Il settimo discorso amoroso secondo la mia scaletta ideale avrebbe dovuto riferirsi alla passione per una qualche attività umana, per un hobby o il lavoro, uno sport, una manifestazione artistica come la pittura, la scrittura, avrebbe dovuto intitolarsi “Di passione e d’amore: la passione è vita”. Tentennavo tuttavia, pencolando, e pericolosamente, verso un altro versante, un altro argomento del tutto diverso, ispirato dal kamasutra, dal buon Eroma di Vecchiano, da Leda & Cigno, dai molteplici riferimenti sparsi, più o meno ammiccanti, pensavo cioè di parlare della passione d’amore che trova suo vertice e coronamento nell’incontro fisico, nel rapporto sessuale.
Solo che in tutti questi progetti non avevo fatto i conti con la mia “natura salmone”. Quella che mi porta a scartare dalla strada tracciata, ad andare contro corrente per il solo gusto di farlo, perché così la corrente ti sbatte in faccia e sulle pinne e l’andare è faticoso, l’acqua gorgoglia e la rotta si fa perigliosa; si urtano le rocce, si formano ematomi, si graffiano le braccia, si va avanti e poi si torna indietro, ci si ferma, si respira a fatica, ansimando, mentre tutti gli altri in effetto barriera fanno da intralcio, stanno di fronte e, affrontandoli, la corrente li attraversa fendendo all’opposto come un filo rasoio, poi scorrono a lato.
Ed allora, di fronte a tutti questi entusiasmi sulle divine attrici porno, io che, complice il genere uguale, non ne subisco minimamente il fascino, penso ad esempio della grande Paola Senatore: “Che splendidi occhi ha questa attrice!” e, sulla stessa lunghezza d’onda di questo commento, penso ora a un discorso amoroso del tutto diverso dagli intenti: spiazzante. Propongo qui, come l’ottava meraviglia del mondo, il mio settimo discorso amoroso, sfacciatamente scartando, piantando una bandiera sulla cima del mondo, sulla luna, in punta di utopia e apice d’amore, ventricolo di cuore e sul frutto del ventre di ogni donna. In punta di natura, in terra piena, fertile e feconda e scrivo dell’amore che è vita nuova d’ogni nuovo essere, scrivo l’attraversamento che compie ogni donna, attraverso questo minuscolo essere, dell’infinito mondo in fondo alla radice dell’umanità, accomunata nel tempo e spazio dalle origini della specie fino a questo istante, dalle recondite pieghe dell’Africa fino alla calotta polare dentro gli igloo, e riporto qui un discorso dei miei albori scrittori (vi prego anzi di scusare la semplicità, l’ingenuità del dettato) che, credetemi, nessun uomo al mondo, specie se molto distratto da seni e senatori, potrà mai perfettamente capire.
Un altro mondo appunto.
La vita è amore. È amore nell'attimo stesso che vive. L'amore è donna. Se una donna ama, col trasporto che solo il vero amore conosce, prova un desiderio che è piacere e fusione, è accettazione e accoglimento. Una vera donna che ama di vero amore vuole un figlio dall'uomo amato. L'atto sessuale diventa atto d'amore. Ha inizio una vita.
La vita è amore nel momento che nasce. Una donna affronta la grande prova del parto e dona la vita al suo bambino, poi lo prende vicino a sé e lo guarda con gli occhi dell'amore, provando l'infinito stupore di chi non crede che la vita abbia preso forma tra le sue braccia. Una madre allatta il suo bambino. L'amore diventa donazione di sé. L'amore unisce la madre e il suo piccolo in una danza fatta di odori, carezze, pelle nuda e morbidezza, nutrimento e appagamento. Innamorati l'uno dell'altra, prendono l'una il ritmo dell'altro fino all'unisono. È un mondo tutto loro, agli altri, che ne sono fuori, il compito di rispettarlo e proteggerlo dai suoni, dai traumi, dai bisogni.
Il bimbo cresce. L'amore diventa sacrificio. È amore l'amore di una madre per il figlio che cresce. Alzarsi cento volte le notti che chiama, abbracciarlo mille volte le volte che piange, scrutare ogni espressione ed ogni gesto per rispondere ad ogni bisogno. Avere sempre la forza di donare e il coraggio di lasciarlo andare. Correggerlo se sbaglia, resistere se insiste e cedere quel tanto che occorre per dargli più forza.
Non è retorica. Non è poesia. È la vita. La vita è amore. L'amore è donna.
Alivento, 30/07/2002