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Class action. No all'emendamento Manzione in finanziaria 
E no all'ordine del giorno che farebbe piazza pulita delle differenze
01 Novembre 2007
 

L'emendamento del senatore Roberto Manzione (foto) in Finanziaria per l'introduzione della class action è pericoloso. Introdurrebbe sì l'azione collettiva giudiziaria, ma in una forma che creerebbe una nuova casta di privilegiati in grado di adire in giudizio, con relativi vantaggi economici e di potere dei medesimi a svantaggio di tutti gli altri. La discussione sulle varie proposte di legge è già avviata, per cui anche la trasformazione dell'emendamento in un ordine del giorno, come auspicato da alcune parti, non ha senso: il Governo ha già una propria proposta di legge, e con l'eventuale ordine del giorno si farebbe piazza pulita delle diverse posizioni sulla class action che ci sono in maggioranza e in Governo, diverse posizioni che sono fondamentali per arrivare ad una eventuale mediazione e non accettare in blocco la pdl del Governo. Inoltre occorre che sulla class action si possano e si debbano trovare maggioranze ben oltre gli schieramenti di opposizione e di governo: ciò che si andrebbe ad approvare è così importante per l'affermazione dei diritti dei consumatori e per una modifica a 180 gradi dell'attuale modello di contenzioso tra grandi aziende e consumatori, che tutti i parlamentari e tutti i gruppi è bene che ne siano coinvolti, cosa che non accadrebbe sicuramente in sede di voto alla Finanziaria.

Le norme del sen. Manzione sono quelle proposte dal Governo e prevedono che l'azione giudiziaria collettiva sia utilizzabile solo dalle camere di commercio, dalle associazioni professionali e da un numero ristretto di associazioni dei consumatori finanziate dallo Stato. Per ottenere il rimborso –a causa collettiva vinta– è previsto che ogni singolo partecipante promuova una causa individuale. Inoltre non vengono fornite indicazioni sullo svolgimento del processo, facendo intendere un necessario successivo intervento del ministero della Giustizia.

L'argomento è dibattuto a diversi livelli, tant'è che ci sono altre quattro proposte di legge –tutte della maggioranza–(1) che, facenti tutte riferimento alla mia,(2) redatta in collaborazione con l'associazione di consumatori Aduc, prevedono che chiunque, dietro accettazione del magistrato, possa adire la causa collettiva (singoli cittadini e le centinaia di associazioni specializzate nella tutela di interessi collettivi specifici, patrimoniali o meno). Il rimborso avverrebbe automaticamente alla fine della medesima causa grazie ad uno specifico curatore amministrativo nominato ad hoc. Tutta la fase processuale, per impedirne anche gli abusi, è disciplinata.

 

Donatella Poretti

 

(1) Fabris-Udeur, Pedica-IdV e Grillini-Ds/Ulivo

(2) www.donatellaporetti.it/prop.php?id=206


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