Caro professore, ...Lei dovrebbe star sciando. Auguri ed un sereno relax. Ho letto i 7 punti di Dini e... meraviglia!, della serie 'eppur ne ha una di buona!', chiede l'abolizione delle province. Chi dice -non è in programma!- fa male. Ed io sono così convinto che l'Italia tornerà a svilupparsi solo se avrà il coraggio di mettere in programma la cosa e dichiararlo forte che mi metto nei problemi personali di Dini, che dovrebbero essere il fallimento delle/della società della moglie. Se fosse qua in Italia non sarebbe grave, Sud a parte.
In Centro America, dev'essere una questione di vita e di morte.
Un solutore possibile è Berlusconi. Se la questione -a chi pago per chiudere la cosa?- fosse facile il Suo Governo avrebbe forse già perso sulla fiducia. Berlusconi avrebbe già pagato e Dini avrebbe votato con lui.
Un altro solutore può essere lo Stato Italiano che prende contatti con gli Stati del fallimento e mette un argine.
Deliro? Forse no, vero?
Spendo questa carta non perché ami le sorti di questo ex funzionario della Banca d'Italia, che se ne frega dell'Italia, ma perché amerei che la richiesta dell'abolizione delle province diventasse un punto programmatico ed il Suo Governo continuasse. Obiettivo a dieci anni, magari, ma con tutti i passaggi operativi intermedi, compreso lo screening dei dipendenti pubblici da destinare ad altre vie, da dettagliare a gennaio.
Lei è il mio professore di Sviluppo Economico (1968-1969 Trento). Non ha bisogno di miei dettagli!
Scrivo solo perché m'illudo che da fuori si veda più chiaro e perché credo al Suo stupore -ma cosa vuole Dini?-.
Che il 2008 veda lo Stellone d'Italia brillare di nuovo!
La saluto,
Carlo Forin