Piccola, ma importante, notizia di prima mano. Una buona notizia! Si è tenuta stamattina, presso la Corte d'Appello di Milano, 1ª Sezione penale, l'udienza alla quale mi sono presentato, quale direttore responsabile del Gazetin, imputato del reato di diffamazione a mezzo stampa (o più precisamente 'omesso controllo' che ciò avrebbe consentito) nei confronti del Sindaco e dei componenti la Giunta comunale di Traona (So), per una corrispondenza del gennaio 2000 dal piccolo centro valtellinese.
Assolto in primo grado a Sondrio (21 ottobre 2003, sentenza n. 267) con formula piena («il fatto non costituisce reato»), il ricorso in appello era stato presentato, non dalla parte civile e cioè dagli amministratori che mi avevano querelato, ma dal pm Luisa Russo (!). Il piccolo caso di provincia (per la documentazione sulla vicenda si veda il link in calce) aveva dunque attraversato tutta la vicenda italiana di questi ultimi tempi: legge “Pecorella” (9 marzo 2006, n. 46) che, fra l'altro, eliminava il potere, in capo al pubblico ministero oltre che all'imputato assolto, di impugnare le sentenze di proscioglimento; successivo giudizio di incostituzionalità, con conseguente annullamento, della normativa stessa da parte della Corte Costituzionale (gennaio 2007) e quindi ripresa anche del procedimento a mio carico; riduzione dei termini di prescrizione per il reato in questione da 10 a 7 anni... etc.
In conclusione, il supposto reato da me compiuto nel 2000 risultava oggi prescritto, come già sapevo e mi ha riferito la presidente del collegio giudicante in apertura d'udienza. Non avendo però io accettato la prescrizione, udienza e giudizio sono proseguiti nel merito: è stato lo stesso Procuratore generale a chiedere l'assoluzione (!) ritenendo adeguatamente e correttamente motivato il giudizio di primo grado, cui il mio legale (Avv. Enza Mainini, che ringrazio anche qui) si è associato riportando le ragioni ampiamente emerse e dibattute, mentre la parte civile insisteva per la condanna e il risarcimento. Conclusioni: conferma della sentenza assolutoria del Tribunale di Sondrio, deposito dei motivi entro 30 giorni.
Che dire, oltre ad esprimere piena soddisfazione, mia e del giornale (edizione su carta e sul web)?
Criticare, anche aspramente, politici e amministratori che si fatica talvolta a distinguere dai malavitosi non è reato. Malgrado dubbi e perplessità in proposito si facciano di giorno in giorno più pressanti, in Italia è garantita la libertà di espressione. Se si è disposti ad accollarsene... gli oneri (non è un errore di digitazione: oneri, non onori).
Enea Sansi
Qui per accedere alla documentazione sulla vicenda disponibile on line