Oggi l'Associazione Produttori Televisivi ha espresso soddisfazione per l'aumento del canone/tassa Rai. L'Apt ha anche ammonito che «l'aumento del canone, che porterà alla Rai 30 milioni in più, non è sufficiente a coprire il deficit di 200 milioni necessari a svolgere le attività 'da canone' della Rai» ed ha invitato il Governo «a prendere atto dell'urgenza di occuparsi in modo sistematico della materia, in primis combattendo l'evasione, che ormai interessa quasi il 30 per cento degli utenti».
Esattamente come il Governo e la Rai, l'Apt inganna l'opinione pubblica. Ecco perché:
1. l'Apt presume che chiunque non paghi il canone sia un evasore, in quanto evidentemente è impensabile che vi siano cittadini non interessati alle loro indispensabili produzioni;
2. la vera evasione è quella del canone speciale a carico delle aziende, quasi del 95%, per un danno erariale di un miliardo di euro ogni anno. Se la legge fosse applicata anche nei confronti delle aziende, e non solo delle famiglie, si potrebbero risanare i bilanci della Rai e dimezzare il canone.(1)
Ovviamente, né la Rai, né il Governo, né l'Apt ha intenzione di chiedere il canone anche alle aziende, perché invece dell'ira dei cittadini, facilmente ignorabile, dovrebbe poi affrontare la ben più “pericolosa” reazione delle varie organizzazioni industriali.
Ma perché l'Apt ha posizioni così identiche alla Rai e al Governo nel perorare la causa del canone/tassa? Perché senza i soldi dello Stato, quelli ottenuti tramite il prelievo di tasse -soprattutto il canone Rai- molti associati Apt dovrebbero trovarsi un altro impiego. Finanziamenti, bandi, sovvenzioni pubbliche: così campa la gran parte delle associazioni italiane, tra cui l'Apt ed i suoi associati. Ecco perché quei due euro in più prelevati dalle famiglie italiane sono così graditi all'Apt.
Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc
(1) Qui le nostre indagini