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Anna Lanzetta: Sul concetto di "utile" insegnando. Pacato dissenso da Ugo Sentito
24 Gennaio 2008
 

Che il Laboratorio-Scuola su TELLUSfolio si arricchisca di nuovi e importanti contributi torna a beneficio non solo degli studenti ma di tutti coloro che credono nel valore della cultura e danno il proprio contributo in termini di esperienze e di confronto. L’auspicio è che questo spazio, già molto interessante per le voci che vi operano e per gli argomenti che tratta, si amplifichi ulteriormente con il contributo di altri percorsi e altre discipline.

Bisogna ringraziare chi ha avuto l’intuito di aprire questa finestra quale ausilio per studenti e insegnanti dando a tutti la possibilità di confrontarsi e di essere propositivi.

A mio modesto parere, tutti gli interventi, che compaiono in questo settore, sono parimenti “utili” ai fini didattici e formativi e meritevoli di considerazione, e in particolare quelli che scaturiscono dagli interessi espressi dagli stessi studenti e da loro realizzati in età adolescenziale.

Nell’insegnamento, una proposta mirata a raggiungere obiettivi che il docente stesso si propone di realizzare è fuorviante ai fini della formazione, poiché la scelta delle tematiche da approfondire deve scaturire da un’informazione ad ampio raggio che fornisca ai discenti gli elementi di riflessione che porteranno ognuno a scegliere poi il percorso che sente più vicino ai suoi interessi. Tutto è “utile” quando si fa cultura, purché tutto ciò che viene insegnato concorra a formare personalità responsabili e libere nel pensiero, in grado di operare, nel tempo, scelte senza condizionamenti o induzioni; se l’insegnamento non raggiunge questi risultati fallisce l’obiettivo formativo. In ogni campo e in ogni momento è lo studente che deve esprimere i propri interessi sulla base del sapere acquisito ed è l’insegnante a creare le condizioni affinché ciò si realizzi. L’insegnante deve fingersi artigiano e in conformità agli interessi espressi dagli studenti, deve scegliere i percorsi, le strategie e gli strumenti più consoni.

Nell’insegnamento, a mio parere, non esiste il termine “utile” per indicare un percorso che si ritiene essere il migliore sia perché il termine stesso risulta discriminante in quanto si contrappone al meno utile, sia perché io penso che la cultura sia “una” e “una” la voce con cui essa parla al Territorio, alla Nazione e al Mondo.

Quando si trasmette cultura, ci si veste di umiltà, perché essa è la radice della nostra storia e della nostra civiltà e risulta “utile” solo se intesa come arco della storia stessa nel suo significato globale, in cui entra a merito anche la storia del nostro paese e dei nostri protagonisti.

Ogni insegnante che insegni Storia e Letteratura non può non insegnare, attraverso una scelta di letture, i momenti più salienti della Storia del nostro paese che hanno caratterizzato evoluzioni e cambiamenti, sia perché previsto dai programmi sia perché li ritiene necessari; è giusto leggere a scuola gli autori più rappresentativi del Novecento che trattano tali problematiche, purché il tutto avvenga con spirito critico e senza contrapposizione di parte.

Tutti i linguaggi espressivi concorrono a rappresentare i momenti più salienti della storia di un paese e in primis l’Arte, il cui linguaggio dovrebbe essere patrimonio di tutti gli studenti senza discrimine per il suo intrinseco valore educativo.

Io penso che sia importante che il Laboratorio abbia voci nuove e innovative, purché non risultino strumenti di informazione unilaterali e soltanto nostrane; abbiamo tutti bisogno di sapere e di approfondire problematiche che quotidianamente ci investono, ma che nessuno indichi ciò che è “utile” o non; ai fini educativi tutto è utile purché non sia ideologicamente strumentalizzato; gli studenti sanno, a loro merito, molto più di quanto si pensi noi adulti che ci arroghiamo diritti educativi che rischiano la diseducazione a certi valori. Ben vengano i “nostri” autori ma in un clima planetario dove la lotta di un popolo è quella di tutti, come la lotta di una categoria ci colpisce al cuore parimenti la morte di tanti bimbi, la violazione dei diritti umani, la violenza sulle donne e altre problematiche che ci attanagliano e per le quali ciascuno di noi, si adopera come può senza priorità di sorta.

 

Si ringrazia la Redazione e il Direttore, prof. Di Scalzo per l’attenzione e per lo spazio concesso.

 

Anna Lanzetta


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