Un breviario di norme attinenti alla moralità del lavoro poetico è quest’ultimo libro di Daniele Pieroni Distici morali con disegni di Carla Accardi, edito da Il Bulino. E come ogni trattatello morale è collezione di precetti, ma oscillanti fra due sponde, attento Daniele a segnalare, rimarcandola, la necessità che ogni massima abbia sempre il suo contraltare: «umano è piangere i defunti / e salvarne la memoria / ma attenti a non morire nel rimpianto / rincorrere le ombre a riposo/saper scordare fa del bene». Oscillazione che raggiunge la sua massima ampiezza in un’oscillazione superiore che tutto comprende: «ogni vita è figlia della propria morte». Mai, dunque, si deve considerare qualcosa della propria vita senza aver presente il confronto con l’altra vita che ci attende. Siamo chiaramente all’interno d’una investigazione condotta all’interno della fede cristiana, ma non è chi non veda che tutto il pensiero è valido, che tutte le ipotesi e le investigazioni sono da prendere in considerazione, in quanto arricchimento attraverso il confronto della propria posizione. In ogni caso siamo fortemente all’interno del percorso che collega i grandi libri della letteratura che hanno come oggetto la fede: «la bolgia della vita hai traversato / gironi uno ad uno hai numerato», compreso il tema della conciliazione della bellezza con gli affanni del mondo che proviene dal pensiero di S. Tommaso d’Aquino. Soprattutto sarà sempre da parte di Pieroni attento uso della ragione di cui bisogna fare professione. Siamo di fronte a una fede che non solo non disdegna la ragione, ma che si dichiara non completa senza di essa. Ultimo, ma non ultimo, un accorato appello affinché anche il piacere non sia tenuto fuori come parte indegna o ininfluente, ma come dono che ci consente di godere del creato e di immaginare ciò che ci trascende: «e facciamo del piacere buona morale / foraggio ed olio al nostro andare».
In un certo senso si potrebbe dire che i disegni di Carla Accardi, che accompagnano il testo, con le loro tessere di puzzle designino uno spazio vuoto definito, come un contrappasso, dal preciso profilo delle stesse. Un vuoto che esiste solo grazie al pieno delle forme che è l’imperativo categorico a cui il poeta sottomette la sua opera. Il tratto poi che campisce le tessere, quasi a mimare un colore o a dare sostanza alle cose, equivale all’atto che riempie di sé il mondo. Assumere una condotta morale non è forse prima di tutto dare un senso al mondo?
A volte, un segno nero più spesso, che corre parzialmente lungo il bordo delle formelle, condensa sul foglio profondità, fa la parte dell’ombra, proiezione anche incerta o oscura se volessimo leggere i disegni dell’Accardi sotto l’illuminazione che le parole di Daniele Pieroni proiettano. Niente, infatti, può essere semplice e senza ombre, senza viraggi contraddittori e senza ineliminabile dubbio. E forse è proprio questa coscienza a fondare l’incrollabile necessità del dialogo.
È questo un libro che invita alla riflessione pacata e al dialogo, anche attraverso l’ozio, a non assumere falsi incantatori o fomentatori come guide o trascinatori indebiti. Poesia può essere strumento, per chi scrive e per chi legge, di altissima riflessione e autonomia: strumento, appunto, morale.
Rosa Pierno
Daniele Pieroni nasce a Pescara nel 1961, vive a Roma. È autore di poesie, prose, saggi apparsi su riviste e in volume. Il suo esordio è Scritti, Milano 1984, cui seguono: Il libro di Ilaria, Salerno 1991; Colombario dell’idea, Roma 1995; Passi esornativi e una palinodia, Grottammare 1999; Prose, Roma 2003; Lingua e batticuore, Pescara 2003; Orazioni, Roma 2006; Distici morali, Roma 2007. Traduce dall’inglese e dal francese.
Carla Accardi nasce a Trapani nel 1924, vive a Roma. Nel 1947 fonda a Roma, insieme a Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli, Sanfilippo e Turcato, il gruppo Forma 1. Dal 1954 la sua poetica del segno si articola per insiemi di segmenti pittorici bianchi su fondi neri. Negli anni Sessanta sviluppa un linguaggio incentrato sul rapporto segno-colore. Partecipa a numerose rassegne d’arte nazionali e internazionale: nel 1951, Arte astratta e concreta in Italia, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; nel 1964, 1976, 1978, 1988, Biennale di Venezia; nel 1982, Ambiente/Arte, Roma; Avanguardia e Transavanguardia, Roma; nel 1986, Chambre d’Amis, Gand; nel 1989, Italian Art in 20th Century, Londra; nel 1994, The Italian Metamorphosis 1943-1968, Guggenheim Museum, New York; nel 1997-2000, Minimalia, Venezia, Roma, New York.