Jesus Christ Superstar, il più popolare musical-opera rock al mondo, è fino al 16 dicembre al Teatro “Brancaccio” di Roma.
Il capolavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, che racconta in musica gli ultimi sette giorni della vita di Gesù di Nazareth, torna in scena interamente tradotto dalla Compagnia della Rancia.
Questa versione italiana, con la regia e le coreografie di Fabrizio Angelini, oggi tra i registi italiani più innovativi specializzati nel musical, vede in scena oltre 20 interpreti.
Attori che danno vita a uno dei più straordinari successi della storia del teatro musicale di tutti i tempi: un cast selezionato con grande cura dopo due audizioni a cui hanno preso parte quasi mille performers, audizioni che hanno consentito di scoprire voci straordinarie quali quelle di Simone Sibillano che interpreta Gesù, Edoardo Luttazzi che è Giuda e Valentina Gullace che impersona Maddalena.
Dal coinvolgente ingresso a Gerusalemme fino al toccante quadro della Crocifissione, la sfida raccolta da Angelini è quella di un’ambientazione lontana dalle atmosfere degli anni ’70: Gesù si ritrova a predicare, soffrire e morire ai giorni nostri per trasmettere universali verità e grandi emozioni.
Un’orchestra dal vivo, che unisce sonorità ‘leggere’ ad altre decisamente rock dal timbro più duro, esegue canzoni indimenticabili come ‘Osanna’, ‘Getsemani’ e ‘Superstar’; grazie alla traduzione delle liriche, anche il pubblico italiano può così coglierne i significati più profondi e le sfumature più poetiche.
Jesus Christ Superstar è il racconto del progressivo distaccarsi di Gesù dalla realtà fisica per abbracciare il senso spirituale del suo destino, fa da contraltare la rappresentazione delle sue emozioni in quanto uomo: fragilità, frustrazione, rabbia, paura.
La narrazione è arricchita da molteplici punti di vista: quello di Giuda, polemico e pragmatico, quello di Maddalena, innamorata inevitabilmente non corrisposta, quello dei tanti personaggi le cui vite vengono in un modo o nell’altro segnate dall’incontro con il Protagonista.
In un’insolita e suggestiva cornice scenografica, che di volta in volta diviene tempio, mercato, palazzo o prigione, echi e immagini dell’attualità corrente fanno da sfondo a questa storia eterna, che mantiene la sua potenza e il suo significato riaffermando in modo inequivocabile la sua universalità.
«La spina dorsale di ogni musical» diceva Webber «è la storia», e sono molte le storie valide nella Bibbia. Nessuna però sembrava più appassionante di quella sugli ultimi giorni di vita di Gesù di Nazareth e la sua crocifissione: uno dei miti più potenti dell'occidente. Così un giorno Webber e Rice si presentarono nell'ufficio del loro agente David Land e gli dissero che stavano lavorando ad un musical su Gesù.
I due volevano realizzare un nuovo tipo di spettacolo: ogni parola doveva essere cantata e lavorarono per realizzare una forte continuità fra musica e sceneggiatura, senza interruzioni. Si rinchiusero in un albergo di un piccolo villaggio nell'Herefordshire in compagnia di un pianoforte e in una settimana crearono i personaggi fondamentali del musical: Giuda, l'apostolo che tradì Gesù e che rappresenta il punto di vista dell'uomo nel martirio del Messia; Maria Maddalena, la donna perduta, che è nei sogni di tutti gli uomini; Erode, l’uomo più potente del tempo dall’animo cinico, ma nel contempo vulnerabile; ed il figlio di Dio, che diventa una vera Superstar. Sulla falsariga del musical Oliver!, pensarono di intitolare il nuovo lavoro ‘Jesus’. Aggiunsero ‘Jesus Christ’, ma ancora mancava qualcosa per caratterizzare la storia della Passione di Cristo come una rock opera. Scelsero ‘Superstar’, la parola che più di ogni altra riusciva a rappresentare la storia degli ultimi giorni di vita di Gesù - dall'entrata in Gerusalemme alla Crocifissione - vista attraverso gli occhi di Giuda e sostenuta da una colonna musicale di puro, travolgente rock.
Alla storia di Gesù, familiare e già presente nei Gospels, i due aggiunsero i temi della moderna favola pop, proiettando l'immagine di una star in declino, prima idealizzata e poi rinnegata dai suoi stessi fan, sullo sfondo del grande mito del Cristianesimo.
Un capolavoro moderno, un mix perfetto tra sacro e profano, con una musica vibrante e testi potenti e poetici. Atei, agnostici o cristiani, non si può non restare colpiti da Jesus Christ Superstar. Quando il coro canta ‘He's just man’ il messaggio va dritto al cuore della verità storica. I tradizionalisti dissero che era un concetto basflemo. In realtà fu solo un concetto molto audace.
Discussa, contestata, ma indiscutibilmente amata dagli appassionati del rock come dai melomani, la prima opera professionistica di Webber e Rice debuttò sul palcoscenico del Mark Hellinger Theatre di Broadway nel 1971, dopo aver appassionato il pubblico in versione album (la voce di Gesù era quella di Ian Gillan dei Deep Purple).
Il fenomeno esplose a Londra nel 1972, dove rimase in scena per 3.358 repliche, cambiando per sempre l’immagine del musical.
Da allora, Jesus Christ Superstar è stato rappresentato in decine di paesi nel mondo e le liriche di Tim Rice sono state tradotte in oltre 10 lingue.
Alcuni brani sono diventati autentici cult nel panorama del rock internazionale, come lo struggente ‘I don’t know how to love him’, recentemente riproposto nell’ultimo album della cantante irlandese Sinead O’ Connor in una graffiante interpretazione.
Teatro: Brancaccio
Città: Roma
Titolo: Jesus Christ Superstar
Liriche: Tim Rice
Musiche: Andrew Lloyd Webber
Liriche italiane: Michele Renzullo e Franco Travaglio
Regia e coreografie: Fabrizio Angelini
In collaborazione con Gianfranco Vergoni
Interpreti e personaggi:
Simone Sibillano Jesus
Edoardo Luttazzi Giuda
Valentina Gullace Maddalena
Marco Romano Hannas
Andrea Croci Caifa
Lorenzo Scuda Pilato
Raffaele Latagliata Erode
Emiliano Geppetti Simone
Luca Notari Pietro
e
Valentina Buttafarro, Laura Carusino, Gaetano Caruso, Fabrizio Checcacci, Gianluca Ciatti, Enrico d’Amore, Kate Kelly, Brunella Platania, Daniela Pobega, Giorgio Raucci, Alessandro Salvatori
Orchestra dal Vivo diretta da Giovanni Monti
Scene: Gabriele Moreschi
Costumi: Pamela De Santi
Produzione: Michele Renzullo
Comunicazione: Massimo Zenobi
Periodo: fino al 16 dicembre
Lucio De Angelis
(da Notizie radicali, 3 dicembre 2007)