Un teatro immenso ma vuoto. Sul palcoscenico diversi candidati al ruolo di Amleto, in fila con ordine.
Una voce dall’alto: – Avanti il prossimo.
– Nome?
– Bordonio.
– Perché partecipa alle selezioni?
– Bah, perché credo di incarnare il desiderio della maggioranza degli spettatori. Basta con questo snobismo della sinistra elitaria e lontana dal popolo. Io sarò l’Amleto di tutti: l’Amleto operaio, l’Amleto imprenditore, l’Amleto amico e consigliere, l’Amleto che evade dalla realtà.
– Ecco, ci spieghi meglio il concetto di evasione: la letteratura come evasione?
– No, l’evasione come letteratura, piuttosto. C’è un sacco di giurisprudenza in materia e mi piacerebbe rimettere in discussione anche la figura di Claudio. Magari proporrei un indulto e...
– Avanti un altro. Grazie, le faremo sapere.
– Nome?
– Schenio.
– Lei ha qualche motivazione particolare?
– Ma... A me di Amleto piace questa eterna sospensione tra l’essere ed il non essere, tra la follia e l’estrema razionalità. Il dissidio scrittore-personaggio che non si risolve e non si colloca mai.
– Spieghi meglio questo concetto.
– Collocarmi per me è sempre stato un problema: io vorrei essere un principe di Danimarca senz’altro deciso, ma attento anche ai rapporti con Fortebraccio, che alla fine arriva per invaderci. Insomma, i poteri forti vanno sempre in qualche modo ascoltati.
– Grazie, avanti un altro. La ricontattiamo, semmai.
– Nome?
– Violanzio.
– Ci spieghi come pensa di interpretare Amleto.
– Amleto? Io credei che saressi un grande addore se potrebbi avere la parte. E poi voio ppiù di panchine e qualche lambione al cimidero che così si vedrebbero meglio li spiridi. Comunque mi collocherebbi al cendro del palcoscienico che ssono moldo fotoscienico.
– Avanti un altro.
– Nome?
– Moltenio.
– E lei? Che Amleto vuole?
– Io sono il migliore. Ho già fatto Amleto tante volte e so tutti i segreti della parte. Per esempio, conoscendo la trama in anticipo, prometto di non ammazzare Polonio che si nasconde dietro le tende, così che a catena, in un circuito virtuoso di eventi, anche Ofelia non impazzirà.
– Ma, così, sovvertirà gli equilibri della tragedia: non le sembra di esagerare con il personalismo?
– È la gente che me lo chiede – indica il teatro vuoto. – Danimarca Democratica garantirà una lunga vita al regno. E dirò di più: sveleremo anche a Otello che Desdemona non gli è stata infedele. Noi vogliamo la felicità per questa tragedia.
Mentre le luci si spengono sull’ultimo candidato, si sente una voce gridare: – Ehi, ma qualcuno ha pensato a progettare la scenografia?
– A dire il vero, no – la risposta imbarazzata copre un buio silenzio.
Un’ultima frase:
– Ma come diavolo si fa a pensare di mettere in scena l’Amleto senza avere un’idea di Danimarca?
Oscurità totale. Sipario.
Luciano Canova
(da 'l Gazetin, gennaio 2008)