Almeno ventuno oppositori cubani sono stati arrestati insieme alla dissidente Marta Beatriz Roque per aver partecipato a una protesta pacifica organizzata davanti al Ministero della Giustizia. Marta Beatriz Roque e altri colleghi sono stati fermati e accompagnati in carcere, anche se la leader dell’Assemblea per Promuovere la Società Civile a Cuba (illegale) è stata subito rilasciata e accompagnata a casa dagli agenti della Sicurezza di Stato. La dissidente ha rilasciato una dichiarazione stampa: «Mi hanno obbligata a salire su un autobus insieme a quindici agenti della Sicurezza di Stato e tre poliziotte. Adesso sono a casa, ma un tenente colonnello sorveglia la mia abitazione giorno e notte. Mentre stavamo manifestando circa cento persone mandate dalla Sicurezza di Stato ci hanno intimidito davanti al Ministero della Giustizia, lanciandoci contro epiteti offensivi come mercenari e vermi. Il tenente colonnello che mi ha portata a casa e che adesso monta la guardia al palazzo ha detto che mi stava proteggendo dall’ira del popolo».
L’ultima considerazione riveste aspetti che stanno a metà tra il comico e il drammatico, visto che i finti cittadini scandalizzati dalla protesta dei dissidenti erano - come sempre accade - agenti della Sicurezza camuffati da contromanisfestanti. Marta Beatriz Roque voleva recarsi al Ministero della Giustizia insieme ad altri sei dissidenti per consegnare una lettera dove chiedeva un trattamento umano per i prigionieri politici.
Nello stesso giorno sono stati arrestati sette oppositori a Santa Clara, sei a Placetas e in altri municipi del centro di Cuba e dell’Avana, dai quali si stavano spostando per partecipare alla protesta. Tra gli arrestati c’è anche Jorge Luis García Peréz, conosciuto come Antúnez, il diamante nero scarcerato in aprile dopo una condanna a diciassette anni, pure lui firmatario della lettera di protesta.
Elizardo Sánchez, presidente della illegale (ma tollerata) Comissione Cubana per i Diritti Umani, ha detto che sono state arrestate più di venti persone, ma soltanto quattro risultano identificate e la cosa preoccupa perché il problema dei desaparecidos riguarda anche Cuba.
«Ci sono più di venti persone in galera delle quali non si conosce il nome, ma sono fiducioso che questa ondata repressiva finisca perché chi è stato arrestato non ha commesso nessun delitto» ha affermato Elizardo.
Marta Beatriz Roque, considerata una dissidente della linea dura, ha detto che alla protesta convocata da una settimana, avrebbero partecipato oltre duecento persone, se tante non fossero state bloccate dalla polizia.
«Siamo andati al Ministero della Giustizia per far presente che la situazione dei prigionieri politici è preoccupante. Le carceri cubane contano oltre 250 dissidenti reclusi, esseri umani innocenti che non vengono trattati con dignità. Il solo delitto che hanno commesso è quello di pensarla diversamente dal governo».
I prigionieri politici vengono reclusi in carceri comuni e sono a contatti con i delinquenti ordinari, vengono torturati, vivono in condizioni di igiene carente e possono contrarre malattie infettive.
La Roque conosce i trattamenti carcerari cubani perché è stata la sola donna arrestata e detenuta nel 2003 per aver fatto parte del gruppo dei 75. Daniel Cuesta Moría, leader dell’Arco Progressista ha detto: «La situazione cubana va di male in peggio. Si è aperta una flebile speranza di dibattito e di libertà di opinione, ma è pura illusione. La gente sa bene che è un circolo vizioso e che durante le tavole rotonde televisive parlano sempre le stesse persone per raccontare identiche bugie. I cittadini sono molto scettici in merito alla creazione di un reale dibattito tra le varie componenti della società civile. La gente sostiene che il governo conosce i problemi di Cuba e sa come risolverli, ma non vuole farlo. Il malessere evidente della popolazione può creare una catena incontrollabile di proteste e agitazioni sociali. Per questo la richiesta di dialogo che viene dalla base va esaudita in maniera realistica».
Per concludere con le ultime novità da Cuba segnaliamo che a Miami sono approdati altri diciotto emigranti cubani, in fuga dal paradiso socialista tanto amato da Diliberto, che vorrebbe vivere in quell’isola felice. Sono convinto che i diciotto cubani in fuga che vedono persino in un Mac Donald uno spiraglio di libertà, gli lascerebbero volentieri il loro posto. Vorrei davvero che il leader dei comunisti italiani andasse a vivere a Cuba, ma da cubano e con uno stipendio di dieci dollari al mese per vedere se poi decide ancora di pubblicare il Granma in edizione italiana.
Gordiano Lupi
Riportiamo il testo del comunicato stampa
rilasciato ieri dal Partito Radicale Nonviolento:
«La scorsa notte circa venti oppositori al regime castrista di Cuba sono stati arrestati mentre si apprestavano a manifestare pacificamente davanti al Ministero della Giustizia cubano per chiedere condizioni di detenzione migliori per i prigionieri politici.
Tra gli arrestati figura anche Marta Beatriz Roque, membro del Partito Radicale Nonviolento.
Mentre sembra che gli oppositori siano stati rilasciati, questi arresti hanno avuto lo scopo di impedire un assembramento pacifico a L’Havana e intimidire gli esponenti più conosciuti dell’opposizione cubana.
Il Partito Radicale Nonviolento condanna con fermezza questo atto intimidatorio del regime e ribadisce il suo completo sostegno a Marta Beatriz Roque, a tutti gli arrestati e ai prigionieri politici rinchiusi nelle galere cubane». (www.radicalparty.org)