Aldo Agnelli
C'era una volta la Langa
L'Artistica Editrice, 2007, pagg. 192, € 45,00
Alcuni anni fa sono stato ispiratore e coautore di un volume pubblicato dalla casa editrice Araba Fenice di Boves e intitolato Non fatelo con Fenoglio, punto di arrivo di un progetto didattico che l’Istituto Comprensivo “Beppe Fenoglio” di Neive aveva realizzato allo scopo di scongiurare fastidiosi e inopportuni abbinamenti tra l’opera alta dell’ingegno e del talento narrativo dello scrittore e il marketing enogastronomico di Langa, Monferrato e Roero. Oggi vorrei riprendere quel titolo provocatorio e modificarlo in “Facciamolo per Fenoglio”, invitando chi promuove cultura nei paesi, come responsabile di Sezioni dell’Unitre, Biblioteche, Centri Anziani a inserire nel programma di incontri anche la presentazione del nuovo libro fotografico di Aldo Agnelli edito dall’Artistica di Savigliano con il titolo C’era una volta la Langa.
Il libro, tenuto a battesimo presso l’Auditorium della Fondazione Ferrero di Alba venerdì 19 ottobre, merita particolare attenzione perché attraverso le splendide immagini del fotografo amico di Fenoglio spalanca una enigmatica “porta di Sesamo” su un mondo letterario evocato quasi ogni giorno, sovente a sproposito.
Chi ha scritto di Aldo Agnelli in queste settimane, Beppe Taricco nel testo di prefazione al libro, Edoardo Borra e Roberto Fiori negli articoli di richiamo, Giulio Parusso nella relazione di apertura alla Fondazione Ferrero, ha sottolineato la statura culturale unica di quello che io ho definito con malinconia “l’ultimo dei mohicàni della Langa perduta”.
A questo straordinario narratore per immagini, alla sua Spoon River, si adattano perfettamente le interpretazioni che Geoff Dyer ha illustrato nel libro L’infinito istante, rispondendo alla domanda sul nostro modo di guardare le fotografie – meglio le cose che si vedono nelle fotografie. Ebbene organizzando un incontro pomeridiano o una serata di presentazione del libro e proiettando le immagini che fanno parte di questa sorprendente opera omnia, tutti i partecipanti avranno modo di intuire una verità che sembra nascosta e, invece, è altrettanto evidente della fluidità di racconto che i lettori apprezzano nei libri di Fenoglio: dietro ciascuna immagine di Aldo Agnelli si celano altre immagini, una fitta e insospettabile trama di rimandi a impronte e segni tangibili di un mondo che contravviene l’idea consueta di tempo.
Credo sia giusto arrestare la frenesia dell’effimero culturale che ci vede protagonisti ogni giorno e dedicare ad Aldo Agnelli uno slow food adeguato al suo passo lento e regolare, frenato dall’età e dagli acciacchi, ma coerente, originale e “diritto” come non capita più di vedere.
Come estimatore del fotografo e portavoce di un comitato spontaneo che si sta formando intorno a lui per tributargli l’applauso che merita sono a disposizione di quanto volessero contattarlo per conferenze, incontri, interviste, mostre o proiezioni. Ho organizzato di recente un incontro tra il personaggio e gli studenti delle quattro classi ginnasiali del Liceo Classico Govone di Alba e posso garantire che vale davvero la pena ascoltarlo come testimone autorevole di un Novecento che continua a nutrire le radici della nostra identità culturale.
Ringrazio per l’attenzione.
Donato Bosca
presidebosca@alice.it