Siamo rimasti indecisi fino all’ultimo momento se aderire a questa escursione, memori dell’odissea di due anni fa per raggiungere Il Cairo da Sharm El Sheik, anche se da Marsa Alam (base di partenza) a Luxor il tempo di percorrenza c’era stato prospettato dall’assistente del nostro Tour Operator di un paio d’ore inferiore. Alla fine, l’incredibile fascino di Luxor, l’antica e leggendaria Tebe, capitale dell’Impero Egizio, ha prevalso su tutto e abbiamo deciso di affrontare le fatiche e le insidie che questa gita proponeva. Ci siamo alzati di buon’ora, cioè alle quattro del mattino per poi fare rientro al villaggio turistico allo scoccare della mezzanotte. Un viaggio in pullman veramente scomodo. Come guida avevamo un egittologo che per prima cosa ci ha spiegato che per motivi di sicurezza avremmo dovuto cambiare l’autista del pullman dopo qualche ora di viaggio, che con noi c’era una guardia armata e che per l’intera giornata saremmo stati scortati. Infatti, alle prima luci dell’alba ci siamo ritrovati in un grande parcheggio nei pressi di Hurgada nel quale, dopo i dovuti controlli, si è formato il convoglio. Saremmo stati più di un centinaio di pullman, con scorta armata in principio e in coda. Dopo questa sosta siamo andati incontro a diversi posti di blocco.
Abbiamo attraversato una varietà di paesaggi, dalle aride montagne fino ad arrivare sulle rive del Nilo con la rigogliosa vegetazione.
La città di Luxor, sita nell’Egitto centrorientale, è divisa dalle sponde del Nilo in due parti: “il regno dei vivi” e quello “dei morti”. La visita è iniziata dalla riva destra detta “regno dei vivi”, dove sorgono i giganteschi templi di Karnak, costruiti nel 2000 a.C. perlopiù in mattoni crudi. Si estendono su un'area di oltre 3 km2. Due recinti circondano i santuari, eretti per volontà del faraone Amenofi III rispettivamente in onore del dio Montu e della dea Mut; un viale fiancheggiato da sfingi porta dal tempio di Mut all’edificio sacro più grande e più importante, dedicato al dio Ammone. Le vestigia archeologiche sono mozzafiato. Ci si chiede come tanto splendore sia ancora così visibile, intatto a cospetto del tempo. Dopo aver sostato in vari punti del sito e ascoltato le spiegazioni della guida siamo andati, prima di pranzare in un hotel cinque stelle sulle rive del grande fiume, in una fabbrica di papiri. Lì abbiamo assistito ad una dimostrazione su come si realizza la carta di papiro. Un procedimento tutto sommato abbastanza semplice. Si deve prendere la parte interna del fusto di un papiro. Con la parte bianca si formano delle striscioline che devono essere immerse in un cantino d’acqua per sei giorni. Ogni giorno bisogna cambiare l’acqua. Poi si prendono queste strisce e si fanno delle composizioni, mettendone alcune in verticale, altre in orizzontale formando un foglio che successivamente verrà dipinto. Il negoziante ci ha messo in guardia sul papiro che si trova per strada che non è fatto seguendo questo procedimento e talvolta invece del papiro vengono usate le bucce di banana. Terminato il pranzo siamo andati sull’altra sponde del Nilo con dei barconi. Lungo tutto il corso del Nilo pullulano schiere di abitazioni fatte di calcare, di fango dalle quali si vedevano spuntare panni appesi e qualche figura umana qua e là. Bambini sporchi, donne nascoste sotto tuniche nere che le avvolgevano da testa a piedi, qualche uomo e qualche bestia. Poveri, poverissimi direi. Appena avvistati i turisti tutti corrono incontro a chiedere qualcosa. I bambini tirano per le mani cercando qualche moneta, uomini di ogni età che vogliono vendere le loro chincaglierie, cambiare soldi ecc. Le donne con in braccio qualche bambino cercano da mangiare.
Risaliti sul pullman siamo andati verso la Valle dei Re e delle Regine, dove durante il percorso abbiamo potuto ammirare i colossi di Memnon. Giunti a destinazione abbiamo visitato tre tombe che contenevano numerosi vani le cui pareti erano splendidamente decorate con dipinti di scene magiche e simboliche e con testi geroglifici. Con il pullman abbiamo nuovamente attraversato il Nilo per andare a visitare il tempio di Luxor, che sorge sulla sponda orientale del fiume. Questo imponente edificio fu iniziato intorno al XIII secolo a.C., durante il Medio Regno.
Sulla via del ritorno ci siamo fermati in una fabbrica di vasi. Dopo la dimostrazione di come si costruiscono i vasi in alabastro abbiamo visitato il negozio nel quale si potevano fare degli acquisti. La città di Luxor ospita anche un interessante museo che per motivi di tempo non siamo riusciti a visitare. Il rientro è stato faticoso in quanto abbiamo dovuto rifare l’iter del mattino, aggravato dal fatto che a quell’ora rientravano anche i lavoratori, in particolare camionisti, che venivano fatti accostare per dare la precedenza ai pullman dei turisti.
L’escursione, nonostante i disagi, è da consigliare. Luxor costituisce uno dei siti archeologici di maggior rilievo di tutto l’Egitto. Si vedono i resti di una cultura durata ben 3000 anni, che nonostante lo scorrere del tempo non esaurisce mai la sua attrattiva. Le immagini fotografiche e televisive non rendono la suggestione che si prova varcando le soglie di questo mondo leggendario.
CONSIGLI UTILI
È meglio portarsi da bere in bottiglia e qualcosa da mangiare. Dipende dall’organizzazione dei vari tour operator ma in genere la colazione è al sacco portata dal villaggio nel quale si alloggia e per il pranzo si viene condotti solitamente in un ristorante di ottimo livello, con cucina internazionale e servizio a buffet. La cena invece è un problema, quindi è meglio portarsi uno spuntino dal villaggio. Ci sono delle soste obbligatorie, per motivi di sicurezza, in autogrill che non sono certo quelli delle nostre autostrade italiane. Sono luoghi piuttosto sporchi ed è consigliabile acquistare solo generi alimentari confezionati, anche se non garantiti. Ci vogliono sempre alcune monetine per poter utilizzare i bagni.
(Viaggio effettuato nel dicembre 2007)
Paola Mara De Maestri