Sabato , 23 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Telluserra
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Marco Cipollini, Due luoghi del sublime: Paestum e Segesta
Tempio di Paestum
Tempio di Paestum 
22 Dicembre 2007
 

Preferisco il tempio di Paestum, detto comunemente di Nettuno ma forse dedicato a Hera, allo stesso Partenone. Questo ha in ricchissima dote il marmo pentelico e soprattutto la decorazione fidiaca, l’apice della scultura classica. Ma come pura architettura il tempio di Atena non mi convince del tutto. L’ordine dorico, a cui appartiene, è “eseguito” secondo il gusto originario dell’Attica, che è  ionico, e il risultato è alquanto ibrido. Le colonne, per esempio. Sono assai poco bombate, di una magrezza rigida, che non ha la forza dinamica del dorico autentico né, ovviamente, lo slancio elegante dell’ordine ionico; in più l’impressione che fanno di “palizzata” è accresciuta dal loro numero frontale di otto, invece che di sei — come il vicino Hephaistèion, che peraltro richiama il tempio poliadico — secondo il canone dorico, riecheggiante il ritmo dell’esametro. Anche a rischio di essere lapidato, sarò lapidario: il Partenone, da sempre considerato l’icona architettonica della classicità, ha un’aria frigida, anche un po’ neoclassica…

Il tempio centrale di Paestum realizza al massimo grado la potenza e l’armonia dell’ordine dorico, più ancora di quello, pur bellissimo, detto della Concordia, ad Agrigento; che è più statico e prevedibile, un po’ sull’attenti. Goethe, risentendo del gusto neoclassico dell’età sua, non amò subito il possente edificio di Paestum, preferendogli quello agrigentino; ma poi si ricredette. Il tempio di Nettuno è l’ultimo passo dell’arcaismo e il primo della piena classicità, forza e perfezione vi si fondono in qualcosa di unico. È una tappa fondamentale della civiltà umana. Tutte le volte che l’ho visitato, vi ho respirato il prodigio, come di fronte a una Forma pitagorica calata da cielo in terra. Questa è la classicità nella piena salute dello stile severo, che porta impresso nell’umano il sigillo divino, mentre il Partenone è ormai “umanistico”. Il sacrario di Nettuno è il tempio greco più “vivo”, e quindi il più bello che ci sia arrivato, fortunatamente in buono stato.

Tutt’altro effetto mi fece il grandioso tempio di Segesta, incompiuto. La sua stessa collocazione tra quei poggi spelacchiati, deserti, martellati dal sole, lo rende un’apparizione primordiale, erede di quell’idea trilitica del divino che ci ha lasciato Stonehenge. L’opera non fu mai condotta a termine per le molte traversie subite dalla città in lotta con altre poleis; il colpo definitivo glielo dètte, forse, l’invasione punica. È un paradosso della Storia che esso, nella sua incompiutezza, sia praticamente intatto: non meriterebbe la definizione di “rovina”. Molte pietre conservano le bozze laterali, che servivano per il loro trasporto, non furono poi scalpellate via. La scannellatura delle colonne, che era opera conclusiva, nemmeno iniziò. L’interno, mai edificato, è un’area misteriosa, assoluta, sotto un cielo abbagliante; le ombre delle colonne colossali, che obliquamente l’attraversano, sono immani e muti segnali del Fato. Il tempio, mai consacrato, emana una sacralità preistorica. Passano le religioni, ma quanto di esse è stato formalizzato in opere d’arte mantiene illeso lo spirito che le ispirò. Purché non se ne faccia solo una miserabile questione di estetica, di “storia dell’arte”.

Le due poesie, pubblicate una su Ghibli 35/2005 ed entrambe su Arenaria 1/2007, e qui rivedute, nella loro struttura ritmica e metrica intendono suggerire qualcosa dell’euritmia paratattica di Paestum e dell’incompiuto ordine esastilo di Segesta.

 

 

 

ODE AL VENTO MARINO NEL TEMPIO

        DI NETTUNO A PAESTUM

 

 

            Che luogo è questo? Quale Dio lo fa sacro?

          Dall’Edipo a Colono, di Sofocle

 

Dov’è più quell’arcana presenza per cui fosti eretta,

dimora dalle molte colonne possenti, perfetta?

 

Nell’aperto silenzio, da rade cicale intaccato,

trasvolano immensi cirri… Del nume è il possente fiato

 

che a radere ritorna da ondosi orizzonti le antiche

soglie dove arroganti spuntano sterpaglie ed ortiche,

 

o è un vento moderno, la cui voce di scordata cetra

atei lamenti effonde in un vacuo teorema di pietra?

 

Mutano la vita, anima mia, luoghi come questo...

Non specchiarti in un secolo ad ogni grandezza funesto,

 

ma guàrdati intorno: è un prodigio che, dall’eterno cielo

disceso in terra, agli occhi della mente toglie quel velo

 

di abitudini stanche, di frasi ridette, di affanni

per stringere un pugno di cenere ai precipiti anni.

 

Guarda! Non fu illusione agognare una sacra bellezza,

credere vita vera non quella che crolla in vecchiezza,

 

ma l’inno che disgorga dal cuore granito di astri,

e che un cerchio non è, nostra sorte, di lutti e disastri

 

se arrivare può a tanto, tocca!, la tua mortale mano,

come sui piedi ergendosi a sforzo il semidio tebano

 

colse l’esperide pomo più alto, più luminoso.

Dentro di te respiro il sublime, o sacrario corroso:

 

ecco, assoluto è il silenzio, ed è come un canto inaudito

che trascorre per queste colonne, vivente, infinito.

 

L’anima ali m’involano a plaghe altissime, ebbre

di luce che penetra il cuore come un soffio di febbre, e

 

poi che beata è l’iperbole a inattingibili forme,

si ripiega, ed esangue ritorna alle terrene orme,

 

nella crisalide assorta di un cristallino sgomento:

immobili le nubi, né oscilla più l’erba, e c’è il vento!

 

 

 

                  SEGESTA

 

                                    A Lucio Zinna

 

Tra le agavi spade (cicale! cicale!)

saliamo a Segesta la brulla collina

spalancata alla perpendicolare

potenza del Sole, che l’agire umano,

quando innalza la testa,

azzera in questo cranio di rocce.

 

E appare, sepolcro di secoli,

il tempio, non rotto, interrotto,

gli enormi cilindri calcarei

mai più scanalati in colonne,

i gradi con bozze o bubboni

che mai non tranciò lo scalpello.

 

O Forma discesa da gloria mentale

e mai dalla mano qua resa perfetta,

le tue pietre sovrapposte sorreggono

un cielo pesantissimo d’oblio,

troppo azzurro, inesausto di luce

che abbacina e opprime le ciglia.

 

E al vuoto varchiamo d’intatto silenzio,

percossi dal fulgore meridiano

che d’ombre titaniche sbarra

lo spazio ov’ebbe mai dimora un Dio,

per quella fraterna ferocia

che un sogno infranse di sacra bellezza.

 

O forse è ancora da compiersi il Fato

qua dove tutto è assenza

che feroce luce impiaga d’attesa?

L’opera eretta e troncata

è recinto preistorico al silenzio,

grida: divinità! divinità!

 

Tra illese rovine si aggirano

babelici pellegrini di memorie,

e si mettono in posa, flaccide statue,

sulla tua cariata eternità,

in uno stordimento di cicale,

tra le ossa della Storia erette al nulla.

  

 

 

www.webalice.it/marcocipollini


Articoli correlati

  Marco Cipollini: Versi per Giuliano Ferrara candidato al Parlamento
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (XIV): Le cimitière marin, Il cimitero sul mare di Paul Valéry
  Marco Cipollini: S. Vivaldo contra Montignoso
  Marco Cipollini: Inno a Sodoma calcando Giosuè Carducci (2).
  Poesia d’autore/ François Cheng
  Marco Cipollini: Mozia
  Marco Cipollini: Parole strane rare desuete
  Marco Cipollini: L'arte dell'imitazione (II). "Vides ut alta" di Quintus Horatius Flaccus
  Enrico Marco Cipollini. Arthur Schopenhauer, l’angoscia del vivere e le influenze sulla sua filosofia
  Marco Cipollini: L'arte dell'imitazione (III). “La vie antérieure” di Charles Baudelaire e “Langueur” di Paul Verlaine.
  In libreria/ Oltre Itaca, radendo il cielo
  Marco Cipollini: L’arte dell’imitazione (V). “The garden seat” di Thomas Hardy e “Letting go” di Francis Harvey
  Marco Cipollini: Trattatello rivoltoso de l'uomo di Fucecchio
  Marco Cipollini: Su Tellus 28 e il "Manuale cattolico in versi e in prosa" di Claudio Di Scalzo
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (VIII). Edgar Allan Poe e William Butler Yeats
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (XI). “Quand vous serez bien vielle” di P. De Ronsard e “When you are old” di W.B. Yeats.
  Marco Cipollini, Autoantologiaweb.
  Enrico Marco Cipollini. Senza più schemi desertificanti
  Marco Cipollini: Nuovi aforismi. Dal 21 al 40.
  Enrico Marco Cipollini. Viaggiarsi dentro
  Marco Cipollini: Realtà e mito (I)
  Marco Cipollini: Realtà senza mito (III)
  Marco Cipollini: Venti aforismi per Tellusfolio. Epigrammi per Pier Giorgio Odifreddi
  Marco Cipollini: Pieter de Witte e Magdalena von Bayern a Volterra.
  Marco Cipollini: Kore. Un antico naufragio: un delitto, un amore assoluto
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (XV): “Il giardino di Proserpina”, di Algernon Charles Swinburne
  Paolo Diodati. Risarcimento per danni morali
  Marco Cipollini: A Lucca, per Ilaria, solo per Ilaria
  Marco Cipollini: Realtà verso verità (VII)
  Marco Cipollini: E diamoglielo il Nobel per la pace a Berlusconi!
  Marco Cipollini: Repertorio zoofonetico
  Marco Cipollini: Il mito della realtà (IV)
  Anticipazioni: Enrico Marco Cipollini. Analisi dei Rapports cabanisiani
  Marco Cipollini: L'arte dell'imitazione (IV). “L'inno ad Afrodite” di Saffo
  Marco Cipollini: L’arte Dell’imitazione (VII). “Élévation” e “Correspondances” di Baudelaire
  Marco Cipollini: Saint Denis. Elegia Esagonale.
  Vetrina/ Federica Bonzi. Una domanda
  Marco Cipollini: Habemus poetam ac summum magistratum! - Sul caso Bondi poeta
  Marco Cipollini: L’arte dell’imitazione (I). "The Tiger" di William Blake
  Marco Cipollini: Piero o Leonardo
  Paolo Diodati: A Roberto Benigni, Hum… che occhi, che beddi capiddi…
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (IX). La I Olimpica di Pindaro
  Marco Cipollini: A memoria sempiterna del predellino berlusconiano
  Le Sirene nel Liceo classico "Tiziano" di Belluno
  Marco Cipollini: Puer clamans ovvero quattro tesi in dodici punti (e un poscritto) sull'arte dei giorni nostri
  Marco Cipollini: Andrea Vanni senese
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (XII). Gérard d’Houville, Vœu.
  Marco Cipollini: La realtà del mito (II)
  Marco Cipollini, istruzioni contro la peste
  Enrico Marco Cipollini. Dall'IO al NOI
  Marco Cipollini. Inno alla Primavera
  Marco Cipollini: La realtà della realtà (V)
  Maria Lanciotti. Bignamino di una cronaca non ancora storicizzata – 6
  Marco Cipollini: Realtà infinite (VI)
  Marco Cipollini: A una ragazza musulmana
  Marco Cipollini: Tempo di lupi.
  Marco Cipollini: Sconsolatio philosophiae. Su Emanuele Severino
  Marco Cipollini: L’arte dell’imitazione (VI). “Copa Surisca” Dall’Appendix Vergiliana
  Marco Cipollini: Una nuova visione del mondo in Ervin Laszlo. Risacralizzare il cosmo
  Marco Cipollini: Leda e il Cigno. Con nota introduttiva.
  Marco Cipollini: Fuga Immortale (Racconti di Tellusfolio da Santo Stefano a Befana)
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (XIII), Sesto Properzio, dal Libro II, elegia VII
  Marco Cipollini, Quadro storto.
  Marco Cipollini: Ritorno a Volterra.
  Marco Cipollini: Il vero aspetto delle Sirene. Bibliografia minima.
  Marco Cipollini: Decalogo di poesia
  Rosaria Chiariello. L'Analisi dei “Rapports” cabanisiani di E.M. Cipollini
  Marco Cipollini. L’arte dell’imitazione (X). “The Lamb” e “The Fly” di William Blake
 
 
Immagini correlate

 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy