegalità.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 25 gennaio 2008)