(lei) non gli volge uno sguardo
dall’antica complicità, sorride già ad altro
tra i pozzi di luce e i molti pozzi d’oscurità, nel folto. Nel folto.
Mario Luzi
– Grazie per essermi stato vicino!
Ora che rientro nella vita, tutta in discesa,
ora fai due passi più in là, per favore
aspettami qui, fuori dal negozio…
voglio farmi ancora più bella…
Dunque il tuo nodo era questo, il succo
di quel discorso che come un nervo scattava
in un guizzo di malizia. La tua vanità
mi riporta per contrasto all’incrocio fra
via Industria e via Maestri del Lavoro;
da là guardo i manichini nel dedalo maestro
di luce e scaffali; i tesori di un’anfora
resa dal mare, in vendita oppure al baratto
in questo civilissimo corso, nel sottovetro
del nuovo mercato abbagliante: luci di luce…
È diventato facile sbaraccare, uno ad uno,
tutti i bazar sulla Via della Seta; imporporare
il volto rotondo delle badanti venute dall’Est.
Mi ritrovo ad osservare la mia immagine riflessa…
e mi stupisco di osservarla da così lontano…
– Ma sì, aspetta caro… e col pensiero gioca
al tuo triste mercante in fiera…
Ma come… non sapevi dell’uscita sul retro?
del mondo identico e riversato nell’altro corso?
C’è persino un arco di trionfo, per me
sull’altra via…
Francesco Osti