Martedì 30 ottobre il Consiglio regionale piemontese ha approvato all'unanimità la legge n. 405 “Norme in materia di uso di sostanze psicotrope su bambini ed adolescenti” proposta dal consigliere rRegionale Gianluca Vignale (AN) e dal presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio (Margherita).
Punti cardine della legge sono l'art. 4, che vieta la somministrazione di test per l'ADHD e altri testi psicopatologici all'interno delle strutture scolastiche, e l'art. 3 che introduce l'obbligo del consenso informato che deve essere sottoscritto dai genitori del minore per i quali e stato proposta la somministrazione di psicofarmaci. Secondo la legge deve essere predisposto un modulo per il consenso informato «attraverso il quale il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta, lo psichiatra o il neuropsichiatra infantile interessato fornisce, in forma scritta e in modo dettagliato, oltre ai vantaggi presunti, esaurienti informazioni in ordine agli effetti collaterali del farmaco consigliato, ai possibili trattamenti alternativi ed alle modalità di somministrazione».
«Questo provvedimento legislativo, senza precedenti in Europa, rappresenta un grande passo avanti per la protezione dell'infanzia e delle famiglie a fronte di una campagna di marketing che cerca di VENDERE nuove malattie senza alcun fondamento scientifico». Lo afferma il dott. Roberto Cestari, medico e presidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU), ente promotore dell'iniziativa legislativa.
«Non si tratta di negare aiuto a chi soffre, ma ogni bambino ha diritto alle soluzioni appropriate. Qui ci confrontiamo con diagnosi ove si confondono sintomi con malattie. Il tutto in assenza di ogni fondamento scientifico adeguato. Se a questo aggiungiamo la conseguente somministrazione di psicofarmaci, il quadro è persino grottesco. Non dimentichiamo che la diffusione della somministrazione di psicofarmaci ha raggiunto negli USA ben 11 milioni di bambini e adolescenti, alcuni dei quali si sono successivamente resi responsabili delle stragi in diverse scuole americane. Noi NON vogliamo che ciò accada anche in Italia», aggiunge il dott. Cestari, e prosegue: «l'unico modo per tutelare i bambini e rappresentato dalla corretta informazione alle famiglie e insegnanti sul problema e ampliando i meccanismi di controllo ai genitori e insegnati attraverso:
1) Un fermo NO all'introduzione ed effettuazione nelle scuole italiane di test per effettuare diagnosi sull'ADHD o altre presunte malattie mentali.
2) Un migliore controllo e maggiori avvisi agli utenti in relazione a farmaci che presentano gravi rischi per la salute di chi li assume, nonché di essere utilizzati come droghe e conseguentemente spacciati».
Seguendo l'onda statunitense, in Italia ben 82 centri sono stati accreditati per la diagnosi e cura dell'ADHD. «Nei fatti l'ADHD è solo un sintomo e la sua diagnosi non ha alcuna base scientifica, ciò è fin troppo noto nella comunità scientifica internazionale», commenta la dott. Maria Elena Testa, coordinatrice regionale del CCDU, e aggiunge: «Siamo davvero sicuri che i genitori di un bambino difficile siano disposti a far assumere farmaci che possono produrre seri e imprevedibili effetti collaterali sui propri figli? E soprattutto, ne sono a conoscenza?».
CCDU
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani
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