La legge 40/04 prevede l’applicazione della tecnica sperimentale del “congelamento degli ovociti”, proposta in contrapposizione al congelamento degli embrioni. La ricerca su tale tecnica è finanziata e sostenuta con cospicui fondi dall'Istituto Superiore di Sanità, nonostante da più parti sia riconosciuto che i risultati prodotti siano nettamente inferiori rispetto a quelli ottenuti con il congelamento degli embrioni.
Nella relazione al Parlamento sulla legge 40/04, anno 2007, si evince che più di 100.000 ovociti ogni anno vengono buttati perché non inseminati e non congelati e questo, dal punto di vista economico e della salute della donna, è uno spreco.
È stato lo stesso ministro della Salute, Livia Turco, in sede di audizione in XII Commissione, il 17 ottobre scorso, a ricordare l'alta percentuale di insuccessi di questa tecnica e invece le più alte percentuali di successo dell'utilizzo di embrioni congelati.
Le associazioni di Pazienti sterili(1) qualche settimana fa con un comunicato hanno riportato la notizia che l'American Society for Reproductive Medicine, in occasione del suo 63° convegno annuale, ha affermato chiaramente che le tecniche di congelamento degli ovociti, in corso di trattamenti di FIVET (Fecondazione In Vitro ed Embryo Transfer), devono essere ad oggi considerate a tutti gli effetti come procedure sperimentali, e non possono essere offerte come valide scelte terapeutiche.(2) Secondo l'American Society for Reproductive Medicine le donne interessate all'utilizzo di questa tecnica, devono necessariamente considerarla un rimedio ancora sperimentale e le stesse dovrebbero essere preventivamente informate sui metodi di trattamento, sui costi e sulle percentuali di successo, per comprendere realmente cosa implica questo processo e quali siano le effettive possibilità di riuscita.
In Italia, quindi, alle coppie che ricorrono a trattamenti di fecondazione assistita è proposta per legge questa tecnica sperimentale che produce bassi risultati e spreco del denaro pubblico e del denaro delle coppie che già devono farsi carico del costo delle tecniche di fecondazione assistita poiché non rientrano nei DRG (Diagnosis Related Group) Nazionali. Le coppie, i malati, attualmente non sono informati che per ogni 100 ovociti crioconservati si ha una media di due gravidanze: e questo non significa necessariamente due bambini nati.
Insieme agli altri deputati radicali della Rosa nel Pugno(3) con un'interrogazione chiedo al ministro della Salute di sapere:
se non ritenga opportuno che, nell’aggiornamento delle linee guida della legge 40/2004 a seguito dell’evoluzione scientifica delle tecnologie, modificare la destinazione dei soldi pubblici che attualmente vanno alla ricerca sulle tecniche di congelamento degli ovociti.
Donatella Poretti
(1) Amica Cicogna Onlus, Cerco un Bimbo, unbambino.it, Madre Provetta Onlus e L'altra Cicogna Onlus
(2) www.asrm.org/Media/Press/AM07urgecautioneggfreezing.html
(3) Marco Beltrandi, Sergio D'Elia, Bruno Mellano, Maurizio Turco