In primavera ogni trave del mio tetto è occupata da un nido. Uccelli di ogni tipo: merli, pettirossi, passeri, cinciallegre ma… ahimè, nessuna rondine.
Già, le rondini. Che fine hanno fatto? Sono io che, travolta dal vortice quotidiano non ho più cercato i loro nidi, oppure le rondini non sono più tornate?
Povere rondini. Dall’andirivieni dai paesi tropicali ne hanno viste di tutti i colori: inquinamento atmosferico, mari intrisi di petrolio, ciminiere con fumi tossici, scombussolamento del clima. Quante di loro in queste condizioni ce l’hanno fatta a sopravvivere?
Le rondini per me hanno sempre rappresentato qualche cosa di magico. Sarà per la bellezza straordinaria (manto nero, petto bianco, portamento regale), sarà perché Giovanni Pascoli nella struggente poesia “San Lorenzo” in cui parla dell’omicidio del padre ha immortalato il ricordo di una rondine uccisa: «tornava una rondine al nido, l’uccisero, cadde tra i spini, aveva nel becco un insetto, il cibo pei suoi rondinini». Sarà perché trovavo straordinario che in autunno migrassero nei paesi caldi e a primavera tornassero nello stesso nido. Sarà perché le rondini sono state una presenza significativa nella mia infanzia.
Le rondini erano un regalo che la primavera faceva al vecchio nucleo di case abbarbicate l’una all’altra dove io abitavo. I loro nidi, autentiche opere d’arti, ne decoravano i sottotetti. Ogni anno le rondini aggiungevano nuovi nidi, fino a realizzare dei veri e propri villaggi in miniatura.
L’attesa era frenetica.
– Nonna siamo quasi al 21 marzo, tra poco torneranno le rondini.
– È vero, si sta avvicinando il giorno di San Benedetto, ma quest’anno invece della rondine sotto il tetto c’è la neve sopra il tetto. La primavera è in ritardo. Ci vorranno ancora molti giorni prima che tornino.
Le rondini non avevano mai nidificato sotto il tetto della mia casa. Provavo una certa invidia per “la casa di fronte” dove invece i nidi abbondavano.
– Perché le rondini non costruiscono il nido sulla nostra casa?
– Perché nella “casa di fronte” sono più vicine alla fontanella.
– Perché hanno costruito un nuovo nido?
– Perché i rondinini che sono nati l’anno scorso sono diventati grandi e hanno bisogno di uno spazio tutto per loro.
– Almeno i figli potrebbero trasferirsi da noi. Starebbero meno stretti.
– Non ci pensano nemmeno. Come ogni famiglia, preferiscono un piccolo spazio insieme piuttosto che un grande spazio separati. E poi, guarda la cosa dal lato positivo. Se le rondini avessero il nido sulla nostra casa non potresti vederle, invece così, basta che ti affacci alla finestra.
In settembre, quasi udissero un misterioso richiamo, le rondini si riunivano in frotte sui fili della luce.
– Nonna, guarda quante rondini tutte insieme.
– Sta arrivando l’autunno. Sono in partenza per i paesi caldi.
A ogni partenza per me era una fitta al cuore. Guardavo con nostalgia quei nidi vuoti.
– Torneranno – mi diceva la nonna leggendomi nel pensiero, – vedrai che torneranno.
Nel corso degli anni ho cambiato più volte casa ma, ironia della sorte, le rondini nidificavano sempre nella “casa di fronte”. Poi la modernità ha avuto la meglio. Molte case sono state ristrutturate e a farne le spese sono stati i nidi delle care vecchie rondini. L’ennesima “casa di fronte” venne tinteggiata a nuovo. A primavera tornarono le rondini. Non trovando più il loro nido ne costruirono uno nuovo. Quella casa, come direbbe Roberto Benigni, gli “garbava” proprio. Nacquero i rondinini, i quali, si sa, prima di imparare a volare, fanno i loro bisogni fuori dal nido.
Una sera la mia attenzione venne richiamata da un garrito concitato delle rondini. Quello che vidi mi fece inorridire.
– Quegli uccellacci hanno sporcato il muro tinteggiato di fresco – si giustificarono i vicini. I proprietari della “casa di fronte”, con un bastone avevano raso al suolo il nido. I rondinini giacevano privi di vita sul selciato. Mamma rondine e papà rondine volteggiavano come impazziti intorno alla casa.
Rientrai in casa senza proferire parola. Da quel momento non sono più riuscita a pensare alle rondini senza provare una fitta al cuore.
Vanna Mottarelli