Cogliamo con piacere l’occasione fornitaci da Anna Lanzetta per contribuire, speriamo, a fare un poco di chiarezza sulla vexata quaestio dell’ora di religione o meglio sulle ore facoltative di Insegnamento della Religione Cattolica impartite nella Scuola Pubblica Italiana a partire, addirittura, dalla Scuola dell’Infanzia.
Per prima cosa vorremmo soffermare l’attenzione sulla denominazione di questa materia facoltativa perché crediamo che proprio qui molte persone comincino a fare un po’ di confusione: la materia in oggetto si chiama Insegnamento della Religione Cattolica o, in sigla, I.R.C. ed è evidente che l’oggetto dello studio è la Religione Cattolica e non Storia delle Religioni od altro, inoltre tale insegnamento è impartito da personale apposito pagato dallo Stato ma scelto dai Vescovi cattolici e quindi rispondente ed ubbidiente ad una posizione ben precisa, quella della Chiesa Cattolica, infatti gli insegnanti di I.R.C. che non rispettassero tale posizione verrebbero allontanati dall’insegnamento di tale materia proprio dai Vescovi che li hanno nominati, ad esempio se si sposassero civilmente, divorziassero, avessero figli al di fuori del matrimonio, abortissero, ecc.
Crediamo, noi veramente, molti altri forse meno, purtroppo, che alla base della Repubblica italiana vi siano già delle regole ben chiare rappresentate dagli articoli della Costituzione della Repubblica italiana e dalle sentenze espresse dalla Corte Costituzionale, in conformità a ciò sappiamo che tutti i cittadini sono uguali ed hanno pari dignità sociale prescindendo dal sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali (Art. 3), allora perché nella scuola pubblica e quindi di TUTTI viene proposta una materia che va a toccare l’uguaglianza e la pari dignità sociale dei cittadini?
Tutti gli alunni della scuola pubblica provengono da famiglie d’ispirazione cattolica? No.
Gli alunni non cattolici sono solo stranieri? No.
Tutti gli italiani sono cattolici? No.
I cattolici hanno più diritti dei non cattolici? No.
A tutti questi no si potrebbe rispondere che però l’I.R.C. è una materia facoltativa e chi non vuole avvalersene ha diritto di farlo e seguire le cosiddette ore alternative oppure uscire anticipatamente o entrare posticipatamente dalle lezioni, infatti i genitori sottoscrivono, in questi casi, un apposito documento fornito dalla scuola.
Però, anche qui, l’uguaglianza dei cittadini non è “proprio” rispettata:
-
chi si avvale dell’I.R.C. ha insegnanti, probabilmente motivati, di ruolo, pagati da tutti, quindi anche dai non cattolici, ha libri gratuiti pagati da tutti, quindi anche dai non cattolici, programmazioni certe, orari definiti, ecc.
-
chi non si avvale non ha nulla di tutto questo, perché?
Si sostiene che le scuole hanno difficoltà ad organizzare le ore alternative per mancanza di fondi, ma è giustizia far pagare la mancanza di fondi solo ad una parte dei cittadini? Evidentemente no, crediamo.
E veniamo al perché si rinuncia all’ora di Religione, come si chiede la gentile interlocutrice.
Ma per quale ragione una famiglia d’ispirazione ebraica, con una sua propria Weltanschauung dovrebbe far frequentare ai propri figli ore d’insegnamento della religione cattolica?
Perché dovrebbe farlo una famiglia d’ispirazione valdese?
Perché dovrebbe farlo una famiglia d’ispirazione naturalistica (i cosiddetti atei o agnostici).
Perché dovrebbe farlo una famiglia d’ispirazione cattolica ma che non condivide una lettura unidirezionale della realtà? Infatti, molti nostri associati sono cattolici, ma profondamente laici, e sono in disaccordo con l’I.R.C.
Con tutto il rispetto ci pare di leggere tra le righe dell’articolo della signora Lanzetta una visione cattolicocentrica che non ha più ragion d’essere in quanto la religione di stato in Italia non vige più, alcune sentenze della Corte Costituzionale così recitano: l’Italia è un paese nel quale «…vige un regime di pluralismo confessionale e culturale» (Cort. Cost. 1989 N. 203), l’Italia è un paese «…nel quale hanno da convivere fedi, culture e tradizioni diverse» (Cort. Cost. 1995 N. 404).
All’interno del curricolo scolastico vi sono materie che hanno come compito precipuo proprio quello di fornire agli alunni gli strumenti necessari alla comprensione del mondo che li circonda e in cui vivono e queste sono filosofia,* storia, geografia e scienze, se correttamente affrontate, e non religione, inoltre l’opera di educazione è un’azione trasversale che TUTTE le materie, in sinergia, dovrebbero agire.
La visione di Anna Lanzetta ci pare un brusco ritorno al passato, lontano, quando la Religione Cattolica era cornice educativa e tutte le altre materie erano in una posizione di sudditanza.
Nell’articolo della nostra gentile interlocutrice si parla anche di etica ma intendendo, a quanto abbiamo compreso, un’etica strettamente legata alla Religione Cattolica, prescindendo dal fatto che di etiche ce ne sono e ce ne sono state molte, anche chi non crede ha una sua etica, ciò va a discapito del riconoscere uguaglianza e pari dignità sociale a tutti i cittadini.
I valori costituzionali sono ciò che permette ai cittadini di convivere pacificamente tra di loro condividendo valori e riconoscendo diversità, la Costituzione fu una grande opera di incontro e di mediazione che oggi, ci pare, sempre più incompresa ed a rischio.
Invitiamo tutti a soffermarsi maggiormente sulla riflessione, a chiedersi più spesso perché, a volte ci sembra che da qualche anno a questa parte, in Italia, lo stereotipo sia la base di ogni ragionamento.
Anche noi siamo per una scuola che educhi a 360°, anzi fortemente lo auspichiamo, ma non ci pare proprio che ad osservare la realtà da un solo punto di vista, quello cattolico, si abbia una visione così ampia.
Forse considerando, correttamente, TUTTI i cittadini e garantendo loro vera uguaglianza e pari dignità sociale riusciremmo, finalmente, a favorire nella scuola un’educazione a 360°.
Cominceremo così, forse, a costruire un mondo più rispettoso e, diretta conseguenza, più pacifico.
O no?
Grazie dell’attenzione!
Scuola e Diritti Morbegno
* Filosofia alle elementari? E perché no? Non si fa Religione Cattolica alla Scuola dell’Infanzia?