In primis fu il consigliere d'amministrazione Rai dell'epoca Angelo Maria Petroni: giusto un anno fa, i primi di novembre del 2006, tirò fuori dal cappello l'idea di far pagare il canone/tassa della Rai incorporato nella bolletta dell'Enel a tutti gli utenti di questo servizio, tranne richiesta di dispensa da presentare con autocertificazione, dove se si mentiva si rischiava molto perché sarebbe stato un reato penale (lo stesso rischio che si corre oggi quando chiamati dalla Guardia di finanza per dire di possedere o meno un televisore, se si mente si commette un reato penale).
Oggi fa altrettanta proposta il presidente della Rai Claudio Petruccioli, sotto forma di emendamento alla prossima Finanziaria. I motivi l'anno scorso e oggi sono gli stessi: troppa evasione (il 25%) e c'è bisogno di soldi. Gli attuali 1,5 miliardi che la Rai incassa dal canone non bastano, per cui, ammesso che riesca a “pizzicare” questo 25%, l'operazione “bolletta Enel” porterebbe nelle casse di viale Mazzini al massimo qualcosa come 375 milioni di euro.
E questo sarebbe il piano che il presidente Petruccioli avrebbe in mente per risanare la sua azienda? Spiccioli! Eppure, se la Rai non continuasse a far evadere il Fisco alle aziende che possiedono un computer o un monitor (che per la Rai è sufficiente a dover pagare il canone... ma solo per le famiglie...), quantomeno potrebbe incassare un miliardo di euro in più all'anno.(1)
Ma questo provvedimento, pur se risolverebbe in parte il problema di cassa, sarebbe pur sempre come la famosa aspirina che dovrebbe curare il cancro, che si manifesta in diversi modi:
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abuso di posizione dominante sul mercato: dell'informazione, dell'intrattenimento, dello sport. La competizione con operatori privati serve solo a far fare acquisti e a “rubarsi” gli artisti e i giornalisti, a suon di milioni pagati dai contribuenti;
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sprechi e canali inutili;
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ingaggi artistici da favola.
Questi soldi finirebbero cioè in un pozzo senza fondo, perché per il risanamento non si metterebbe mano alla gestione, ma la si premierebbe nell'attuale assetto. Tutto da discutere, a partire dal mettere in atto quello che gli italiani hanno già chiesto con un referendum, la privatizzazione.
Ma probabilmente stiamo parlando di fantascienza, perché la proposta Petruccioli del canone in bolletta energetica è il sintomo di una concezione e di una pratica da Stato monopolista e oligarchico, cioè, visto l'andazzo liberalizzatorio della nostra economia, una concezione e pratica sfascista: perché i vari gestori del mercato elettrico, liberalizzato anche per le famiglie dallo scorso 1° luglio, dovrebbero svolgere il ruolo di esattori per lo Stato/Rai?
Ci auguriamo che il Parlamento non consideri questo emendamento di Petruccioli meritorio di considerazione. Noi, che siamo per l'abolizione del canone/tassa, siamo consapevoli che questo Parlamento non vi provvederà mai, ma ci auguriamo che quantomeno non peggiori la situazione.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
(1) Qui, con dati Istat, una nostra indagine che lo dimostra.