La prestigiosa cornice del parco Killesberg nella città tedesca ha ospitato l’evento clou della stagione ciclistica e la Valtellina era presente con uno stand nel “Villaggio italiano” allestito nella zona di arrivo delle gare. Uno spazio di circa 30 metri quadrati in grado di dare uno spaccato dell’offerta turistica dell’intero territorio. I dépliant istituzionali e il materiale fornito dalle diverse aree turistiche, in particolare Livigno, presente con un desk così come il Consorzio Turistico Media Valtellina ed il progetto Alta Rezia al fianco del Consorzio Turistico Provinciale, coordinatore dell’iniziativa in collaborazione con Provincia di Sondrio e Camera di Commercio di Sondrio. Per l’occasione è stato realizzato un dépliant in tre lingue dedicato al mondo delle due ruote. In “Valtellina BikEmotion” si trovano uno spaccato in tre lingue; italiano, tedesco e inglese, della Valtellina ciclistica. Un accenno al territorio, con le sue peculiarità, la grande differenza di dislivello “ciclabile” dal fondovalle ai Passi alpini, fino ai percorsi in quota in mountain bike e poi la storia del ciclismo con i passaggi del Giro d’Italia e le nostre “grandi salite”.
Proprio sulle grandi salite si è puntato ricordando Fausto Coppi impegnato nel 1953 sullo Stelvio o i passaggi del Giro sul Mortirolo gremito come uno stadio. Suggestioni ed emozioni che sono la linfa di questo sport e che accomuna i tifosi di tutto il mondo riuniti a Stoccarda per uno degli eventi più sentiti, il Mondiale.
Alla sua prima presenza ai Campionati del Mondo la Valtellina ha portato davvero bene agli atleti azzurri, dopo le onorevoli prestazioni degli under nella cronometro dominata dallo svizzero Cancellara, è arrivato uno splendido doppio podio nella gara femminile. Gara fatta fin dall’inizio dalla nazionale italiana, in fuga con la Guederzo da metà corsa fino all’ultimo giro, e una splendida azione in contropiede, a una quindicina di chilometri dall’arrivo, poco dopo che il gruppo si era ricompattato, della Bastianelli. Lo scricciolo azzurro ha messo il turbo, mordendo l’asfalto con una determinazione che nasceva forse anche dalla pressione e dallo stress subito per la vicenda di Bettini e Di Luca che ha segnato il ritiro della squadra. Orgoglio italiano, ribadito dalla piccola Marta e da Giorgia Bronzini giunta terza, nella conferenza stampa davanti ai taccuini di tutto il mondo… auspicando anche la vittoria azzurra tra i maschi. Fiaba o tragedia, così poteva dipingersi la giornata italiana nella corsa in linea professionisti, al via molti favoriti e un osservato speciale, Paolo Bettini pedina di un gioco che di sportivo aveva poco, una ambiziosa donna politica che chiede ad una federazione sportiva di creare regolamenti e procedure ad hoc, chiede agli atleti di firmare un documento etico che non centro nulla con i regolamenti, insomma si mischia un po’ di tutto: morale, ambizione personale, sport, politica, affari e potere… e il nome di Bettini citato per affinità con personaggi a loro volta sfiorati dal sospetto doping come centro del contendere. L’Unione Ciclistica Internazionale è chiara e decisa: Bettini parte, la federazione Italiana altrettanto, Di Luca a casa… ma non potevano deciderlo prima? Robe strane. Ma tant’è lo sport spettacolo oggi è anche questo.
Al via le motivazioni le leggi negli occhi, Bettini e gli italiani sono sempre davanti, Rebellin in fuga, tira per tutti ed evita scomodi allunghi avversari, Cunego ci prova e nell’ultimo giro sale in cattedra, c’è davvero da dirlo, Paolino Paperino, il piccolo e brutto che si è scoperto da vecchietto cigno delle grandi classiche e delle corse di un giorno, uno dei più forti, un omino con il naso alla Coppi e gli occhi di Bartali, lo sprint di Moser e il cuore di Binda… esagerato? In effetti, ma la gioia di vedere ancora una volta (e a dieci metri di distanza) un’altra vittoria mondiale italiana in Germania è licenza per esagerare. Bettini ha dimostrato di essere tosto alquanto, di spalle larghe e di poche parole… “qualcuno provvederà a tutelare i miei interessi” le poche parole dopo la gara davanti ai giornalisti, poi la gioia, ancora velata di rabbia e dolore, ammantata di orgoglio e passione, condivisa da migliaia di italiani a Stoccarda e milioni davanti alla televisione. Ancora una volta il ciclismo, la pecora nera dello sport risorge come una fenice dalle proprie ceneri… dorate.
Andrea Gusmeroli
(da Tirano & dintorni, ottobre 2007)