I quattordici esperti della Commissione federale elvetica sulle questioni droga, hanno raccomandato di non punire più i consumatori di spinelli, perché successi fino ad oggi non ci sono stati mentre, come per alcool e tabacco, se ne potrebbero ottenere con una regolamentazione.
Un esempio, a nostro avviso, di come andrebbe affrontato il problema, cioè scevri di preconcetti che portano a bendarsi gli occhi ed a valutare il fenomeno solo come funzionale ad una propria impostazione ideologica: i giovani si fanno gli spinelli anche se la proibizione è palese e più si proibisce più aumentano i consumi, quindi vuol dire che i messaggi trasmessi fino ad oggi non erano efficaci. Si impone, quindi, quantomeno il tentativo di modificare la politica perseguita fino ad oggi e poi, sempre con serenità razionale, valutarne gli effetti rispetto alla situazione precedente.
Un discorso che potrebbe non fare un grinza ma che, trasportato nel nostro quotidiano istituzionale, non solo deve confrontarsi con gli ostracismi ideologici, ma essenzialmente con gli equilibri di potere dell'attuale maggioranza di governo. Equilibri per i quali siamo al paradosso: la legge voluta dal Governo Berlusconi e fortemente osteggiata dall'opposizione dell'epoca, quando quest'ultima è diventata maggioranza è stata la principale responsabile dell'attuazione di questa legge, lasciando alle dichiarazioni delle feste di partito la propria volontà di modificarla. Purtroppo (per lui) il maggiore responsabile di questa situazione è il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, che sta passando nella storia di questo Paese come colui che preannuncia sempre una proposta di riforma del Governo, con l'unica funzione di ritardare il confronto su quelle già depositate.
Ci auguriamo che ciò che accade a Berna possa servire da lezione e da stimolo, quatomeno per cominciare a parlare di riforma lì dove la stessa deve essere messa in atto, il Parlamento. Il prezzo che stiamo continuando a pagare per questo immobilismo è altissimo: forze di polizia che corrono dietro a giovani che si fanno spinelli invece di potersi dedicare più intensamente contro i narcotrafficanti; delinquenti che immettono su un mercato sostanze per loro più lucrative possibili che, come sta accadendo questi giorni a Roma, Firenze e Torino, fanno schizzare in alto il numero di morti per eroina tagliata in modo letale per gli assuntori. Continuiamo a farci male?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc