Questa sera, venerdì 23.11, sento un cittadino nero, dal reddito di 1.350 euro al mese, che dichiara al TG3 di non essere più in grado di pagare la rata del suo mutuo. Dice di aver chiesto di farlo a tasso fisso al momento dell’accensione, ma che la banca gli ha risposto che in questo caso non avrebbe avuto alcun muto.
Da tempo mi domando se devo tacere. Da quando, almeno, ho sentito che il 92% dei cittadini italiani che hanno acceso mutui l’hanno fatto a tasso variabile.
In un’epoca di tassi bassi è stata una follia! Io, che non ne avevo bisogno e, per fortuna, neanche la possibilità, ho almanaccato diverse volte: apro un mutuo a tasso fisso e, quando i tassi rialzeranno, lo cederò. Sapevo che avrebbe prevalso l’indifferenza tra le due opzioni –tasso fisso, tasso variabile- e che, probabilmente, l’invito a scegliere il fisso, tassativo ed obbligatorio per qualsiasi consulente negli anni passati che ricordi anche vagamente l’inflazione italiana a due cifre –a cavallo del 1980-, non sarebbe stato dato dalle banche.
Dovrei tacere per il mio quieto vivere, come si fa in questo mondo di furbi.
E non taccio!
Io inviterei Tellusfolio a raccogliere testimonianze da gente in difficoltà come quel cittadino nero.
Avete mutui a tassi variabili? Siete stati avvisati all’accensione del mutuo dei pericoli di questa scelta rispetto all’alternativa ‘tasso fisso’? Avete ricevuto pressioni del tipo di quella che denuncio in testa?
Ai cittadini che non sono in questa condizione penosa osservo che il governatore della Banca d’Italia Draghi ammonisce da due anni le banche italiane ad abbassare i costi ai cittadini perché sono i più alti d’Europa.
Vogliamo aprire il caso?
Carlo Forin