Com’è noto, sono a New York per una fitta serie di incontri all’Onu dove le prospettive di un accordo sulla moratoria delle esecuzioni capitali sono diventate improvvisamente difficili a causa delle divisioni che si sono aperte nelle ultimissime ore all’interno dell’Ue: se nei prossimi giorni non si riesce a ricompattare la situazione si rischia di non arrivare ad un testo comune in tempo per le scadenza di giovedì prossimo, data ultima per la presentazione della risoluzione.
In merito al pacchetto sicurezza, ancora una volta i ministri non proponenti hanno avuto conoscenza dei testi che andranno domani in Consiglio solo poche ore fa, nel tardo pomeriggio. Ho preso atto che alcuni correttivi da me proposti in sede politica e poi tecnica, subito dopo lo scorso Consiglio dei Ministri, sono stati introdotti, come ad esempio lo scorporo dei reati di contraffazione in altro autonomo provvedimento.
Ciò detto, mi pare che l’impianto complessivo del pacchetto – al quale è stato aggiunto il falso in bilancio, la lotta al caporalato e l’aumento dei termini di prescrizione – non sia fondamentalmente mutato. Infatti, resto convinta che, piuttosto che avanzare continue modifiche al processo penale, con il rischio che si trasformino in norme-manifesto, è necessario affrontare il problema sicurezza innanzitutto con misure per favorire un maggiore controllo del territorio, dotando di più strumenti e risorse le forze dell’ordine e la magistratura.
Inoltre, questi provvedimenti non mi sembrano garantire una giustizia più efficiente e dai tempi più certi, come non cessa di chiederci la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Per questi motivi senza che ciò metta in discussione in alcun modo la mia lealtà al Governo, se fossi stata presente avrei, coerentemente, votato contro il pacchetto ad eccezione del ddl di ratifica della convenzione europea sulla banca dati DNA.
Emma Bonino
(da Notizie radicali, 30 ottobre 2007)