Roma, 13/12/2007. Non si possono che condividere le parole che Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama, ha pronunciato questo pomeriggio a Montecitorio.
Quando il presidente della camera si è rivolto al Dalai Lama chiamandolo “santità” è apparso ancora più stridente l’atteggiamento del governo e l’assenza del ministro d'Alema che per “businesspolitik” portano come sempre l'Italia a situazioni di ambiguità quasi non si debba avere il coraggio di denunciare le gravi violazioni dei diritti umani in Cina e in Tibet.
Occorre avere il coraggio di sottolineare senza sconti quando anche i leaders cinesi sbagliano sostenendo la grottesca posizione che il Dalai Lama sia un terrorista. La mala fede dei dirigenti cinesi li condanna agli occhi del mondo
Il messaggio di pace, compassione e laicità espresso oggi alla Camera dal Dalai Lama non fa altro che rafforzare il sentimento di solidarietà e cooperazione che anche l’Italia dovrebbe esprimere e sostenere con forza contro la violazione dei diritti umani.
On. Marco Zacchera
responsabile esteri di Alleanza Nazionale e componente
dell'intergruppo parlamentare per il Tibet