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Legge elettorale. La Rosa discriminata manifesta davanti al Senato
29 Novembre 2005
     Con Cartelli con su scritto “ladri di Rose” e “escluso il nome della Rosa”, socialisti e radicali della Rosa nel pugno hanno organizzato un sit-in di protesta  (foto) davanti la sede del Senato della Repubblica contro «una legge, quella elettorale, che ha modalità tali da colpire sostanzialmente la nostra formazione», come ha spiegato il presidente Enrico Boselli.

   «Noi saremo l'unica lista in realtà costretta a raccogliere in tempi strettissimi - ha continuato Boselli - quasi 180 mila firme. In più, mentre per quello che riguarda la Camera dei deputati ad autenticare le firme potranno essere anche i consiglieri comunali, o i sindaci; al Senato addirittura si limita la certificazione ai soli notai e cancellieri. Quindi un tentativo chiarissimo di impedire alla Rosa nel pugno di potersi presentare alle prossime elezioni politiche».
   Il presidente dello Sdi ha poi aggiunto che oggi inizia al Senato un dibattito e il gesto di questa mattina, promosso accanto ai radicali, è stato fatto «per creare nell'opinione pubblica una grande attenzione. Io penso che sia giusto che siano gli elettori a scegliere le liste elettorali - ha aggiunto Boselli - non la legge ad impedire che gli elettori possano scegliere. Se questa legge verrà confermata c'è il rischio che la Rosa nel pugno non sia presente in tutte le circoscrizioni di Camera e Senato». A scendere in piazza, indossando cartelli con scritto “e adesso ammazzateci tutti” i leader radicali, Marco Pannella, Emma Bonino e Daniele Capezzone. Marco Pannella ha protestato con un bavaglio bianco sulla bocca: «bisogna dare un minimo di corpo e forza a questa lotta - ha spiegato Pannella - con i compagni socialisti, con i compagni liberali, laici e radicali». Anche Emma Bonino ha specificato che la legge «impedisce di concorrere alla Rosa nel pugno» sottolineando una «discriminazione politica e un modo di ammazzare politicamente un soggetto politico». (Ansa)


 
 
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