Nel pomeriggio di lunedì 29 ottobre sono stati arrestati settanta giovani mentre camminavano per la calle Zanja, all’Avana, solo perché indossavano polsini con sopra scritto la parola cambio. Tra questi soltanto dieci sono stati liberati, come ha denunciato a Encuentro en la Red (rivista telematica dei dissidenti cubani) Juan Carlos González Leyva, segretario esecutivo del Consejo de Relatores de Derechos Humanos (CRDH).
L’avvocato ha confermato che tra gli arrestati c’è il nipote dell’oppositore Fabio Prieto Llorente, appartenente al gruppo dei 75 e attualmente in prigione. La polizia ha mostrato i polsini ai familiari come prova di quanto accaduto.
«Sono molto preoccupato per ciò che sta succedendo e temo che si stia preparando una nuova ondata repressiva. Le indagini sui fatti sono state affidate all’Esercito, alla Seguridad del Estado e alla Policía Nacional Revolucionaria» ha detto González Leyva. Il segretario del CRDH ha aggiunto che sono state liberate soltanto dieci persone ma non si sa in quali condizioni fisiche.
González Leyva ha concluso che domenica si sono verificati altri arresti, a causa di alcuni cartelli antigovernativi apparsi nello stesso quartiere avanero.
Gordiano Lupi