«Quelli che rendono impossibili le rivoluzioni pacifiche, rendono le rivoluzioni violente inevitabili». L’aforisma di John F. Kennedy viene in mente scorrendo una documentazione di questi giorni, resa pubblica, e per questo clandestina, silenziata.
Qualche giorno fa Sergio Stanzani (nella sua qualità di presidente del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Traspartito), Rita Bernardini ed Elisabetta Zamparutti (rispettivamente segretaria di Radicali italiani e tesoriera di Nessuno tocchi Caino e Radicali italiani); Marco Cappato (segretario dell’Associazione Luca Coscioni), Sergio D’Elia (segretario di Nessuno tocchi Caino), Maurizio Turco (parlamentare della Rosa nel Pugno) e chi scrive, anche a nome di quella “sporca dozzina” che è in sciopero della fame dal 2 settembre: Marco Pannella, Lucio Berté, Guido Biancardi, Sergio D’Elia, Marco Perduca, Michele Rana, Alessandro Rosasco, Antonio Stango, Claudia Sterzi, Dominique Velati), hanno inviato una lettera ai direttori dei quotidiani a stampa e radiotelevisivi, ai direttori di rete e di testata, al presidente della RAI. Questo il testo:
«Dalla mezzanotte del 2 settembre Marco Pannella, e altri dirigenti e militanti radicali conducono uno sciopero della fame, per ora non “ad oltranza”, per assicurare che una corretta risoluzione pro-moratoria universale sia depositata il 24 settembre, giorno dell’apertura della prossima Assemblea Generale dell’ONU. A questa iniziativa si sono associati più di cento persone che hanno aderito all’iniziativa per uno o più giorni.
I radicali chiedono al Governo di impegnarsi al massimo livello e con la massima urgenza e priorità, dopo il fallimento riportato con la 61ma Assemblea Generale, per scongiurare altri errori, ritardi e sconfitte.
Primi, importanti risultati conseguiti
Si sono conseguiti primi, importanti risultati:
- Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha stabilito un importante e diretto contatto con il premier portoghese José Socrates, e il ministro degli Esteri Massimo D’Alema si è recato a Lisbona.
- La Farnesina è mobilitata nell’organizzazione di un grande evento a New York con i premi Nobel che hanno aderito alle iniziative pro-moratoria, in occasione dell’apertura dell’Assemblea Generale, e perché la risoluzione sia chiarissimamente per la moratoria universale delle esecuzioni capitali e sia presentata il 24 settembre prossimo.
- Martedì 11 settembre, nella riunione straordinaria congiunta delle commissioni Esteri di Camera e Senato, richiesta dal deputato radicale della RNP Sergio D’Elia, il Governo ha confermato di voler presentare all’apertura dell’Assemblea Generale la Risoluzione per la moratoria.
- Grazie al paziente lavoro di Emma Bonino, si registra il SI’ all’iniziativa pro-moratoria della Gran Bretagna; oggi Londra, come ieri Parigi e Madrid – sempre grazie a Emma – sostiene la posizione e l’iniziativa italiana e nostra.
Risultati che si aggiungono ad altri, non meno importanti e significativi, conseguiti nella scorsa primavera: mozioni ed impegni solennemente assunti dal Parlamento Europeo e dal Parlamento italiano.
Tutto questo è anche – se non soprattutto – il risultato dell’iniziativa nonviolenta radicale.
Si tratta di fatti, notizie che vengono sistematicamente silenziati.
Feroce, totale, odioso ostracismo di stampa e TV.
Nei confronti dell’iniziativa nonviolenta in corso, come per il tema più generale della moratoria si registra totale, feroce, odioso ostracismo da parte dei mezzi della comunicazione scritta – con l’unica eccezione del quotidiano Europa. Un ostracismo feroce e odioso ancor più inaccettabile quando viene praticato ed attuato dall’Ente Radio Televisivo di Stato, che viene meno, ancora una volta, alle sue funzioni di “servizio pubblico”, e contraddice clamorosamente i suoi stessi deliberati e non mantiene quanto era stato autorevolmente garantito dai suoi dirigenti, dopo l’occupazione nonviolenta della RAI da parte di dirigenti e militanti radicali nel giugno scorso. Saltuariamente, nelle reti RAI viene trasmesso uno spot, insipido e sbagliato nei contenuti, foglia di fico con cui qualcuno pensa di poter coprire le censure e le omissioni di cui è responsabile.
Una giornata speciale di mobilitazione RAI sulla moratoria.
Chiediamo che la RAI predisponga in tempi rapidi, e comunque prima del 24 settembre, “giornate speciali” tipo telethon, da spalmare nelle tre reti, dedicate al tema della moratoria, che rendano possibile un’effettiva conoscenza dei fatti e una sensibilizzazione su un tema che i sondaggi demoscopici dicono essere, comunque, già largamente condiviso. Queste giornate speciali costituirebbero un parziale risarcimento per le censure e le omissioni consumate in questi mesi rispetto all’obiettivo che la RAI dice di aver fatto suo; e rispetto al più elementare diritto all’informazione che – come in molte altre occasioni – è stato vistosamente e deliberatamente violato.
Opportune, necessarie e urgenti le dimissioni dell’intero CDA della Rai
Come radicali, per evidenti ragioni di opportunità politica, e per conquistare finalmente una governance efficace e trasparente della RAI, riteniamo opportune, necessarie e urgenti le dimissioni dell’intero CDA della Rai per uscire così dalle demagogie contrapposte, convergenti nei fatti quanto extraistituzionali, di queste ore.
Mobilitazione straordinaria.
Da parte nostra i soggetti dell’area radicale stanno già assicurando una mobilitazione straordinaria per il conseguimento di questo obiettivo, a sostegno della moratoria e dell’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella e degli altri dirigenti radicali in sciopero della fame».
Il 14 settembre il presidente della RAI rispondeva con questa lettera:
«Cari amici, rispondo alla vostra del 12 settembre per la parte riguardante l’impegno della RAI intorno alla moratoria per la pena di morte, impegno che sappiamo bene essere doveroso da parte del servizio pubblico.
Confermo fin d’ora l’impegno delle testate giornalistiche televisive e radiofoniche della RAI, per assicurare il massimo dell’informazione sul tema anche in relazione al prossimo auspicato deposito, il 24 settembre, della risoluzione pro-moratoria in occasione dell’Assemblea Generale dell’ONU.
Aggiungo che – al di là della ripresa della campagna di spot dedicati all’argomento – la complessiva programmazione televisiva e radiofonica delle Reti TV e RF assicurerà nei propri spazi la più corretta e completa informazione e il necessario approfondimento in proposito, con particolare attenzione alle iniziative in corso per sensibilizzare la opinione pubblica intorno a un tema tanto importante. A garantire il tutto, c’è la vigilanza e il continuo stimolo della Direzione Generale.
Pregandovi di considerarci a disposizione per ogni suggerimento da parte vostra o per ogni chiarimento vogliate chiederci, vi saluto con cordialità».
Al presidente della RAI i sette firmatari della lettera hanno replicato così:
«Caro Presidente, con franchezza: la tua lettera è assolutamente insoddisfacente. Appena una decina di giorni ci separa dal 25 di settembre, giorno in cui il Governo italiano si è impegnato a presentare in sede ONU la risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali nel mondo. Dal 2 settembre è in corso uno sciopero della fame di Marco Pannella e di un'altra decina di dirigenti e militanti radicali (a cui si sono aggiunti, per limitati periodi di tempo un centinaio di altre persone), proprio per dare forza e sostegno all'azione che il Governo si accinge a intraprendere. Il tutto tra la completa e feroce indifferenza dell'informazione pubblica radio-televisiva.
Scrivi, Presidente, che a garanzia dell’impegno che la RAI ha assunto – e che tuttavia ancora è rimasto una mera dichiarazione d’intenti – c’è la commissione parlamentare di vigilanza. Quest’ultima già dal 2 maggio scorso ha impegnato la RAI “a organizzare con la massima urgenza spazi di approfondimento nelle fasce di massimo ascolto... sull'iniziativa per la moratoria mondiale della pena capitale, curando che questa informazione trovi spazio anche nelle principali edizioni dei telegiornali e che abbia luogo anche attraverso la promozione di eventi specifici o giornate speciali”.
Ricordiamo inoltre che il 6 giugno, dopo cinque giorni e cinque notte di “occupazione” degli uffici di viale Mazzini da parte di parlamentari e dirigenti radicali, la RAI non ha saputo far altro che impegnarsi a un piano di comunicazione assolutamente inadeguato ad informare l'opinione pubblica sulla moratoria.
Con la nostra precedente lettera abbiamo formalmente chiesto che la RAI dia finalmente pratica esecuzione a quanto ha - a parole - garantito e assicurato, suggerendo di allestire eventi speciali anche nella forma di giornate tematiche sul modello Telethon, da dedicare al tema.
La risposta Presidente, come abbiamo detto, è assolutamente inadeguata: non corrisponde agli impegni stabiliti dalla Commissione di vigilanza, e neppure a quelli assunti – ripetiamo: a parole – dalla stessa RAI, dalla quale ci aspettiamo, nelle prossime ore fatti concreti e adeguati all’urgenza e alla portata di un evento storico – la Moratoria mondiale della pena di morte – per il nostro Paese e l’intera comunità internazionale».
Per finire. In queste ore, chi scrive ha inviato una lettera aperta a Furio Colombo (Unità), Paolo Franchi (Il Riformista), Stefano Menichini (Europa), Federico Orlando (Europa), Antonio Padellaro (Unità):
«Da qualche giorno abbiamo lanciato quello che è un vero e proprio SOS Moratoria. I termini della questione, in estrema sintesi, sono questi: il 24 settembre si apre all’ONU la 62ma Sessione dell’Assemblea Generale: il giorno dopo, il 25, in occasione dell’inizio della riunione ministeriale, secondo quanto comunicato dal Governo l’11 settembre scorso nella riunione congiunta delle Commissioni Esteri di Camera e Senato, la Risoluzione pro-moratoria verrà depositata al Palazzo di Vetro.
Non si può però dimenticare che in 14 anni per ben tre volte l’approvazione della Risoluzione è stata compromessa da clamorosi errori e gravi ritardi, che per oltre un decennio ha impedito all’Assemblea Generale dell’ONU (dove i paesi membri mantenitori della pena di morte si sono ridotti a una cinquantina), di poter votare e approvare la Moratoria Universale delle esecuzioni capitali.
Siamo convinti che per ottenere la presentazione della Risoluzione pro moratoria all’apertura dell’Assemblea Generale, il 24 settembre, sia opportuna, necessaria e urgente la più ampia mobilitazione nonviolenta possibile; e per questo, dal 2 settembre, Marco Pannella e una dozzina di noi hanno cominciato uno sciopero della fame, cui si sono unite un centinaio di persone, per uno, due, tre giorni, una settimana; parallelamente è partita una sottoscrizione straordinaria, che è parte integrante dell’azione nonviolenta per sostenere il Partito Radicale e Nessuno Tocchi Caino.
Associarsi a questa iniziativa è molto semplice, basta andare al sito: www.radicali.it, ci sono tutte le indicazioni.
In queste settimane gran parlare (e scrivere) di “casta” e di arroganze, vere o presunte che siano, di politici e loro “cari”, preoccupati di garantirsi quote sempre maggiori di privilegi. Quante volte sentiamo dire: “tutti rubano”, “tutti sono ladri”, “è un gran magna magna”. Non è così, e accreditare questo tipo di immagini significa da una parte premiare chi, effettivamente fa della cosa pubblica un suo terreno di scorribanda e di caccia, e punire chi invece non partecipa al “banchetto” e anzi, cerca di contrastarlo come può e sa.
Indro Montanelli una volta disse, a proposito di Pannella e dei radicali che dissentiva da ciò che dicevano e facevano mille volte al giorno, ma riconosceva che odoravano di bucato pulito. E Leonardo Sciascia ha scritto che Pannella era l’unico uomo politico che conosceva, che aveva fatto del diritto e della legge la sua religione.
Sono “anomalie” di cui credo i radicali devono essere orgogliosi, su cui poco si riflette anche perché non se ne parla. Però significherà qualcosa che in cinquant’anni di vita non un dirigente o militante radicale è mai stato indagato, inquisito, processato, condannato per essersi appropriato di denaro pubblico, o per concussione o tangenti…
In tutta la loro storia i radicali hanno dovuto strappare con le unghie e con i denti spazi di informazione. E qui si torna all’appello fatto all’inizio: ogni cosa ha un suo costo, nessuna minestra è gratis. Per questa ragione quanti partecipano allo sciopero della fame, contribuiscono anche economicamente a sostenere questa grande iniziativa nonviolenta. Hanno deciso di dare per ogni giorno di digiuno l'equivalente (anche simbolico: ad esempio, dieci euro al giorno) del costo dei pasti, per “alimentare” non il proprio corpo, ma la propria speranza per un'umanità senza la pena di morte. Fa notizia, giustamente, chi ruba, chi si appropria dei beni pubblici, della collettività. E con il suo “fare” giustifica le demagogiche “sparate” alla Beppe Grillo. Poi ci sono bizzarri individui che la politica e le iniziative politiche se le pagano, euro dopo euro: i “matti” radicali che si stanno pagando la politica. Se non è ora il momento di aiutarci e aiutarsi, quando? Se non così, come?
Ps.: È velleitario, è assurdo, è irrealistico chiedere che la RAI predisponga, il tempi rapidi, e comunque prima del 24 settembre, giornate “speciali” tipo telethon, da spalmare nelle tre reti, da dedicare al tema della moratoria, che rendano possibile effettiva conoscenza dei fatti e sensibilizzazione? Queste giornate speciali costituirebbero un parziale risarcimento per le omissioni e le censure consumate in questi mesi rispetto all’obiettivo che la stessa RAI ha assicurato di aver fatto suo».
Europa ha ridotto la lettera, e pubblicato, il 15 settembre scorso, questo testo:
«Siamo convinti che per ottenere la presentazione della Risoluzione pro-moratoria all'apertura dell'Assemblea generale dell'ONU, il 24 settembre, sia opportuna, necessaria e urgente la più ampia mobilitazione nonviolenta possibile; e per questo, dal 2 settembre, Marco Pannella e una dozzina di noi radicali hanno cominciato uno sciopero della fame. Per associarsi a questa iniziativa basta andare al sito: www.radicali.it. Quanti partecipano allo sciopero della fame, contribuiscono anche economicamente a sostenere questa grande iniziativa nonviolenta di digiuno l'equivalente(anche simbolico: ad esempio, dieci euro al giorno), del costo dei pasti. Se non è ora il momento di aiutarci e aiutarsi, quando? Se non così, come?
Ps.: è velleitario, è assurdo chiedere che la RAI predisponga, in tempi rapidi giornate "speciali" tipo Telethon, da dedicare al tema della moratoria?».
Questa la documentazione. Ognuno ne tragga le considerazioni che più ritiene opportuno e agisca come crede, può e sa.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 17 settembre 2007)