Maurizio Stefanini
I nomi del male
Boroli Editore, pagg. 190, € 14,00
Maurizio Stefanini compila un libro prezioso per mettere in guardia l’opinione pubblica su tutti i componenti dell’asse del male, una sorta di sillabario al negativo che comprende Ahmadinejad, Mullah Omar, Nasrallah, al-Zawahiri, Hamas, Gheddafi, Assad, Kim Jong-il, Myanmar, Castro, Chávez e Mugabe. Il libro termina con l’analisi del Sudan e della dittatura che ha condotto il paese africano di massacro in massacro.
Non si tratta di un saggio corposo, ma di un lavoro agile, di facile lettura, giornalisticamente ben fatto, che vuol dare al lettore una prima informazione sull’argomento affrontato, rimandando per approfondimenti a trattazioni specifiche. La vita e le opere di Fidel Castro, per esempio, vengono liquidate in otto pagine che non sono sufficienti a esaurire le cose da dire sul tiranno caraibico. Resta importante averle inserite per sfatare la leggenda di un Castro amato dal suo popolo che certa stampa italiana vorrebbe propagandare. Castro fa parte dell’asse del male, così come ci sta dentro Chávez, compare di petrolio e di scambi culturali finalizzati alla creazione di un socialismo del XXI secolo, una miscela informe di caudillismo sudamericano e di populismo.
Maurizio Stefanini mette in guardia dai pericoli che possono rappresentare certi personaggi, spesso sottovalutati o addirittura coccolati da certa sinistra, dipinti come libertadores, mentre sono soltanto dei despoti. Stefanini ha il coraggio di raccontare le cose come stanno e solo per questo merita di essere letto.
Gordiano Lupi