Sarà perché il numero, di ottobre, del giornale esce quando siamo ormai vicini alla ricorrenza dei morti, certo è che nel nuovo Gazetin, in edicola da ieri, la morte è presente e si fa sentire. Senza pudori. E non come astrazione filosofica, concetto buono per riflessioni intellettuali, trascendentali o giù di lì, ma esattemente come l'ultima concreta dipartita di persone in carne ed ossa. Dal necrologio per Antonella Ruffini, in gioventù redattrice di Centofiori considerato antesignano dell'attuale mensile, che chiude il numero con lo sguardo enigmatico dell'amica inquieta che tutti ha lasciato, senza una soluzione. Lo scrive Alfredo Mazzoni, costretto a tornare repentinamente ai vecchi splendori giornalistici (dopo qualche mese di latitanza da addebitare alle fatiche del lavoro, in alpeggio e altrove) come si era augurato di riuscire a fare, ma forse non con tanta convinzione, poche pagine prima recuperando dall'archivio un altro dei suoi racconti di vita quotidiana. E poi il ritratto dello statunitense Gregory Lynn Summers, giustiziato a Polunsky Unit, Texas, proposto dalla musicista milanese Caterina Calderoni in una conversazione con Alberto Figliolia. Ritratto, di un artista delicato anche (come bene esprimono sulla carta stampata le piccole icone di alcune sue opere realizzate in cella), con il quale il giornale prosegue una speciale attenzione sulla pena di morte, dopo il racconto in prima persona dell'iniziativa per strappare al boia la vita di Kennet Foster del mese scorso, e a sostegno della campagna politica per la moratoria universale che entra nella sua fase decisiva proprio nelle prossime settimane. E infine, ancora, se vogliamo allargare a tutti gli esseri viventi, l'uccisione del macaco Felix nei laboratori dell'Università di Oxford di cui viena data notizia dalla sezione di Sondrio della Lega antivivisezionista che aveva preso parte nei mesi scorsi a un'apposita campagna per la salvezza dell'animale.
Se dunque aleggia e viene palesata quest'aria di tristezza, 'l Gazetin non si fa comunque prendere dallo scoramento. Dalla copertina annuncia la ripresa della rubrica “Itaca”, i luoghi e i non-luoghi della manutenzione poetica, che, promettendosi di ricercare nei luoghi anche lo sguardo delle persone, giunge al civico 16 di Via Paravicini in Morbegno. Gli autori Massimo Bevilacqua e Francesco Osti verranno presto veicolati anche sul web per recuperare e far conoscere nel suo insieme questo singolare duetto, le cui note attraversano ormai l'arco di un paio d'anni. Un'altra pagina d'arte e cultura emerge corporea in copertina ed è il caso del valtellinese Daniele Pigoni preso come occasione per approfondire il tema del 'Corpo dell'arte' da Caterina Falcone per la sua rubrica.
Tutte da scoprire poi, nel tocco peculiare che caratterizza per i fedeli lettori ciascuno dei redattori e collaboratori del Gazetin, le belle pagine di Gino Songini, che ci offre questo mese un aggiornato affresco della vendemmia valtellinese; di Leonardo Marchettini, cui ci accompagniamo in “Una passeggiata nel centro di Roma”; di Alberto Figliolia, con un ritratto di Nina Kaucisvili. A Mazzoni e al suo spaccato di vita quotidiana abbiamo già accennato, mentre Paola Mara De Maestri ci presenta i risultati del 5° Concorso fotografico, per iniziativa Cm Morbegno con il Circolo culturale filatelico numismatico, che quest'anno aveva per tema “La strada” e apre lo spazio Scuola riferendo dell'incontro con il Ministro Fioroni a Sondrio. La sezione prosegue con Antonella Pizzini, segretaria dell'Associazione Scuola e Diritti, che riprende la questione dell'occultamento della teoria evoluzionistica nei programmi formativi malgrado l'avvicendamento alla guida del ministero.
L'argomento di Benedetto Della Vedova prende spunto dalla recente assegnazione del Nobel per la Pace all'ex vice Presidente Usa Al Gore per segnalare lo stereotipo di un ambientalismo, datato e ideologico, che cavalca la paura.
Da segnalare, infine, il ritorno alla grande di Nicola Mattarucchi e della sua rubrica musicale “Zone d'Ombra” che ci presenta questo mese niente-po'-po'-di-meno-che... il scintillante Circo Abusivo, collettivo di musica popolare e suoni zingareschi, con la sua “Valtellazija Revolutcija”.
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