Uno studio dell'Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi che rilevava la presenza di dicromato di potassio (un composto allergizzante chiamato anche cromo esavalente) nel 57% dei manufatti in pelle presenti sul mercato tedesco, mi ha fornito lo spunto per un'interrogazione, elaborata insieme all'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori), al ministero della Salute per sapere se in Italia fossero in atto studi adeguati su questa sostanza e, nel caso negativo, se si ritenesse di condurli. Dopo la pubblicazione dell'interrogazione, l'Unione Nazionale Industria Conciaria (UNIC) ritenendosi screditata, ha minacciato di querelare l'Aduc e, come reso noto dalla stessa associazione dei consumatori, tramite il proprio studio di avvocati, in data 4 agosto, ha fatto pervenire presso l'associazione una ricerca della Stazione sperimentale per l'industria delle pelli (SSIP), ente posto sotto la vigilanza del ministro dello Sviluppo economico.
Al ministro della Salute ho rivolto subito una nuova interrogazione per avere delucidazioni sui dati della ricerca, secondo la quale nel 5,1% dei prodotti esaminati era stato trovato il dicromato, e sul perché questa si trovasse in mano dell'UNIC.
In risposta all'interrogazione mi è stato confermato che la ricerca dell'SSIP si è basata soltanto sulla produzione conciaria italiana, al contrario di quella tedesca che riguardava tutti i prodotti sul mercato, quindi di provenienza extra europea. Rimane quindi una ricerca che non affronta esaustivamente la problematica. Non mi è stato risposto, poi, sulla necessità di informarsi su quali e quante aziende siano incluse nella percentuale del 5,1 % dei prodotti trovati con il dicromato e, infine, la cosa più curiosa è che mi è stato assicurato che nessun ricerca del SSIP è stata inoltrata all'UNIC. Rimane, quindi, un mistero come un documento fatto pervenire all'Aduc dai rappresentanti legali dell'UNIC, risulta indirizzata in data 3 agosto 2007 al Ministro della Salute.
Di positivo è emerso soltanto che nel rispetto di un regolamento europeo il produttore che voglia utilizzare il dicromato di potassio dovrà fare richiesta all'Agenzia europea per le sostanze chimiche di Helsinki (ECHA) che valuterà se concedere o meno l'autorizzazione.
Il Ministero, dal canto suo, si è adoperato per richiedere agli Assessorati regionali l'invio dei dati, in loro possesso, relativi a manifestazioni di patologie acute collegate all'uso di prodotti con cromo. Ma solo se i dati trasmessi dovessero risultare un potenziale pericolo per la salute dei consumatori, il ministero assicurerebbe il proprio impegno per adottare i provvedimenti opportuni in materia di etichettatura di tali prodotti. Quindi, insomma, ci deve scappare il danno grave per qualcuno prima che si arrivi a prendere provvedimenti in questa direzione.
Donatella Poretti
Qui il testo dell'interrogazione con la risposta