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Alessandra Borsetti Venier: Metzler e i suoi “Nevrotici Metropolitani”
03 Dicembre 2007
 

34 opere dell'artista svizzero Kurt Laurenz Metzler (28 realizzate in resine colorate e con altezze variabili intorno ai 2 metri, mentre le restanti sono in bronzo e alluminio alte anche 6 metri) hanno costituito per tutta l'estate milanese una vera e propria “messa in scena” in Piazza Duca D’Aosta, lo spazio antistante la Stazione Centrale dove si intrecciano arrivi e partenze in un ritmo frenetico. Le sculture, come vere e proprie “maschere” della Commedia dell’Arte, hanno proposto un dialogo con il luogo per eccellenza più nevrotico della città dove quotidianamente transitano e si intrecciano più di 300.000 persone. L'iniziativa, che rientrava nel programma della “Bella Estate dell'Arte”, è stata ideata dall'Assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi con la regia dell'architetto Alberto Bartalini. La mostra è stata inaugurata il 26 luglio ed è rimasta allestita fino al 15 novembre 2007.

Quel vastissimo spazio, glaciale, resta assai difficile da animare – ha dichiarato l’assessore Sgarbiè stata così una sfida chiedere ad Alberto Bartalini di trovare una soluzione per portare vita e colore, diffondere segni…

Dopo Milano, i “Nevrotici Metropolitani” di Metzler sono approdati a Cascina (Pisa) in Corso Matteotti, invadendo il centro storico dal 24 novembre 2007 al 3 febbraio 2008. Dopo Cascina, la mostra farà tappa a Firenze, Venezia e Assisi, dove sarà protagonista del presepe del Natale 2008.

 

Dalla mostra è nato il libro e il video che saranno presentati a Milano, nella Sala delle Colonne di Palazzo Reale, il prossimo mercoledì 5 dicembre alle ore 11:30 edito da Morgana Edizioni, Firenze, con i testi di Vittorio Sgarbi, Alberto Bartalini, Kurt Laurenz Metzler, Franz Jaeger; e con alcune poesie e testi scelti di Franco Loi, Italo Calvino, Gilles Deleuze, Dietrich Bonhoeffer, Vsevolod Emil’evič Mejerchol’d, Elémire Zolla, George Orwell, Franco Basaglia, Carlo Porta, Fernando Pessoa, Roland Barthes, Alda Merini, Gillo Dorfles, Wystam Hugh Auden.

Le straordinarie fotografie di Mario Mulas raccontano i dialoghi tra le sculture il luogo e i passanti. A volte dialoghi muti, indifferenti, più spesso divertiti, sorpresi in cerca di un contatto con il materiale o la forma di quei personaggi “esagerati”. Il legame con la Stazione passa anche attraverso la sensazione di movimento che le sculture, quasi animate, sembrano esprimere: un dinamismo accentuato ancora di più dai vivaci colori delle resine che le ricoprono.

 

Scrive Vittorio Sgarbi nell’introduzione al libro: Le sculture di Metzler, che hanno un’aria tradizionale e pop allo stesso tempo, creano gli effetti imprevisti di un teatro nella piazza della Stazione Centrale, luogo di per sé grigio, che improvvisamente diventa lo scenario per una danza festosa di “nevrotici”, caratterizzata dal contrasto dei colori e dalla vitalità del loro movimento. Non vi è luogo migliore per accogliere le immagini policrome di Metzler che questo grande piazzale, che sembrava attenderle. Una mostra che non vai a vedere ma che ti viene incontro.  [...] L’arte può essere anche divertimento... Anche l’artista Kurt Laurenz Metzler, benché svizzero di origine, ama giocare e anima città grigie con alcuni suoi dinoccolati giganti chiamati “nevrotici metropolitani”, con pertinente definizione. L’architetto Bartalini li dispone uno a fianco dell’altro, in studiato disordine, in armonioso concerto, davanti alla tumultuosa stazione e ne evidenzia, anche solo nelle dimensioni, l’estraneità. Gesti e atti che rendono comici e meccanici gli analoghi movimenti degli uomini veri, meno colorati e meno vistosi che escono ed entrano dalla stazione, intorpiditi, frettolosi, ritardatari che si muovono sul piazzale sul quale nulla accade e tutto transita". [...] I “nevrotici metropolitani” sono una sfida alla superficialità quotidiana, alla distrazione; si impongono come i nuovi abitanti, confondendosi con i passeggeri [...].

 

Riporto qui di seguito una parte della lettera che Franz Jaeger, ex membro del Consiglio Nazionale della Svizzera, ha scritto per il libro dell’amico Metzler.

Caro Kurt Laurenz,

come si assomigliano le tante piazze delle nostre città! A Tokio, a San Francisco, a Roma o Berlino, oppure in piccole città come Lucca o San Gallo, dovunque percepiamo la piazza come un microcosmo dove l'umanità s'incontra semplicemente per caso e spesso fugacemente, dove chiacchieriamo, ci riposiamo e riprendiamo fiato, stressati o frettolosi; dove ci s'incontra e ci si allontana, dove si rimane o si va via, dove si legge il giornale o si va a bere il caffé, ci si rallegra per la bella giornata o si maledice il temporale.

Ho fatto tutte queste considerazioni quando, recentemente, sulla piazza della Stazione Centrale di Milano mi sono lasciato trasportare dalle tue vivaci, fantastiche sculture. Infatti, che tu metta in scena le tue sculture come “Nevrotici Metropolitani”, o semplici cittadini o personaggi fagocitati dalla città o passanti, sempre si delinea nello spettatore l'idea di una città frenetica, dove la vita, - in questo caso - si concentra nella piazza. Si percepisce "l'urbanità", la si può afferrare. Rimaniamo fermi, in parte divertiti, in parte affascinati, a osservare ciò che, tutto sommato, è possibile vedere in tutte le piazze del mondo. Ci sono uomini che, con lo sguardo e il passo frettoloso, mi dicono esattamente perché sono lì e dove vogliono andare. Ma spesso non sanno né vogliono sapere chi siano gli altri e le loro mete […]

Caro Kurt Laurenz, le tue ironiche, colorate e avvincenti sculture mi hanno portato a tutte queste considerazioni, e non solo a Milano. Per tutto ciò vorrei ringraziarti.

Franz Jaeger

 

Emerge dall’incontro con i “nevrotici metropolitani” la riflessione sulla solitudine dell’uomo nella sua dimensione metropolitana e il timore del confronto con un mondo in cui la ripetitività e la monotonia si alleano alla fretta e allo stress, costringendo l’individuo a una superficialità quotidiana di cui spesso non è neppure consapevole. Ecco che allora il ruolo dell’artista diventa premonitore, come sostiene Gillo Dorfles: L’artista si pone volontariamente e deliberatamente in opposizione con le fondamentali direttive dell’epoca in cui viene a trovarsi ed è spesso portato a premonire eventi e atteggiamenti futuri. Eppure, […] non sfuggirà ad alcuno come, considerata nella dovuta prospettiva storica, l’opera dell’artista, anche il più rivoluzionario ed eterodosso, non possa che venire a integrarsi nelle visioni epocali cui appartiene.

 

 

Cenni biografici dell'artista: Kurt Laurenz Metzler nasce nel 1941 a San Gallo, nella Svizzera tedesca. Studia scultura alla scuola d'arte e mestieri di Zurigo, dove si diploma nel 1963. Nel 1965 soggiorna a New York e apre un atelier a Zurigo e uno nel Canton Ticino. Nel 1970 ritorna negli Stati Uniti per un viaggio di studio; sei anni dopo partecipa al Congresso Internazionale di Scultura di New Orleans. In questo periodo realizza le sue prime opere in poliestere, che raffigurano, ironicamente, personaggi tipici della società contemporanea: “la femminista”, “il generale”, “il venditore”; sono sculture colorate con tinte squillanti ispirate alla pop art, costruite sperimentando più materiali come ferro, alluminio o pietra. Nel 1978 partecipa al “New York Symposium”, e qualche anno dopo apre un atelier a Tillson nello stato di New York. In questi anni si confronta con l’idea, proveniente dalle grandi metropoli statunitensi della pop art come New York e San Francisco, di una scultura dinamica e concepita per invadere le piazze, le strade e i giardini, in opposizione alla concezione tutta europea di una scultura collocata in spazi esterni generici e spesso relegata al ruolo secondario di arredo urbano. Da qui prende il via la ricerca artistica di Metzler che, superando astrattismo e pop art, si avventura nella ricerca di spazi e soluzioni innovative attraverso la creazione di sculture in assolo o in gruppo, di natura astratta e figurativa, che vengono collocate in spazi aperti e in luoghi suggestivi in Italia, come le Terme di Caracalla a Roma (1996), Piazza del Duomo e Palazzo del Sale a Siena (1997), Piazza del Duomo a Pietrasanta (1998), ma anche in Germania, Australia e Svizzera. Nel 1989 apre uno studio a Iesa a sud di Siena sulla strada che porta a Grosseto. Attualmente vive e lavora tra New York, Zurigo e Siena.

 

Morgana Edizioni, Collana “Site specific”

Formato cm 24 x 32, pagine 104 con 3 ottavi doppi a finestra, cartonato con sovraccoperta

Prezzo 80 Euro - Edizione con DVD 90 Euro


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