«Una nuova latteria per un “vecchio” formaggio. Facciamo sistema: Bitto, Valtellina Casera, Matüsc». Questo affermavo, alcune lune fa e (lasciatemela tirare un po’) avevo visto giusto. La Valle del Bitto di Albaredo (quella di Gerola vive di agricoltura oramai solo quattro/sei mesi all’anno) è l’unica valle in provincia che produce un formaggio con i fieni dei maggenghi. Anche altre vallate laterali alla Valtellina e alla Valchiavenna falciano ancora le erbe dei prati di mezza costa, ma li portano a valle. Si incominciano a vedere pecore, cavalli, asini, che pascolano o brucano i prati che non si lavorano più. Chissà se la valorizzazione del Matüsc di Barilocc (e questo dovrà essere il suo nome se, e quando verrà prodotto nella nuova latteria), portata avanti dalla Pro loco del paese ed ora, finalmente, riconosciuta anche dall’Amministrazione comunale – meglio tardi che mai – ha contribuito a queste importantissime scelte agronomiche. Se si è mossa la Latteria di Delebio, qualche motivo ci sarà: il direttore Deghi, non per niente associato nella Compagnia delle Opere, è uno che si muove quando ci vede qualcosa…
Importanti scelte agronome ed economiche, perché accanto al mantenimento di una tradizione che viene da lontano e vitale per la cultura del Barilocc, valorizza l’aspetto paesaggistico ed ambientale della Vallata, incrementa il turismo, con l’insediamento di Agriturismi, Rifugi e Fattorie didattiche. Prossimamente vedrà la luce un'altra stalla di medie dimensioni (15/20 capi?). E auspico che i miei paesani riescano a falciare ancora i prati, e non li abbandonino come hanno fatto quelli della limitrofa Val Tartano, con tutti i problemi conseguenti. Albaredo a differenza di Tartano e Gerola, ha… uno sbocco al mare; da non sottovalutare! La nuova latteria si affaccia proprio sulla nuova Priula, accanto ad un Bar, ad un panificio e ad un Call-Center: il tutto nella quasi pesante struttura del polo agro-artigianale (mi pare si chiami così).
Albaredo si troverebbe così a produrre le tre D.O.P. di cui la provincia si vanta. Il Bitto, il Valtellina Casera ed il locale Scimudin ovvero il Matüsc (in questo caso, impropria dop). In estate, se un giorno non si potrà più lavorare il latte nei calecc, lo si potrà portare nella nuova struttura. In primavera ed in autunno, se un giorno nessuno più sarà capace di lavorare il Matüsc, il latte lo si potrà portare nella nuova struttura. In inverno, la latteria e il latte sono vicini.
Futuribili scenari? Per ora c’è la nuova latteria, un casaro, gli allevatori, i prati, i pascoli, le vacche e le capre (ben vengano anche le pecore da latte).
Auguri a tutti i Barilocc e, se d’estate vi mancasse un casaro, io ci potrei essere… (a buon intenditore, poche parole!)
Alfredo Mazzoni