Caro direttore, non so se è questo il modo corretto per mandarti un messaggio che vorrei far pervenire a Pannella tramite questo tuo foglio. Ho ascoltato su Radio Radicale Marco Pannella (non so in che sede e in che intervista) dire delle cose che mi hanno molto stupito. Non so se era un remake di qualche decennio fa: mi è sembrato strepitoso, questa è la sintesi che ne ho tratto: - invece che continuare a discutere demenzialmente sulle quote di immigrati buoni da accettare col diritto di mandar via gli immigrati cattivi, Pannella ha detto quasi testualmente: si tratta di invadere (se non ha usato questa parola ne ha usato una molto forte) i paesi del terzo mondo con un esercito di artigiani e piccoli operatori industriali. Il senso della cosa non è quello di allargare la sfera dei piccoli affaristi ma salvare i paesi poveri dall'ulteriore impoverimento cui vanno incontro (li abbiamo spogliati di tutto e adesso li spogliamo anche della loro forza lavoro col miraggio della succulenta carota europea, espressione mia, sostanza di Marco). Portare una ricchezza fatta non di sacchi di farina o patate ma di cervelli, strategie produttive ingegnose, per ridare equilibrio allo sviluppo di quei paesi impedendone il degrado e la desertificazione che finirebbe per abbattersi poi sull'Europa dopo il flagello delle migrazioni incontrollabili. Forse questo bilancerebbe anche le doppie curve natalistiche: malate entrambe, una per eccesso e l'altra per difetto (questa è una considerazione mia e non di Marco).
Credo che nella sostanza questo sia quel che Marco ha detto. Ha aggiunto altre due straordinarie considerazioni. Una su Israele in Europa, e questo è un vecchio e santo tema quasi solo di Pannella da anni. Ma ha aggiunto una serie di piccole note che ho trovato nuovissime: che Israele, a sua volta esca dalla logica dell'accerchiamento per farsi industrialmente aggressiva e propositiva con la povertà circonvicina. Se ho capito bene, Pannella vorrebbe coinvolgere Israele in questa campagna dell'Europa per una rifondazione euromediterranea. Se ho colto il senso, questa mi pare la cosa più straordinaria che sia stata detta dai leaders europei da quando si è cominciato a blaterare delle radici cristiane o illuministiche o latine dell'Europa. L'Europa è nata mediterranea e nella sua liquidità (nel senso di Braudel) deve rispecchiarsi come si è sempre specchiata. Anche la ricchezza medievale del nordeuropa è passata dal Mediterraneo. Ma di questo avremo modo di parlare ancora.
Pannella ha concluso con idee forti e idee forza per l'euromediterraneo. Se non ho frainteso la sostanza di quanto detto da Marco temo che mi toccherà reiscrivermi al PR dopo una lunga astinenza. Un abbraccio da un vecchio rottame della prima repubblica.
Alessandro Tessari
(da Notizie radicali, 15 novembre 2007)