Immaginate che un drago sputafuoco, lungo un miglio, voli dritto come una freccia attraverso il cielo della sera. La dea della notte, seccata per questo disturbo, getta un velo di seta sul suo cammino. La testa del drago urta il velo, ma esso non si stappa. Invece, il drago viene assorbito dal tessuto. Praticamente in modo immediato l'intero drago svanisce, e il suo ruggito viene rimpiazzato da un inquietante silenzio. La dea della notte sorride enigmatica e attende. Poi, agita appena la stoffa con la mano delicata e con un tuono la testa del drago riappare, rumorosa, lungo la propria via, ma la creatura è priva di corpo. La dea ride, scuote il velo di nuovo, ed ecco apparire il tronco del drago. Infine, dopo un'altra pausa, libera la sua coda. La potente creatura sputafuoco è stata separata in maniera permanente, per aver disturbato la pace dei cieli.
Questa storia descrive il notevole esperimento con la luce laser eseguito dalla fisica Lene Hau e dai suoi colleghi alcuni anni fa. L'esperimento dimostrò che si può fermare la luce lungo il suo percorso. Un fascio di luce laser lungo due chilometri, il drago, può essere intrappolato in una spruzzata di atomi di sodio fine come un velo, grazie a connessioni coerenti. Gli atomi di sodio, raffreddati sino ad una temperatura vicina allo zero, e preparati in uno stato di coerenza da un altro laser, rallentano il fascio di luce incidente ripiegandolo su se stesso per dieci milioni di volte, così che la “testa” a stento ha il tempo di emergere prima che la “coda” sia completamente assorbita. Spegnere l'altro laser a questo punto effettivamente intrappola il raggio, ora ripiegato ad una lunghezza dieci milioni di volte inferiore a quella originaria, nel tessuto di sodio. Il raggio può rimanere prigioniero per circa un millesimo di secondo, che è un'eternità sulla scala della velocità della luce. Riaccendere l'altro laser immediatamente libererà il raggio, che proseguirà il suo viaggio, ma non solo: accendendolo e spegnendolo tre volte in successione, il raggio di luce si separerà in tre distinti segmenti.
L'incredibile cattura di energia tramite connessioni coerenti è ciò che gli organismi fanno per vivere, giorno dopo giorno. Pensate a questi legamenti in termini di partner che danzino insieme, perfetti nel tenere il passo, ma ognuno compiendo differenti movimenti. Mentre fronteggiamo le minacce dell'ingegneria genetica, nel mezzo della catastrofe dei cambiamenti climatici, Wendell Berry ci ricorda poeticamente: «La vita sottile è un miracolo. Ripensateci».
Ripensateci, perché l'imperativo è rimpiazzare la visione distruttiva, meccanicistica e strumentale della vita con quella organica, che è veramente miracolosa. Gli organismi viventi dipendono dal flusso di energia. In effetti, esso non è sufficiente, da solo: è necessario che l'energia venga trattenuta ed immagazzinata. Il sole splende sulla Terra come fa su Marte e Venere, ma solo la Terra ha vita, per quanto ne sappiamo, perché solo la Terra ha trattenuto e immagazzinato con successo l'energia della luce solare. Il vero miracolo che permette alla vita di emergere è quindi il compiere un ciclo energetico, il creare un ciclo vitale che immagazzina e nutre mentre il flusso di energia scorre.
L'immagine del ciclo, del cerchio, ha qualcosa di magico. Un cerchio garantisce il perpetuo ritorno, e ciò significa stabilità dinamica.
Il ciclo della vita è di volta in volta fatto di numerosi sotto-cicli, o attività, o ritmi biologici, che vanno da periodi lunghi pochi secondi o minuti a quelli circadiani, annuali, e più che annuali. Ogni organismo detiene l'intero spettro di attività, da quelle lentissime a quelle veloci, insieme. Ogni sotto-ciclo è un magazzino di energia coerente. L'energia coerente si muove in modo da compiere il proprio lavoro, mentre quella incoerente va in ogni direzione e si autocancella. L'autosomiglianza delle strutture frattali è caratteristica dei processi naturali: tutti i cicli di attività sono legati coerentemente insieme; danzano insieme, allo stesso passo, ma ognuno fa cose differenti in punti differenti. Questo è il motivo per cui possiamo digerire la colazione mentre chiacchieriamo con il vicino di casa e nello stesso tempo pensare a quando andremo a prendere i bambini a scuola.
Più numerosi sono i sotto-cicli, più energia è immagazzinata nel sistema. I cicli hanno un perfetto significato termodinamico. Non solo danno stabilità dinamica, ma permettono alle attività di essere perfettamente coordinate. E, cosa più importante di tutte, i cicli sono collegati attraverso tutte le scale temporali, in modo simmetrico o reciproco, così che i processi che rilasciano energia possano direttamente o indirettamente trasferirla a ciò che ne ha bisogno, e i ruoli possano essere rovesciati ove ve ne sia necessità. L'energia può essere rapidamente trasferita dall'intero sistema ad ogni punto locale e, di converso, l'energia creata ad ogni punto locale può diffondersi lungo l'intero sistema, con perdite ridotte al minimo. In altre parole, il trasferimento di energia è rapido, efficiente e reversibile. Ciò crea le condizioni per un bilanciamento interiore, di modo che l'energia coerente sia conservata al massimo, e l'organizzazione del sistema venga mantenuta.
Tutto quel che ho detto sino ad ora descrive un organismo in salute, e si applica ad ogni ecosistema in salute, e ad ogni sistema sostenibile. I sistemi sostenibili basano sulla biodiversità, perché massimizzano lo stoccaggio di energia su tutte le scale temporali. Le relazioni di reciprocità tra le varie attività che si danno nel sistema sono la chiave del bilanciamento dinamico. Una domanda che mi fanno spesso è come posso parlare di reciprocità quando è sempre il lupo che mangia l'agnello. Il lupo che si nutre dell'agnello sta immagazzinando la sua energia, e quando morirà e andrà in decomposizione, quella stessa energia nutrirà l'erba mangiata dalla pecora che allatterà l'agnello. Sono reciprocità che si estendono nello spazio e nel tempo.
Abbiamo alcune immagini di organismi viventi, reali, registrate su videocamera con una tecnica che abbiamo inventato nel mio laboratorio, la quale ci permette di vederle in tutti i colori dell'arcobaleno. La tecnica è una leggera modifica della luce polarizzata da microscopio che viene usata di routine dagli scienziati per osservare i cristalli di roccia e, più recentemente, i cristalli liquidi. I cristalli hanno una struttura molecolare statica, quindi come possono organismi viventi, in moto, apparire cristallini? Tutte le molecole di un corpo vivente dovrebbero essere in movimento, trasformando e trasferendo energia. La risposta è che le molecole si stanno muovendo in modo coerente, insieme. Poiché i movimenti coerenti sono più lenti delle vibrazioni della luce, le molecole appaiono statiche alle luce che le attraversa. È come fermare un fotogramma di un oggetto in moto in un film molto veloce. In effetti, queste immagini mostrano direttamente che movimenti molecolari altamente coerenti avvengono nel corpo dell'organismo.
L'organismo è ispessito da attività coerenti su tutta la scala, da quella molecolare a quella macroscopica. Non c'è un livello preferenziale, nell'organismo: ogni parte è partecipe del tutto.
Queste immagini mostrano anche che il modo in cui osserviamo determina ciò che osserviamo. Come qualcuno ha detto, se il solo attrezzo che possiedi è un martello, tutto può sembrarti simile a un chiodo. La biologia meccanicistica è come un martello, e perciò tutto le appare morto come chiodi. Se invece osserviamo con la sensibilità di organismi, vediamo organismi. La nostra tecnica di osservazione è non distruttiva, non invasiva. Osservi un organismo ma poi questo può starsene tranquillo nel suo acquario. Mi piacerebbe che da ciò potessero scaturire degli insegnamenti, ciò che il tutto organico ci insegna, perché è opposto al tutto meccanicistico. Il tutto organico è una democrazia ideale in cui il controllo è diffuso. Non funziona in termini di gerarchia, controllore contro controllato, ma come intercomunicazione. Alla fine, ogni elemento tanto più controlla quanto più è sensibile e pronto a rispondere. In un sistema coerente ideale, la libertà locale (o l'autonomia) e la coesione globale sono entrambe massimizzate. Ciò è impossibile al sistema meccanicistico, dove il pubblico e il privato, il locale ed il globale sono in perenne conflitto.
La cosa che ritengo più importante è che il tutto organico è diversificato a livello di quintessenza, e pluralistico. L'organismo vivente è l'antitesi dell'uniformità e dell'omogeneità. Noi abbiamo circa 30.000 geni e probabilmente un milione di proteine che processano migliaia di metabolizzanti con co-fattori e icone inorganiche in numerosi tipi di cellule, ognuna con il suo differente repertorio di geni espressi, proteine e metabolizzanti. E ciascuno di questi elementi è necessario a sostenere il tutto.
Allo stesso modo, le popolazioni sono differenti, e gli ecosistemi che prosperano lo fanno perché ricchi di specie diverse. Mentre centinaia di tribù indigene, oggi, sono spinte verso l'estinzione dalle attività delle corporazioni economiche impegnate nello sfruttamento delle miniere, nelle deforestazioni, nell'estrazione di petrolio, devo più che mai insistere, e con tutta la mia forza, che dobbiamo preservare e rivitalizzare le diverse culture umane. Abbiamo bisogno di sostenere il miracolo umano, e di esprimere in pieno il potenziale creativo umano.
Mae-Wan Ho
(da Resurgence, n. 216, 2007, trad. Maria G. Di Rienzo)
Mae-Wan Ho. Scienziata, consulente scientifica del Third World Network, autrice di vari libri fra cui è stato tradotto in italiano Ingegneria genetica. Scienza e business delle biotecnologie, DeriveApprodi, 2001.