Un buon ritorno di Lamberto Bava (foto) sul grande schermo con un film scritto e sceneggiato con la collaborazione di Silvia Ranfagni e realizzato interamente in Sudafrica da una ricca produzione internazionale. Lamberto Bava aveva già fornito un’ottima prova con The Torture (2005), realizzato per il mercato dvd, ma in questo nuovo lavoro girato su pellicola torna su livelli che da tempo avevamo dimenticato. Per questo mi stupisce leggere un po’ ovunque giudizi sprezzanti e negativi su una pellicola che consiglierei senza mezzi termini, perché si eleva di una spanna rispetto a simili produzioni italiane.
Stacey e Mark vivono una storia d’amore che supera i confini della vita, perché quando il ragazzo muore la donna continua a sentirlo accanto, sogna di farci l’amore e sente le sue parole. Mark spinge Stacey a seguirlo per tornare di nuovo insieme e provoca il suo suicidio, ma un medico la salva dopo che si è tagliata le vene. Un rapporto sessuale che non sappiamo quanto reale o immaginario fa nascere Martin, un bambino che mostra strani poteri e incredibili reazioni. Morde la madre mentre succhia il latte e si ritrae con la bocca sporca di sangue, vomita spruzzi di cibo liquido stile Esorcista, cammina come un bambino grande e si trasforma nel padre… Il film è caratterizzato da grandi momenti di suspense durante i quali realtà e fantasia si confondono. Lo spettatore non comprende se il bambino è davvero indemoniato perché figlio del fantasma o se la madre sta impazzendo.
Il regista risolve bene la tensione narrativa, ricorre a un’ottima fotografia africana tra gazzelle, elefanti, giraffe, tramonti e spettacolari riprese di un cielo azzurro, spesso percosso da improvvise piogge torrenziali. Gli attori sono tutti molto bravi, ma una segnalazione particolare la merita Laura Harring, credibile nella parte della donna innamorata e terrorizzata che fa rivivere il fantasma del compagno e cerca di salvare la vita al figlio. John Hannah è un ottimo Mark, sensuale quanto basta e inquietante durante le apparizioni da fantasma che tormenta la povera Stacey. Diligenti anche Pete Postlethwaite (il medico) e Mosa Kaiser (la bambina africana). La sola nota stonata della pellicola è l’italiana Carolina Castaldi Tassoni che interpreta l’amica Beth, ma per fortuna si vede poco.
Il film ricorda a tratti Ghost di Jerry Zucker (1990), perché la tematica del grande amore che travalica la vita terrena è la stessa, ma qui siamo in presenza di un fantasma in versione horror. In ogni caso catalogherei la pellicola come un horror romantico, sulla falsariga di lavori come La morte ha sorriso all’assassino e di Buio omega, entrambi del compianto Aristide Massaccesi.
Gordiano Lupi