Nell’ultima edizione di Controluce (TSI, domenica 16 dicembre 2007), Michele Fazioli (foto) ha proposto un’interessante intervista a Claudio Risé, autore del libro Cannabis, pubblicato da San Paolo edizioni, Milano 2007. Il libro sostiene giustamente la tesi secondo la quale la cannabis non è una droga leggera: è pericolosa per il corpo, per il cervello, insomma per la salute psicofisica dei giovani e non solo.
A metà trasmissione Fazioli allude al mondo della scuola portando ai telespettatori una testimonianza: due docenti di un istituto superiore gli hanno riferito di vedere regolarmente ragazzi che fumano spinelli all’esterno del recinto scolastico. «E voi non fate nulla?», ha subito chiesto il giornalista. «Cosa vuoi che facciamo?», pare abbiano risposto i due malcapitati docenti, allargando le braccia. Fazioli non manca, in seguito, di sottolineare l’assurdità del ‘68, godendosi le risposte dell’interlocutore.
La cannabis fa male: è bene sottolinearlo! Tuttavia, di fronte a episodi simili, la Scuola pubblica sta reagendo! In molte sedi si pianificano progetti che coinvolgono allievi e docenti sui temi dei “Conflitti giovanili”, delle “dipendenze”, ci sono attività che promuovo la “qualità della comunicazione tra gli adolescenti, tra gli stessi e gli adulti”, dipanate su tutto il territorio cantonale. Vi sono gruppi di insegnanti che chiedono e organizzano corsi di formazione: prossimamente, in una sede che ben conosco, una specialista parlerà dei segnali legati al delicato tema del suicidio. Altro che allargare le braccia. I professionisti laureati e abilitati all’insegnamento, che operano tutti i giorni con gli adolescenti e affrontano con questi ragazzi problemi sempre più complessi, sono consapevoli del duplice mandato di cui sono responsabili: trasmettere contenuti, nozioni, strumenti di lavoro e educare, comunicando. Sono sempre di più coloro che, accanto all’insegnamento, lavorano nella ricerca o in ambito creativo, portando in classe esperienze di ricchezza e passione per la propria materia. La Scuola è un bacino prezioso di contenuti e di giovani anche promettenti!
Non dimentichiamo, poi, che il Dipartimento educazione cultura e sport si sta muovendo con diverse iniziative per promuovere il benessere degli allievi e per soccorrere le “situazioni ingestibili”.
Ritengo che gli aneddoti “delle braccia allargate”, piccole frecce scagliate durante una trasmissione televisiva così seguita e solitamente di altissima qualità (per questo non perdo mai una puntata), non siano affatto costruttivi: contribuiscono a nutrire un’immagine negativa di un’istituzione popolata da molti giovani sani. Ciò non toglie che i problemi esistono e non bisogna nasconderli! Mi chiedo: Michele Fazioli, oltre ad essere un bravo giornalista, frequenta pure le aule delle superiori o delle medie, oppure l’esempio citato durante la trasmissione è una boutade alla quale non va dato peso?
Più avanti sottolinea: «Ci saranno i docenti che allargano le braccia, ma c’è l’autorità politica, giudiziaria, che vigila».
È possibile che il Nostro non conosca esperienze quali lo spettacolo teatrale dedicato a Stefano Franscini, recitato da 40 ragazzi e adolescenti delle scuole medie della Valle Leventina. Eppure si tratta di UNO DEI MOLTI progetti realizzati nella nostra scuola pubblica, che va difesa. Tali percorsi formativi, pianificati nel doposcuola, permettono agli allievi di vivere esperienze emotivamente significative, comunicando con qualità dei contenuti: ecco cosa serve nella scuola, per tentare di combattere le dipendenze! Non dimentichiamo il volto e la voce dei giovani e le ragioni di chi, con i giovani, ci lavora tutti i giorni. Per Dio, un po’ di positività. Ne abbiamo bisogno anche noi trentenni, figli di quelli che il ’68 l’hanno vissuto suonando i Beatles. Buon Natale. Cordialità e stima.
Daniele Dell’Agnola