L’ufficialità della notizia si è avuta in occasione di una delle vetrine più importanti del panorama italiano delle due ruote, il salone del motociclo di Milano due settimane or sono. A qualche anno dal fallimento, caso purtroppo non raro nel recente passato dell’industria motociclistica italiana, la Fantic Motor, simbolo per decenni delle due ruote in fuoristrada, è tornata a vivere.
Notizia che rincuora gli appassionati come il rivedere nomi storici tornare a rombare dalla Guzzi in giù. Notizia che riempie di orgoglio noi tiranesi se letta con un po’ più di attenzione. L’anima di questa nuova moto, una innovativa trial 50, è tiranese e lo si intuisce dal nome di battesimo Fantic Trial Racing “Mik Tuned”, ossia tradotto ala moda nòsa “anbastida dal Mik”. Il Mik in questione, per quei due o tre che non lo conoscessero, è al secolo Pensini Angelo proprietario dell’omonima officina diventata nel tempo fucina di un talento raro, frutto di una passione che lo ha portato lontano, prima facendogli ritagliare un ruolo di prestigio nel mondo delle competizioni ed abbracciando una nuova stimolante sfida. Una storia strana forse, ma caratterizzata da un concetto chiaro e forte: la passione. Un sentimento che ha spinto un industriale del caffè da sempre amico delle due ruote a togliersi uno sfizio e ridare vita ad un marchio diventato il simbolo di un tipo di approccio alle due ruote, non più la moto per viaggiare in strada ma mezzo per scoprire tra avventura e divertimento ambienti nuovi, incontaminati, lontani dal mondo e di grande fascino. Il Trial ha incarnato negli anni settanta e ottanta lo spirito stesso delle due ruote, la risposta soprattutto europea agli easy rider americani, il mezzo ideale non per navigare gli spazi infiniti dell’America di Elvis e De Niro, ma per vivere la natura fuori porta, spingendosi fin dove prima non era lecito pensare. Il Trial è stato per anni uno degli sport più spettacolari e “alla moda”, ma da noi, tra i monti, si è espresso in una forma diversa, meno estrema, quasi casalinga ma proprio per questo ancora più sentita. Il borbottare della Montesa, lo scoppiettare della Ossa e soprattutto la rossa nobiltà della Fantic Motor hanno riempito le nostre montagne in estate. I giovani impegnati in sfide di abilità, gli adulti a fuggire in dieci minuti dal caldo della pianura per salire in baita. Il Trial è diventato parte del panorama alpino, ci perdonino i puristi della natura. In agosto appoggiate al muro di fronte alla locanda di Piscina si contavano decine di moto, da Canali, dal Forte, da San Rocco e da Trivigno arrivavano non esagitati teddy boy, ma tranquilli signori per giocare a carte o bere il calicino in compagnia. Impossibile, almeno per me, immaginare un’estate in montagna senza il tranquillo, per la maggior parte, girar di quelle strane e basse moto. Tempo passato. Cicli che passano. Il mercato ha le sue regole e con l’arrivo di enduro e giapponesi per il Trial si è fatta dura. Le prestazioni non paragonabili, la scomodità, il limitato raggio d’azione, il miglioramento delle strade anche sui monti e i limiti posti alla transitabilità nei boschi hanno dato una bella botta a questo tipo di moto e così le fabbriche hanno chiuso. Tra queste la lecchese Fantic Motor.
Arriviamo così a due anni fa quando l’industriale di cui sopra il trevigiano Fregnan decide di comprare il marchio Fantic Motor e di rilanciare l’azienda. Ovvio cercare chi è del mestiere e all’orecchio arriva il nome di Pensini, inventore nel 2003 del primo trial quattro tempi, affermato preparatore di moto vincenti. L’incontro nell’autunno del 2003 in occasione dell’indoor di Milano è il punto di partenza di questa nuova avventura. Fammi un trial innovativo che possa adattarsi al mercato. Questa la richiesta del patron. Due anni di lavoro in gran segreto tra Tirano e Treviso, disegni, prove, insomma nel più classico stile “artigianale” portano Mik a realizzare il primo cinquantino della nuova Fantic che ha nel telaio la sua parte più innovativa, ma non mancano soluzioni furbe per migliorare la comodità come il doppio sellino, da “gara” e da viaggio. Il 15 novembre a Milano la presentazione in grande stile, la Fantic torna a far risuonare il suo motore per un progetto completamente made in Italy già proiettato ad ampliare la gamma con un 125 e un 250 cc. E il buon Mik sarà li a far da padrino a questa nuova avventura imprenditoriale.
Andrea Gusmeroli
(da Tirano & dintorni, dicembre 2005)