Ricordate? (governo Berlusconi, Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti): con il decreto legislativo del 19 febbraio 2004 si voleva cancellare dai programmi delle scuole medie (scuola secondaria di 1° grado) ogni riferimento alle teorie evoluzionistiche.
Un appello lanciato a seguito del decreto Moratti, sul sito la Repubblica.it raccoglieva un'ondata di adesioni: quasi cinquantamila in pochi giorni. Si chiedeva alla Moratti di ripristinare nelle scuole italiane l'insegnamento della teoria darwiniana. Il ministro a fine aprile 2004, come risposta alle innumerevoli critiche, nominava una commissione di “saggi”, composta dalla Montalcini, da Carlo Rubbia, da Roberto Colombo e da Vittorio Sgaramella. La commissione riceveva mandato di «dare indicazioni su come integrare l'aspetto della teoria evoluzionistica nell'ambito dell'insegnamento delle discipline scientifiche da parte delle scuole italiane».
Dopo lunghe consultazioni e confronti, usciva il documento, rimasto per qualche tempo, solitario, sul tavolo del ministro Moratti. Cosa c'era scritto? Innanzi tutto che «lo studio dell'evoluzione è essenziale per una visione integrale della vita». Per questo la commissione chiedeva al ministero di riconoscere al più presto l'importanza dell'insegnamento di Darwin sia nella scuola primaria (scuola elementare), sia in entrambi i cicli di quella secondaria (medie e medie superiori). Ogni censura di dati e ipotesi sul fenomeno biologico dell'evoluzione avrebbe rappresentato, infatti, secondo la commissione, un impoverimento dell'opportunità educativa, che l'insegnamento delle scienze offre al docente e «aprirebbe la strada a una loro deformazione ideologica». Insomma, trascurare Darwin «significherebbe danneggiare gravemente la formazione intellettuale dei giovani, che debbono aprirsi con senso critico all'osservazione della realtà». Non solo. Secondo la commissione, un inadeguato insegnamento della genetica in generale e dell'evoluzione in particolare potrebbe favorire la diffusione di aberrazioni quali l'eugenetica e il razzismo.
Dopo questo documento e varie proteste da parte di diverse associazioni, Darwin tornava, legittimamente, tra i banchi di scuola. Speravo di non dovermi preoccupare ulteriormente di questa questione (anche perché mi hanno assicurato che, nel frattempo, è caduto il governo Berlusconi e in carica abbiamo, niente di meno che, il governo Prodi di centrosinistra! Sapete che quasi non me n’ero accorta!). Speravo, ma… il giallo continua. Darwin è di nuovo scomparso. Ho cercato sui libri di scienze per le scuole medie, ma niente, non c’è. Ho pensato, ma come diavolo fa quest’uomo a sparire, ricomparire e poi sparire ancora? Sarà mica un mago! Mi sono detta: – Calmati, i maghi non esistono, le teorie di Darwin non sono frutto di fantasia.
E allora dove sarà finito Darwin e la sua teoria? Forse il ministro della pubblica istruzione pensa ai giovani come ad una massa d’ignoranti ai quali non conviene parlare d’evoluzione? Forse meno sanno meglio è, e così saranno dei buoni sudditi nel futuro.
Oppure ha ritenuto che nei programmi c’era di meglio da mettere, tipo «la formazione religiosa e morale» (ispirata “anche” ai principi costituzionali), o «le grandi domande sul mondo, sulle cose, sugli altri e su di sé». A proposito, chi risponde a questi interrogativi? E come lo si fa? E dove? Solo nell’ora di IRC?
Negli «obiettivi specifici d’apprendimento per la scuola dell’Infanzia» poi, quando inizi a leggerli ti viene un capogiro, cominciano dal «soffermarsi sul senso della nascita e della morte» (per tenerli su, soprattutto con l’ultima, questi poveri bambini), oltre che «delle origini della vita e del cosmo» (pensate!), ma anche «delle malattie e del dolore» (sempre per la serie: crescere in serenità e sicurezza), e ancora «del ruolo dell’uomo nell’universo» (arditezze per bambini di 4-5 anni). E per finire tra «i sensi» su cui bisogna soffermarsi non ci risparmia neanche «l’esistenza di Dio».
Ma tutto ciò l’avrà ideato il ministro tutto solo nel suo studio dopo una meditazione o qualcuno gli avrà suggerito? Non si sa, ma in me nasce un dubbio.
Caro ministro, invece di prendere provvedimenti sulla sicurezza, sul bullismo, sui professori lavativi (argomenti importanti ma che sanno di retorica e di demagogia), perché non s’impegna invece a rendere il sapere disponibile a tutti senza manomissioni?
Altrimenti i nostri giovani rischiano di pensare che Darwin sia soltanto un varietà televisivo (in onda di martedì in prima serata, per ora, su una rete privata).
Siamo proprio messi male!
Antonella Pizzini
per l'Associazione Scuola e Diritti
(da 'l Gazetin, ottobre 2007)