C’era una volta un vecchio venditore ambulante. Dico vecchio non tanto per l'età, quanto per il suo aspetto trascurato. Non aveva scarpe, portava al piede sinistro un calzino di colore verde scuro, tutto pieno di buchi, che lasciavano lì in bella vista la sua pelle scura e spessa. Indossava un paio di calzoni larghi larghi. Diceva sempre che con i pantaloni stretti si vola peggio… Completava l'abbigliamento una camicia a quadri, rossa e blu, portata sotto una giacca marrone dalle corte maniche, senza bottoni e dalle enormi tasche lise e perennemente vuote.
Viveva, o meglio, sopravviveva, sotto un antichissimo ponte, del resto è famoso anche oggi, il ponte della Felicità, meta ambita di turisti e viaggiatori. Mangiava pochissimo, amava tenersi in forma, dormiva in un comodo letto di cartone, con raffinate lenzuola di pura plastica, e con eleganti cuscini di gommapiuma.
Ma come?? Non vi ho ancora detto che cosa vendeva?? Ebbene, questo distinto signore vendeva palloncini: gialli come il sole, verdi come il prato, azzurri come il cielo e viola come… viola come… be’! Viola, turchesi, bianchi e di mille altri colori.
Benny, questo era il nome con cui voleva essere chiamato, non riusciva a fare affari per il semplice fatto che era talmente buono e generoso che, per non veder piangere i bambini, regalava loro i palloncini. Il suo guadagno era scoprire il sorriso tornato su quei simpatici musetti.
Attenzione però, i palloncini di Benny erano magici! Anzi, Benny aveva il potere di leggere nei pensieri dei bambini e, ad ognuno donava il palloncino più adatto per esaudire il loro desiderio. Infatti questi, non restavano legati, ma dopo poco si liberavano dal filo e volavano in cielo. Una volta arrivati in alto, ma veramente in alto, che da terra si vedeva solo un puntino che sparisce piano piano, fino ad essere ingoiato dal blu del cielo, i palloncini portavano i messaggi a un ricco signore che abitava in un castello sopra le nuvole, abitato da principi e principesse. Il messaggio veniva compreso da questo personaggio in base al colore del palloncino e, state certi, che tutto quello che i bambini desideravano nel giro di poco tempo si avverava.
Venne però anche il tempo del dolore. Da diversi anni ormai, Benny non regalava più i suoi palloncini, perché si era ammalato. Sì, aveva una brutta malattia. Soffriva di solitudine derivata dal fatto che i bambini non volevano più stare con lui, dicevano che era troppo sporco e maleodorante e che non valeva la pena sporcarsi la mano per prendere uno semplice palloncino.
Benny era troppo timido per chiedere l’elemosina e così, un giorno che era particolarmente triste, stanco e affamato, si fece convincere da uno dei suoi palloncini a seguirlo in cielo, per parlare personalmente con il ricco e generoso signore, chiedendo di esaurire anche un suo desiderio, il suo desiderio più grande: continuare a regalare i suoi palloncini in cambio di sorrisi a tutti i bambini della terra. O perlomeno a quelli del suo castello.
Non è più tornato. Per lui, per Benny, un sorriso valeva davvero tanto.
Carlotta Zanobini