Fidarsi o no di Pannella e delle sue parole? Strana domanda, specie quando se la pone qualcuno che una risposta se la è già data e da tanto tempo. Tutto bene, non mi aspettavo nulla di diverso, e siccome io di Pannella mi fido, ormai dal lontano 1974, non avrei mai pensato di rispondere all’ennesimo, abitudinario attacco, ispirato dai nostri mullah vaticani, maleodorante di sentina. Ma visto che non contenti di spargere il solito veleno su Pannella e i Radicali, questa volta hanno voluto citare i “cattolici adulti” (rigorosamente fra virgolette) per invitarli indirettamente a non fidarsi, prendo parte e dico la mia, anche a nome di tanti cattolici adulti senza virgolette. Perché si è uomini solo quando si prende posizione e si dice con chiarezza da che parte si sta, come la si pensa. Pannella e i Radicali sono il demonio e la Chiesa cattolica è la vittima: di chi non ho ben capito, se di Cappato e dell’associazione Coscioni, o di Emma Bonino, o dello stesso Grande Satana Pannella, o di qualcun altro della galassia Radicale.
Il problema non è tanto se fidarsi o meno di Pannella, quanto di chi fidarsi. Forse dell’Avvenire, che parla della battaglia per la moratoria sulla pena si morte, come se fosse una battaglia solo di Emma, senza citare Nessuno Tocchi Caino, Sergio D’Elia, Elisabetta Zamparutti e in generale tutti i Radicali? Che a proposito della battaglia sulla moratoria, finge sia il tema di S. Egidio, che si è solo aggiunta e peraltro dopo un bel po’. O forse del cardinal Ruini, che continua al pari del da me non compianto “duce e fondatore dell’impero” a vantare vittorie inesistenti? Strana la vita, se il quotidiano della CEI, quindi del Vaticano, dato che la Conferenza Episcopale Italiana dipende da “Oltretevere” come il verme dall’amo, si deve porre domande retoriche, infatti se il verme è italiano l’amo è vaticano, per cui sappiamo benissimo che loro di Pannella non si fideranno mai, lui è il grande Satana. Solo che esiste un problema, tra il suddetto grande Satana e la fede: la fede, è un dono, per ammissione della stessa ortodossia cattolica, che poi nella liturgia la definisce un mistero! Allora perché criminalizzare chi la fede va perdendo, oppure ha perso, o non ha mai avuto? Mistero! Se uno il dono non ha ricevuto, rispettiamolo e dialoghiamo.
Comincio a pensare che vado facendo discorsi del cavolo, solo che io nella fede ci sono nato e cresciuto, ma adesso la fede non la ho più. E mi dispiace. Non so se ho finito di perderla per colpa di monsignor Marcinkus e soci, dei preti pedofili, dell’oscurantismo medioevale, oppure di quella dolce ragazzina, che per sempre porterò nel cuore, che mi raccontò, quando una volta temendo di essere incinta, andò da un prete per confessarsi ed avere conforto e consiglio, ed invece si sentì prendere solo per puttana, e minacciare di fuoco eterno (a proposito bambina come stai? Sii sempre libera e felice). Ma io la fede la ho perduta, mi dispiace tanto, questo processo si è compiuto, nel dolore, ma si è compiuto. Lo stesso però mi capita di ritornare, ogni tanto alla mia infanzia, a quando mi commuovevo davanti alle apparizioni Mariane di Lourdes e di Fatima, ed a Padre Pio, a quando con dolce ingenuità credevo nei miracoli, solo che adesso sono adulto, anzi vecchio. Non riesco più a spiegarmi le prime e a capire il secondo. Solo colpa mia? Non credo. So di essere, specie su Padre Pio, in ottima compagnia visto che anche autorevoli Pontefici non lo hanno capito. Eppure è santo! Per cui, ad esempio, Giovanni XXIII non dovrà esserlo mai, visto i pesanti sospetti morali e di fede, avanzati nero su bianco, sul santo cappuccino. Eppure… visto che si accerterà che i miracoli li hanno fatto entrambi, saranno santi tutti e due. Solo che santo si diventa da morti, e credenti. E se… magari fra 50 anni, un papa non imparentato con Torquemada, com’è adesso, che magari una volta ha votato radicale e che la mattina ha sentito la rassegna stampa di Bordin, e magari “Radio Carcere” (grazie Riccardo Arena), volesse essere onesto con la sua chiesa e i suoi fedeli? Ecco che Pannella potrebbe essere proclamato santo, perché risponde a tutti i requisiti, avendo fatto i miracoli già da vivo, e anche tanti: ha infatti ridato la vista ai ciechi, magari non quella fisica, ha guarito gli ammalati, anche fisicamente con la speranza, ha abbracciato i “lebbrosi”, ha dato nuova vita alle prostitute e ai diversi, ha cacciato i mercanti dal tempio, e infine ha resuscitato i morti. Io, D’Elia e tanti altri ne siamo un esempio. Allora Pannella santo si potrà fare, certo non è cattolico dirà la gerarchia, di oggi spero, è vero ma irrilevante, mi spiego: c’è infatti nel satanasso radicale, più carità, fede nell’uomo e amore nella giustizia e nella verità, di tanti altri. E più di tanti altri mostra il suo amore per il prossimo suo. Vi par poco? Il suo credo non violento è ampiamente dimostrato, come la sua cura per chi soffre. Allora eminenze Ruini, Bertone e Bagnasco, e anche Lei Santità, smettete di vederlo come un nemico e anticipiamo i tempi. Non dico Pannella santo subito, ma a Pannella riconoscete pubblicamente quella laica santità che voi non possiederete mai. A proposito, da adesso non parlerò più di cattolici adulti, ma di cristiani e basta. Cardinal Ruini, non abbandono il campo, solo abbandono Lei. Che sollievo!
P.S. Cardinal Ruini, pensi: che ironia per Lei e “colleghi” vedere entrare Pannella in Paradiso, che parla con Gandhi e col Padre e vi saluta senza astio… che colpo. Ma già non è possibile, perché se Pannella è in Paradiso voi siete al “piano interrato”. Che caldo…
Luciano Pecorelli
(da Notizie radicali, 9 novembre 2007)