Un Alberto Fortis in gran forma per un concerto d’atmosfera, pianoforte e voce a ripercorrere un cammino che è il cammino personale del cantautore. Ed è un viaggio che Fortis vuole fare con gli spettatori presenti in sala, sabato scorso al “S.Antonio”, conducendoci attraverso le immagini proiettate sullo schermo gigante fra le tappe di una sua crescita, di una storia di vita.
I paesaggi di una natura che ancora è padrona, il deserto, gli spazi infiniti, lo sventolare di un tessuto rosso, le nottate a cantare con i nuovi amici conosciuti per la strada, le corse di un piccolo uomo in mezzo a ciò che è grande, è libero, ha da raccontare…
Fortis con orgoglio ricorda di aver avuto il privilegio, nel Cinquecentenario della scoperta dell’America, di essere ambasciatore Unicef per i nativi americani, in particolare i Navaho e i loro bambini e di aver fatto propri tanti loro modi di vivere e di amare la vita: ognuno di noi è un fiume e gli altri sono l’oceano – ricorda un aforisma indiano – se il fiume è pulito, l’oceano è pulito.
Ed è più suggestivo, allora, ascoltare il brano “Dentro nel fiume”, dove in molti cercarono la salvezza mentre la guerra dell’uomo bianco infuriava contro di loro.
Sono terre di grandi umanità – afferma il cantautore – e di umanità c’è bisogno, in questi nostri strani tempi. Recuperare umanità, ricordando che le soluzioni ai problemi non verranno mai dalla punta della piramide, ma da ognuno di noi, se celebrerà la propria vita.
L’artista così si colloca, per Fortis, nella posizione di chi col suo lavoro ha il diritto/dovere di essere medicina per gli altri, lenimento alle difficoltà di certi momenti storici e di certe situazioni complicate.
È molto ispirato il concerto-recital di Alberto Fortis, questa sera, e a tratti di non immediato accesso, quasi un mantra per sé che sicuramente è giunto ai più predisposti e agli storici fans di questo cantautore che ama proporre ad ogni esecuzione brani riarrangiati, sempre diversi e unici.
Dalle celebri “Il Duomo di notte”, “L’amicizia”, “La pazienza”, una quasi irriconoscibile “Qui la luna”, “Mary”, “La Nena del Salvador”, “Settembre”, “Dentro il giardino”, l’emozionante e tragica “La sedia di lillà”… alle covers di brani eterni come “Knocking on Heaven’s door”, “One” e “Stand by me”.
Annagloria Del Piano