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Savina Martinucci: Un po’ di pane quotidiano
19 Gennaio 2008
 

Si deve sapere che il tasso di disoccupazione standardizzato in Lussemburgo si aggira intorno al 3% circa, probabilmente il più basso d’Europa. Vi racconto un episodio a cui assistii durante i miei primi giorni di permanenza nel Granducato. Tenendo sempre ben presente che provenivo da un decennio vissuto a Milano.

Notai, incuriosita, alcuni operai arrampicati ad un semaforo, apparentemente nulla di strano... se non il fatto che stavano “spolverando” le lampadine!!!

Si si, immaginatevi pure una scena da fumetti, io con gli occhi sgranati e la bocca aperta. Fatti così potrei raccontarvene altri, il mio principale intento però, è solo quello di far conoscere qualcosa di ciò che accade in questa minuscola landa comodamente adagiata nel cuore dell’Europa, grande quanto un terzo della nostra Umbria. Ricco (e non chiediamoci nulla di più), disoccupazione ridotta al minimo, quindi una spiccata creatività nell’inventare “nuove figure professionali”, presumo per tenere sempre sotto controllo il livello di disoccupazione.

Niente file interminabili agli sportelli, tutto scorre agevolmente, rapidamente. Niente iter burocratici contorti ma pratiche snelle e lineari. Mezzi pubblici in perfetto orario con ovunque corsie preferenziali da tutti rispettate. Assistenza sanitaria efficiente con parcelle pagate ai vari professionisti che, dal momento in cui viene richiesto agli enti competenti e nel giro di pochi giorni, vengono rimborsate ai fruitori nella misura del 95%, quindi nessuno evade. Strade pulite, parchi ben curati che è un piacere camminarci a piedi scalzi senza la paura di calpestare non si sa bene cosa, in generale c’è un rispetto delle cose di tutti tanto che se qualcuno decidesse di infrangere queste tacite regole, capita che venga segnalato alle autorità competenti (che naturalmente arrivano in un battibaleno) dagli stessi cittadini, nel momento stesso in cui si trasgrediscono (e mi è capitato di vedere anche questo).

Corsi di lingua organizzati dallo Stato a costi bassissimi o addirittura simbolici nel caso del lussemburghese proprio per permettere a tutti la loro frequentazione e quindi integrarsi rapidamente, almeno dal punto di vista linguistico.

È una città cara non c’è che dire ma i salari sono abbastanza rapportati, tanto da poter sopportare sufficientemente i costi della vita.

Esistono strutture efficientissime formate da personale infermieristico per quel che concerne l’assistenza agli anziani soli presso le loro abitazioni, o ancora organizzazioni parastatali formate da donne tra i 40 e 55 anni (quindi con una certa esperienza dando così una certa tranquillità) che assistono ed intrattengono i bambini malati a domicilio nel caso in cui i genitori lavorino entrambi ed abbiano problemi ad assentarsi troppo spesso dal lavoro per rimanere a casa, e ancora, numerosissimi asili-nido e fino al termine della scuola dell’obbligo strutture denominate foyer (per intenderci una specie di doposcuola), che si prendono cura dei bambini fuori dall’orario scolastico fino, alle h 18:30. I bambini qui sono molto amati e rispettati, nessuno si azzardi a maltrattarli... Ad una mia conoscente italiana è capitato di essere ripresa da un cittadino lussemburghese, dopo aver dato uno scappellotto al figlio per strada... immaginatevi un po’ come puo’ essersi sentita in quel momento.

 

Potrebbe sembrare un po’ il paese dei balocchi ma no, troppo facile, è un piccolo stato e questo facilita la sua gestione, l’adozione di normative semplici e chiare (che naturalmente si possono condividere o meno) e uguali per tutti elimina l’insorgenza di malintesi, non ci sono “ma” e “forse”, è così e basta, forse lo si potrebbe accusare di essere troppo rigido ma temo che se così non fosse le cose non funzionerebbero come invece funzionano e poi a ben vedere, non ne ho l’assoluta certezza ma sono quasi sicura che esistano anche uffici preposti nella valutazione dei casi speciali, perché è vero che in generale “tutto” va bene ma esistono anche qui famiglie che vivono sulla soglia di povertà o comunque con problemi di adattamento o fragilità di varia natura e non sono abbandonate a se stesse ma invece aiutate.

Tra i connazionali mi è capitato di sentire accusare il modus operandi nel Granducato, troppo indulgente e privo di contenuto, non sono totalmente d’accordo; credo piuttosto che sia non di facile comprensione, da parte di un italiano, abituato forse a troppe “flessibilità” a troppe “contestazioni” a troppe “raccomandazioni” e casi “speciali”... e fermiamoci qui, perché vorrei evitare teatrali cadute di stile, non è della polemica che voglio fare, sono un’italiana anch’io e parlo semplicemente con cognizione di causa; è un dato di fatto, punto.

Il suo rigore non lo interpreto come una forma oppressiva, non è negata la libertà di parola o di stampa, tutto sta, a mio avviso, nel modo in cui si impostano le cose, si possono persino dare idee per migliorare qualcosa che traballa... già perché anche qui, qua e la, qualcosa traballa... Per esempio gli orari dei negozi, a parte qualche centro commerciale fuori città, chiudono alle 18:00 (ed in perfetto orario credetemi). Il prolungamento dell’orario di chiusura potrebbe essere interessante sia da parte dei commercianti quanto per coloro i quali lavorano ad oltranza e che non sono pochi; questo poteva andar bene fino a qualche decennio fa, prima che l’attività finanziaria occupasse qui un ruolo di rilievo e, più recentemente, prima che alcune delle istituzioni della comunità europea scegliessero come loro sede il Lussemburgo. I tempi sono cambiati le abitudini vanno rivedute e piano piano ci si arriva, anzi nemmeno tanto piano piano, se ne sta già parlando così come si sta già parlando dell’età che un bambino deve avere per poter iniziare la scuola. Al momento qui l’anno scolastico diciamo che inizia il 15 di settembre, l’aspirante scolaro può iniziare il suo percorso scolastico solo se ha compiuto i 6 anni entro il 1° settembre dell’anno in corso, in caso contrario se ne riparlerà l’anno successivo, e ancora, la doppia cittadinanza, attualmente non è contemplata ma anche questo è in discussione alla Camera.... Come vedete ci sono delle cose che sono rimaste un po’ ancorate ad un vecchio stile di vita, assolutamente passate che vanno rivedute, modernizzate, riqualificate, portate ed equiparate ad un modello più europeo.

 

I lussemburghesi... popolo enigmatico, chiuso, diffidente e forse anche un po’ frustrato... Ma come non capirli, fino a qualche decennio fa la maggior parte di loro erano proprietari terrieri, contadini, ora si trovano letteralmente schiacciati da un tal numero di “stranieri” e lottano per tenere viva la loro identità i loro usi e costumi, la loro lingua.

Entrare nelle loro grazie non è cosa semplice, ma una volta che hai conquistato la loro stima e fiducia ti danno tutto quello che hanno nel cuore. Fondamentalmente siamo noi gli ospiti, noi dobbiamo fare il primo passo verso di loro ed ottenere una serena convivenza ed integrazione, altrimenti formeremo solo piccole nostalgiche isole lontano da casa.

Nella vita, ho imparato che mai nulla è dovuto... lo si deve meritare, troppo spesso si critica senza conoscere, e se invece...

 

Ovunque, lascia che la neve sfiori il tuo viso...

...così ...semplicemente

 

Savina Martinucci


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